DOCUMENTI-RIVELAZIONE SMENTISCONO CHE FOSSE UN CATTIVO SCOLARO di Furio Colombo

Einstein bambino era già un genio DOCUMENTI-RIVELAZIONE SMENTISCONO CHE FOSSE UN CATTIVO SCOLARO Einstein bambino era già un genio Già a undici anni intratteneva compagni di scuola e adulti con le sue «idee astratte» - Non ancora sedicenne discuteva di matematica pura con docenti universitari - Un amico di famiglia scriveva: «Si tratta di un ero prodigio» - Probabilmente la leggenda che fosse un somaro nacque da un'errata lettura delle pagelle - Ecco come svela il mistero un volume che uscirà negli Stati Uniti solo nel 1985 •n'i NEW YORK — Tema mio futuro». Svolgimento •Nel mio futuro lo non credo che sarò capace di dedicarmi alla letteratura. Ho difficoltà nel francese e non riesco a scrivere frasi lunghe. Anche altre professioni che richiedono di scrivere molto, e di parlare In pubblico, come 11 mestiere dell'avvocato, non sembrano fatte per me. Be devo essere sincero non credo di avere molta Immaginazione e d'altra parte mi rendo conto di non avere talenti pratici, che è la ragione per cui non vorrei fare l'Ingegnere o 11 tecnico. Però la matematica e la fisica mi Interessano molto, anzi di più la fisica, e questa forse e la ragione che mi ha Indotto a trascurare un poco la matematica negli ultimi tempi. Quello che mi attrae In queste due materie t 11 pensiero astratto (...). Per vivere credo che vorrei fare l'insegnante». L'anno è il 1995. il tetto t parte della prova di erome scritta per l'ammissione al celebre Istituto tecnico federale di Zurigo. L'autore è un piovane non ancora sedicenne, di nome Einstein, che si presenta come privatista, raccomandato al preside Albln Hereog dal dr. Gustav Maier, banchiere di Vlm e vicino di casa del nonno dello studente. «Conosco personalmente il ragazzo Einstein e le assicuro che si tratta di un vero prodigio», scrive il banchiere Maier al prof. Hereog. •Pensi che 11 ragazzo è In grado di condurre una conversazione su temi di matematica pura con laureandi della nostra università e anche coni docenti». /( prof. Hereog, nella sua pacata prudenza svizzera, non sembra scosso dalla raccomandatone di Maier. «Se 11 suo ragazzo prodigio vuol dare l'esame per l'ammissione al nostro istituto con due anni di anticipo lo faccia pure. MI permetta però di dire che lo nel prodigi non credo, eredo néllb studio regolare, nell'applicazione costante e nel naturale maturare del giovani giorno per giorno. Lo Insci tranquillo il suo prodigio, e me lo rimandi quando sarà venuto 11 momento giusto». Il giovane Einstein a quanto pare si sentiva abbastanza sicuro di sé da tentare la prova, e il padre e lo «io Jakob (considerato «la mente scientifica» delio casa) erano d'accordo. Più piccolo della media, piti gracile, fisicamente quasi un bombino, il sedicenni- studente di Monaco si presenta dunque come privatista con due anni di anticipo all'esame d'ammissione del celebre istituto di Zurigo che avrebbe dovuto formarlo. C'era però un Imprevisto al quale né Albert né i suoi familiari avevano prestato sufficiente atteneione. Benché scuola tedesca, listituto di Zurigo esigeva la prova scritta in francese. Il tema di Albert filili tv-in risultò oasi pieno di errori (ite II ragazzo non fu neppure ammesso-agli orali. Che cosa motiva dunque le rivelazioni che cominciano in questi giorni a filtrare da Princeton, secondo cui il grande fisico redrà presto rivendicata la fama immeritata di cattivo studente, di tardiva mo fura.:-Ione. Quel lento emergere delle sue qua¬ lità intellettuali che viene spesso citato come lì tratto tipico del suo genio, il rovescio della soggetta tradizionale secondo cui «11 buon giorno si vede dal mattino»? •Ma è vero, 11 grande talento è sempre precoce. Soprattutto nel caso di Albert Einstein», con/erma con enfasi il dr. John Stachel, fisico, già docente di Princeton, ora alla Boston University, che si appresta a dare alle stampe, entro il 1995. il primo dei trentotto volumi che comprenderanno la vita, le opere e le carte torciate dallo scimela fo. Quegli «uno» // primo volume é dedicato all'infanzia e alla giovinetta di Einstein. Stachel la ricostruisce cosi. -Un ragazzino precoce, con estrema sensibilità alle relazioni sociali, ottimo conversatore con gli adulti, che già a undici anni rntcsec1maltgvgso riesce a colpire e a Intrattenere con le sue "idee astratte". Tra gli amici di casa. I compagni di scuola e 1 conoscenti 11 bambino Einstein era una piccola leggenda. Ecco perché 11 banchiere Maier 10 raccomanda cosi caldamente per l'esame anticipato al politecnico di Zurigo». Secondo il dr. Stachel non é la secca bocciatura del politecnico che ha creato la leggenda di un Einstein introverso e immaturo con una giovinezza difficile e uno scarso rendimento scolastico. •Al contrario, afferma il curatore delle carte di Einstein. 11 ragazzo mostrava evidentemente tali qualità che persino un docente di temperamento conservatore come 11 prof. Hereog. dopo la bocciatura per gli errori in francese, si prese cura di Indirizzarlo in modo che il posto nell'Istituto di Zurigo fosse In ogni caso assicurato al ragazzo». Le carte dimostrano infatti che fu proprio Hereog a suggerire al padre e allo zio Jakob di Iscrivere il Giovane Albert alla scuola cantonale di Aargau, prestigiosa scuola media locale dalia quale •quasi ogni studente è automaticamente ammesso al politecnico». Nonostante le difficoltà con la lingua, che Einstein ha continuato ad avere anche in seguito, il tuo successo ad Aargau i ttato tale da meritargli la promozione con ti massimo dei voti «con la viva protesta del professore di f rancese», come e «ertilo sulla napello che toràpubblicata da Stachel. Dice il curatore: »E' proprio questa pagella che ha creato la leggenda di Einstein pessimo scolaro. Finora le carte non erano disponibili e solo poche persone avevano potuto consultarle. Evidentemente queste persone hanno Interpretato a rovescio 11 sistema di voti svizzero». La fotocopia dei voti finali di Albert Einstein alla scuola di Aargau mostra infatti una serie di «uno» e «due» che devono essere sembrati coti bassissimi a un frettoloso lettore degli archivi cantonali. Il sistema di Aargau prevedeva una classifica dei .uno. a .«ri», ma con valore rovesciato rispetto alla maggior parte dei «(«temi di votazione scolastica: .uno. in/atti era il voto piti allo, una specie di dieci e lode, «due» era l'equivalente di un solido «nove». Naturalmente accanto alla materia 'francete' compaiono frequentemente voti modesti come 'tre- e 'quattro-. Ma tutte le materie sclentiflclie sono premiate dall'uno. E accanto alla materia .violino» l'insegnante di Aargau ha «crifto: .Einstein e stato in grado di offrire una brillante esecuzione dell'adagio di una sonata di Beethoven con una capacità di comprensione per la musica e 11 suo contesto culturale de! tutto eccezionale per la sua età». Ora che 1 documenti sviezeri dimostrano che la «torta di Einstein modesto e immaturo non ha fondamento, i definitivamente chiusa la leggenda denigratoria? «Lo sarà, promette il dr. Stachel, alla pubblicazione del volume». Come mal John Stachel, curatore delle carte di Einstein, ti appretta tolo ora alla pubblicazione del primo volume, e «otfanfo in e iresti giorni ha permesso al New York Times di dare le prime rivelazioni? »E' una storia lunga, complicala e con molte vicende giudiziarie nel mezzo», tpieoa il dr. Stachel. Negli ultimi anni della sua vita lo scienziato aveva dato due disposizioni. Con la prima aveva stabilito che curatori di rutto il materiate da lui lasciato farebbero stati la segretaria Helen Dukas e il «uo amico Otto Naì'.an, un economista. Con la seconda aveva chiesto che. una volta riordinate, le sue irte fossero archiviate presse l'Università di Gerusalemme Ma nel 1971 i ttato stipulati un contratto tra Qerui: i.-nme e Princeton, in ba u ci vuole «arebbe «fata i'i.'*-..t>e»rtf.ì di Princeton a curvrt "?^menta matta di pubblio*: -ni relativa al riordinili irchlvlo di Einstein Princeton ha nominato un fisico di fama, il dr. Stachel. appun to, come editor dell 'impresa e ha valutato il costo complessivo del progetto intorno al milione di dollari (circa un miliardo e 654 milioni). Tradizionalmente le università americane affrontano spese del genere con il sostegno di donazioni private e di fondazioni. Ma tutto 4 stato bloccato per anni dalla tenace opposizione del dr. Nathan. Princeton e Stachel hanno vinto la causa aliatine degli Anni Settanta e un editore, Harold Me Graw, della Me Graw Hill, ha messo a disposizione dell'università l'intera somma necessaria per ti lavoro, oltre a un fondo di 750 mila dollari che Princeton aveva intanto ricevuto dalla National Science Foundation. Con lo zio •I soldi non sono troppi perché le carte continuano a crescere., fa sapere John Stachel. E' di pochi giorni la notizia della scoperta di sei lettere ad anici iugoslavi In cut Einstein avrebbe offerto notizie e ricordi sulla parte meno nota della sua vita. Si viene a sapere che il padre Hermann e lo zio Jckob erano titolari di un'azienda di impianti elettrici che aveva fama europea, e cui si deve, per esempio, la -.xntrueione della centrale elettrica per la città di Monaco alllntrio del secolo. Poiché .'o zio Jakob, che era l'ideatore e il progettista dell'^zieniìa familiare, si occupava di magnetismo e frequentemente ne parlava, il piccolo Albrt ha cominciato già allora u 'antasticare per conto tuo sui problema. Quando il primo volume del lavoro di Stachel sarà pubblicato, fra un anno, giustizia sarà resa per sempre alla storia della prima giovinezza di Einstein: >E' un bambino aperto, vivace, capace di capire e di approfondire argomenti che sono preclusi all'Intelligenza Infantile*. Come spiegare allora il suo tema, le sue dichiarazioni relativamente modeste f.Ncm ho molta immaginazione •> quel tuo accontentarti di .fare l'Insegnante » ? Spiega il dr. Stachel: «Una rigorosa educazione umanistica come quella delle scuole tedesche lo avrà Indotto a pensare che l'Immaginazione propria del poeta, del drammaturgo, non dello scienziato. Lui Insisteva sul "pensiero astratto" come modo per Identificare 11 suo speciale talento. In seguito avrebbe dimostrato che per l'intelligenza di uomini come lui non ci sono precise definizioni e non ci sono confini». Furio Colombo i l Ina rara fotocratìa di Filistei n quando aveva circa quattordici anni (da e Albert FJnsu-ln creatore t ribelle■> ed. Bompiani)

Luoghi citati: Gerusalemme, Monaco, New York, Stati Uniti, Zurigo