Giocare al futuro

Giocare al futuro Giocare al futuro VITTORIO ZUCCONI Avverte uno studio fatto dai giapponesi — e i giapponesi di queste cose si intendono — che i nostri bambini non sanno più Rimile: sono tutti prigionieri della televisione-, vittime del video nelle sue molteplici coniugazioni, videoregistratore, videogame, videoterminale. Insomma, videodroga. Edui aiori, psicologi dell'infanzia, gcnirori angosciti rivelano che i figli diffidano dell'aria aperta ed evitano l'erba, parlano con le cose e racciono con le persone, si comportano come se Dio avesse dato loro le mani solo per schiacciare pulsanti e azionare leve. Non sanno che già Aristotele ammoniva: «Solo giocando, si dittala uomini seri». Se c'è un pensiero clic stoltamente accomuni nuilii e padri di tutto il mondo, da l'aldino a Kiev, da Osaka a Buenos Aires, è il dubbio di avere sbagliato l'educazione dea propri figli, c il timore che questi stiano crescendo malissimo. Il grido d'allarme giapponese ci rrova dunque istintivamente solidali. I.' forte la tentazione di unirsi al coro e gridare: "Pierino spegni subito la tv e vai fuori a giocare al pallone sul prato». Ma, un momento: a patte che per trovare un prato Pierino dovrcblie probabilmente prendi le un taxi e viaggiate una buona mezz'oi.i, nutro intensi dubbi sulla validità di quo sic* pteoccupazioni. S.iti (orse soltanto la voce del bambino in pensione che sonnecchia dentro ogni adulto, eppure diffido istintivamente delle grida d'aliatine di educatori, sociologi, esperti e giornalisti. Sospetto sempre che gli anziani, in realtà, rimproverino ai più giovani soltanto il fatto che questi non si ^ lomportino come loro. E' vero che i miei due figli sarcl>bcro facilmente sconfini dall'ultimo Gianburrasca ottocentesco al tifo della fiondi o alla rincorsa del cerchio, ma /iituebUin Lucignolo in un atrimo spi:.patulligli come vola un aereo con s50 tersone sopii In nessun luogo, epoca o civiltà, i saggi di professione sono mai stati contenti dei bambini. Non ricordo di avere letto trattati, articoli od orazioni nelle quali il Ciceronidi turno esclamasse: «0 lenipi mirabili, o giovani onesti e colti». Se questo accade, attenzione, perché si tratta di solito di ptopaganda politica per aut.«esaltati i «forti figli» di un pessimo regime. Dubito che le stolte nursiry rltymes che le bravi governanti inglesi leggevano ai bambini buoni, o le sconclusionate filasrrocchc di mia nonna fossero mollo più profonde di un cartone animato. Si dice: la violenza, clic diseduca i nostri piccoli. Eppure mi sembra di ticotdare storie lontane di boschi popolati da lupi divo ranonne, di matrigne che cuociono mele avvelenale net togliere di mezzo Je figlie, di orchi dediri a carne umana, prefctibiìmente di bambini. Cambiano i simboli, si adeguano le circostanze, gli oggetti, ma non credo che il videocomputer sia più diseducativo del Meccano. Cambiamo soprattutto noi che, avendo disimparato a giocate, ptetendiamo di insegnate come si fa ai bambini fingendo che sia per il «loro bene», quando in verità il bene e nostro: perché il bambiino dentro di noi muore davvero, soltanto quando anche il suo antico modo di giocare ti un.>ni.i. Lo studio giapponese è serio, i timori clic esprime legìttimi, ma ho deciso di lasciar giocate i mici figli come vogliono. La ruota delle generazioni schiaccia insieme con gli uomini anche i loro giochi.

Luoghi citati: Buenos Aires, Kiev