L'orso della Bosnia ama Belgrado di Alfredo Venturi

l'orso della Bosnia ama Belgrado l'orso della Bosnia ama Belgrado Branko Mikulic, l'uomo che più ha contribuito alla realizzazione dei Giochi, è stato designato per entrare a far parte della presidenza collegiale della Jugoslavia • Sarajevo è stanca di essere ricordata soltanto come «il posto dove scoppiò la Grande Guerra» - Oggi insiste sul suo ruolo di «cuore» di un mosaico multinazionale sempre in lotta contro pericolose tendenze centrifughe SARAJEVO — Dicono che sull'altro versante della BJelaanlca, la «montagna bianca, socra alle vertiginose imprese del discesisti, s'incontrano ancora gli orsi. Certamente l'orso, piuttosto che il lupacchiotto Vucko scelto dagli organizzatoti, potrebbe essere 11 simbolo di questi giochi. So Infatti le Olimpiadi della neve sono approdate, settantanni dopo Chamonix e quattro dopo Lake Placld. ira 1 minareti di Sarajevo, Io ■si deve alla pessione per gli ore! del maresciallo Tito. Amante del grandi spazi, provetto cacciatore, il Maresciallo adorava percorrere con il fucile In spalla le montagne della Bosnia, folte di cupe leggende e di grossa selvaggina. Queste montagne, per il capo carismatico della Jugoslavia, erano folte anche di ricordi di guerra. Era stato proprio qui. nel '42, che le sue lormazlonl partigiane si erano consolidate, avevano ripreso flato dopo 1 disastri iniziali, si erano lanciate all'offensiva. Contro gli invasori tedeschi e italiani, contro I collaborazionisti ustascio di Ante Pavellc. 1 cetnid di Draza Mlhallovlc. Fra le montagne bosniache care alla lotta di liberazione, e poi consacrate agli ozi venatori del Maresciallo, maturò l'operazione Olimpiadi. ,1 Faceva gli onori di casa, durante I soggiorni di Tito da queste parti. Branko Mlkullc, grande notabile del partito in Bosnia-Erzegovina e ascoltatlssimo collaboratore del Presidente. Non gli fu difficile ottenere, fra un appostamento e l'altro all'orso bruno delle Alpi Dlnariche, l'assenso di Tito: Belgrado avrebbe proixwto e caldeggiato la candidatura di Sarajevo al giochi invernali. A quel punto non restava a Mlkullc che lanciarsi nella grande sfida organizzativa. Fra pochi mesi, l'uomo che ha messo In piedi il sofisticato meccanismo di questi giochi ne raccoglierà per cosi dire I frutti politici: la repubblica di Bosnia-Erzegovina lo ha Intatti designato l>er la presidenza collettiva della Jugoslavia. In questo organismo di otto membri, uno per ognuna delle sei repubbliche (Serbia. Croazia. Macedonia. Montenegro e Bosnia-Erzegovina) e delle due regioni autonome della Serbia (Kossovo e Vojvodina), Branko Mlkullc siederà accanto a altre personalità di spicco, come lo sloveno Stane Dolane, il croato Josip Vrhovec. Il macedone Lazar Mojsov. E certamente porterà, nella suprema istanza federale alle prese con I problemi e le tensioni del dopoTito. un contributo appassionatamente unitario. Le spinte centrifughe che insidiano l'integrità federale, infatti, non partono certo dalla Bosnia. Partono piuttosto dalla Slovenia, partono dal Kossovo. Per ragioni tanto diverse quanto e diverso, tra la florida repubblica del Nord-Ovest e la regione autonoma di lingua albanese, Il reddito pro-capite: seimila dollari l'anno in Slovenia, mille nel Kossovo, secondo dati doli 81. Nella Jugoslavia di Tito e del dopo-Tito. la Bosnia 18tata e resta il «nocciolo duro-, un persistente elemento di coesione: simboleggiato da queste montagne sacre alla guerra partigiana, e ora implicito nello sforzo, repubblicano ma anche federale, del Giochi olimpici Invernali. Questa 6 la repubblica che nella Jugoslavia, in questa unità di diversi, si riconosce di più. Perché é anch'essa composita, mezza turca e mezza slava, e nelle città e nel villaggi il minareto musulmano affianca pacificamente il campanile cristiana Quando a Sarajevo si chiedono notizie e impressioni sulla «questione federale insomma sulla tenuta del mosaico jugoslavo, sul rapporto con la Serbia e con Bel grado, si viene Invitati a os servare da che parte scorre l'acqua della Mlljacka. La Mlljacka 6 11 piccolo fiume che attraversa la città: le sue acque vanno verso la Bosna. che a sua volta confluisce nella Bava, laggiù nella plana di Slavonta. E andare nella Sava significa, evldentemen te, andare verso Belgrado, dove finalmente la Mlljacka porta 11 suo contributo al grande Danubio. Del fatto che la Mlljacka scorre verso Belgrado erano ben consapevoli, settantanni fa, le autorità austro-ungari che. Che non esitarono un solo Istante, quel 28 giugno del '14 che vide Gavrilo Prin cip colpire a morte l'arciduca Francesco Ferdinando e l'ar clduchessa Sofia, a puntare I cannoni sulla Serbia. L'attentato di Prlnclp qui « ricordato con un misto di precisione didascalica e di fastidio. Sì conservano impresse nel gra nuc. di fronte all'Imboccata ia del ponte dove la coppia asburgica incontrò 11 suo de stlno, le orme del giovane Irredentista, nell'esatta post' zlone In cui egli si trovava quando apri ti fuoco. C'è un piccolo museo dedicato alla Giovane Bosnia. l'organizzazione dt cut gli attentatori del '14 facevano parte. La Giocane Bosnia, non la Mano Nera, come pretesero gli austriaci. Questa setta segreta di ufficiali serbi da tempo ossessionava 11 potere viennese. Da quando nel 1903 aveva sanguinosamente Imposto un cambio di dinastia uccidendo re Alessandro, conservatore e filo-austriaco, e sostituendolo con Piotr Karageorgevic. Dando cosi il via a una stagione aggressiva, alle espansioni serbe nelle guerre balcaniche, all'affermarsi a Belgrado di un'ambiziosa potenza regionale. Lo sapevano bene a Vienna: la Serbia sogna lo sbocco ai mare, e questo sogno * destinato necessariamente a realizzarsi attraverso la Bosr.la. Un sogno che Francesco Ferdinando, l'erede al trono che vuol trasformare l'impero. si appresta a contrastare con grande saggezza politica. L«. duplice monarchia tedesco-magiara diventerà tripllI et : con l'esaltazione dell'clej mento slavo, con l'afftanca; mento a Vienna e Budapest I ili una terza capitale a ZagaJ bria. Oli spari di Sarajevo ; b'occano la riforma ucciden¬ do Il riformatore, dando 11 segnale della fine per la vecchia Austria sovrannazlonale, rendendo praticabile la sola via della guerra. Ma non e certo cosi chiaro, l'avvenire, In quei giorni d'estate del 1014. A Londra, The Times cosi spiega la faccenda al suol lettori: •£' conte se, in un momento di tensione politica, il principe di Galles venisse assassinato in Irlanda*. Ma non c'è dubbio: una certa insofferenza è evidente, nella capitale bosniaca, ogni volta che il discorso scivola sull'attentato. Ne hanno abbastanza, qui. di essere nlent'ultra che «il posto dove scoppiò la Grande Guerra». Chi illustra la città al visitatori olimpici, cerca di sorvolare su quel fragoroso 38 giugno. Piuttosto che le Impronte di Oavrilo stampate per tetra, perfertscono mostrarti ] la grande moschea di Oari I Muzrevbey, o quella piccola, aerea, affascinante dt All Pa-1 sha. o le biblioteche, le chie- noBoduOeLivcoUnninpe—canopadaRlse, le Sinagoghe, le bottCgUC- 1 'a ce del vecchio quartiere turco. E naturalmente le aggiornatissime realizzazioni olimpiche. Le guide Insistono volentieri sul carattere composito della città, frutto dt una storia travagliata ma anche di una radicata consuetudine alla tolleranza. Parlano degli slavi che vennero dopo i romani, del turchi che vennero a sovrapporsi agli slavi e a dare 11 nome alla città: Sarajevo nasce da sarà), serraglio 0 palazzo. Del saggi governatori mandati da Costantinopoli che non esitarono, quando gli ebrei di Spagna furono cacciati e vagarono senza patria, a spalancare le porte della città a un'Immigrazione cosi ricca di talenti. DI un ruolo strategico essenziale, come avamposto europeo della potenza turca e dell'Islam: un ruolo che Sarajevo è costretta a pagar raro verso la fine del Seicento, quando arrivano gli eserciti devastatori di Eugenio di Savoia. E poi t) lungo dominio asburgico, e finalmente lo Stato degli slavi del Sud In questa storia di contatti e di scontri, di rapporti cruenti o pacifici, la gente di Sarajevo Iscrive volentieri il capitolo in corso delle Olimpiadi. Dalla città In cui esplosero, a) tempo felice e inconsapevole che precedette la prima guerra mondiale. 1 col- 1 pi fatali di Prlnclp. risuona | oggi 11 vecchio ostinato appelI lo a vivere In pace. Attraver1 so I cinque cerchi, il fuoco di | Olimpia e tutto 11 resto, il nuovo messaggio di Sarajevo cerca di sovrapporsi al rumori di guerra, al silenzi della paura atomica. Alfredo Venturi 00tanadi daMitGlaealatudMluT(cmtr—lacgnSap—ctoc —mrnio—