Uno squarcio d'azzurro: è Paoletta Magoni di Giorgio Viglino

Uno squarcio d'azzurro; è Paoletta Magoni Uno squarcio d'azzurro; è Paoletta Magoni La diciannovenne di Selvino ha ottenuto proprio ai Giochi la prima grande vittoria della sua carriera • Con una bella prima manche (4') e il miglior tempo nella seconda ha battuto Pelen e Konzett, facendo meglio delle più quotate Quario (7*) e Zini (9*) DAL NOSTRO INVIATO SARAJEVO — La prima medaglia d'oro Italiana dello 1 srl alpino alle Olimpiadi arri- ' va da Paoletta Magoni, di- ' rlannovenne di Selvino, un paesino della montagna bergamasca. 1600 anime, una stazione Invernale In sedicesimo. Paoletta. che ha quattro (rateili, due del quali (Sonia e Livio) azzurri giovanili, ii,i la terza favorita di una squadra azzurra che per fortuna poteva contare su tante campionesse. Ninna Quarto e Daniela Zini hanno buttato via. per puro nervosismo, una manche a testa. Questa ragazzetta di carattere è stata capace invece di essere brava subito (quarto tempo, ma a soli quattordici centesimi) e stupenda dopo, quando è volata al traguardo con 11 miglior tempo di manche e un distacco alla Stenmark proprio sulla Quarto, troppo tardi ritornata se stessa. Finora Paoletta era più conosciuta per il pittoresco • Magoni tcam> guidato dal papa Franco, piastrellista, che non per I risultati ottenuti. Da tre stagioni era una promessa, ma stentava a fare quel passo In più per salire Ira le migliori. Un acuto a Li¬ mone (sesto posto) nell'ultimo slalom di Coppa la portava alle soglie del primo gruppo di merito, sedicesima, e la esclusione di Hanni Wenzel dalle Olimpiadi la faceva entrare nel gruppo di élite in questa grande occasione. La gara era difficile, su un tracciato piuttosto ripido, e dotato di buon ritmo In entrambe le manches, complicato da una nebbia fitta che limitava la visibilità a trequattro porte. Cera poi la tensione che solo un'Olimpiade sa determinare, qualcosa di palpabile e concreto che accomunava veterane come Pelen, Cooper, Hess, ed esordienti come le gemelle Tlalka. Oulgnard e appunto Magoni Ninna Quario partiva con 11 numero uno, le gambe Inchiodate dall'emozione, la psicosi di una defaillance fisica dopo la febbre del giorni scorsi. «A metà pista ero «ruotato, la febbre ha lasciato il segno- diceva al termine della prima manche, quando la classifica la castigava con un tredicesimo posto, senza voler ammettere che I guai erano venuti non dal fisico, ma dalla mento L'austriaca Kronblchler dava le dimensioni della controperlormance dell'azzurra, | staccandola di quasi otto decimi, ma subito dopo l'uscita ! della McKlnncy. un'altra favoritissima, ecco Paoletta scendere decisa e aggressiva, con una sola esitazione all'ultimo cambio di pendenza. Finiva un centesimo dietro la Kronblchler, tempo Identico a quello di Perline Pelen. prima grande a conludere dopo l'eliminazione dell'americana Cooper e di Dorota Tlalka. Poi toccava a Daniela Zini, frenesia di attaccare, qualche tenuta di spigolo in più del dovuto, un bel tempo comunque per un ottavo posto che lasciava aperta ogni speranza. Nessuno si sarebbe ajpel- lat0 ch* Ursu,a Konzett riu scisse a passare in testa, mentre la Hess, dalla quale si attendevano sfracelli, finiva un solo decimo davanti alla Quarto. La sorpresa finale veniva da Crlstel Oulgnard. ventiduenne francese alla prima stagione da protagonista, che saltava tutte piazzandosi al primo posto. Era tutto du rifare per la seconda manche, con quat- lordici atlete racchiuse nello spazio esiguo di un secondo. Babbo Magoni si rivolgeva alla sua Paoletta: •Abbiamo giù fatto molto — diceva con totale Immedesimazione — ma adesso vai su e spari tutto. Qui si viene per la medagita-. Avesse osato, probabll-i mente avrebbe detto anche per vincere, ma e un uomo troppo semplice e la presenza di tutti noi giornalisti, del clan italiano al completo, lo imbarazzava non poco. Daniele Omini, con competenza da tecnico. Incitava la sua ragazza: 'Paoletta ricordati: chi parte per prima ha solo vantaggi su questa neve e su questo fondo. Tu devi rischiare e non preoccuparti di arrivare. Rischiare!*. E lei puntuale, usciva dal cancellato in spinta, per tuffarsi nelle prime porte subito a buon ritmo. .Ho capito che sciavo bene e aliare, ho tirato. Credo che di più non si potesse fare- diceva poi ancora col fiatone in quella confusione del recinti d'arrivo, standose-1 ne all'ombra grande di Clmlnl. quasi a chiedere protezione. Perrlne Pelen non la superava pur assicurandosi la medaglia d'argento. Kronblchler affondava. Konzett rimaneva lontana oltre un secondo, acchiappando comunque la terza medaglia Quello che pochi minuti prima poteva sembrare un sogno presuntuoso, diventava a poco a poco realtà. Quanso saltava poi la povera Oulgnard. Il clan azzurro scoppiava in un boato. I tempi crescevano ad ogni discesa. Daniela Zini peggio-1 rava la propria posizione, la 1 Hess si migliorava un poco, j ma era soltanto quinta, e 111 suggello alla vittoria veniva j proprlo da Ninna Quarto che.1 imalmente sbloccata, ottene-1 va li secondo tempo di manche per un settimo posto liliale. oLlUUS Ol a. Ili. ri '1 Su un ponticello televisivo compariva un enorme trteo- lore italiano, sventolato dal i clan del limonesl. arrivati fin quassù In pullman con cieca fiducia nelle allieve di «Steu* Dalmasso. 61 scandiva ■/-ratio. I-ta-lta-, come allo stadio, crollavano barriere e poliziotti assieme, c'era il collega Tttccl che nella bagarre ci rimetteva una spalla .Voglio ti mio papà- continuava a ripetere Paoletta. stretta da una siepe umana. Giorgio Viglino d

Luoghi citati: Sarajevo, Selvino