«Streghe» deluse

«Streghe» deluse «Streghe» deluse Rifare il mondo, anziché ggiusrarlo alla meno peggio, è l'illusione in cui SpCSSO cadono i politici; tanto più pericolosa, anche j>et loro oltre che per noi, perché quasi sempre li porta a trascurare ciò che davvero capila nella società. Una conferma di quest'opinione, del resto assai diffusa, mi è venuta dalla Cura dei diritti femminili adottata in gennaio dal Parlamento europeo, in base ad un ponderoso srudio sulla siruazione delle donne nei Paesi membri della Ccc. Non solo resta piccola la |Krccnrualc delle donne che nella Comunità hanno icsponsahilità politiche, ma sono gravi soprattutto i risultiti delle analisi stilistiche circa il problema della disoccupazione. l.i ucessione economica, nella Ccc, ha pesato partici ilarmente sul lavoro femminile: dal 1970 il numero dei disoccupati maschi è raddoppiato, menrre quello delle donne senza impiego è aumentato di otto volte. IT bene che il Parlamento europeo si preoccupi ilclla quesrionc e rivendichi la parità di dirirri tra i sessi Ma è forse meno oppor- FRANCESCO BARONE runo che una sua esponente, Cliodhna Dcmpscy, lo faccia con gli accenti che furono propri al femminismo degli anni ruggenti. Miss Dcmpscy ha infatti dichiarato che ancora una volta le donne sono «capri espiatori» delle crisi economiche, ma che, per fortuna, il Parlamento "ha rubinlo l'idea ci* la risposta al problema dtlla disoccupazione sia per /«■ donne il ritorno al lai .indino della cucina». Non la sfiora il sospetto che la disoccupazione femminile sia tanto cresciuta rispetto a quella maschile ambe per il numero delle rivendicazioni «tutto e subito» del femminismo rivoluzionario degli Anni Serialità E" questo, invece, sospetto ben presenre nell'ultimo libro, Femininity, di Susan Brownmiller, nota giornalista americana, che nel '75 fece epoca col suo volume sulla violenza sessuale quale «lonsapevole procaso di intimidazione con cut lurti gli uomini tengono in stato di timore tutte le donno. La Brownmiller non rinuncia alla resi che la femminilità sia solo un «co¬ strutto sociali» sorto come difesa contro la prepotenza maschile. Ma constata ora, con dolce tristezza, come essa stia tornando di moda tra le donne nella forma di "Mutimento romantico» di ripresa di quegli aspelli del comporramento sintetizzati da Goethe nell' «Eterno femminino». Il' un revival nato dalle stesse lotte che, dopo i successi femminisri, le donne elcWxino ingaggiare per trovare un iavoto e un uomo. Merce rara quest'ultimo, dato il maggior numero di donne e il fatto, ad esempio, che a New York City i maschi gay sono circa 400 mila. Si.che, conclude la Brownmiller, mentre quindici anni fa si accumulavano rivendicazioni da presentare agli uomini, ora "non si trovano più uomini e non c'è qualcuno c/se ascolli Ir nostre protette». Anche questo libro • femminista» ha recuperato il gaiho della femminilità, sia essa legata alla natura o all'artificio sociale. Gò che conta è che la grazia del «femminino» riesce a tendere più sopportabili, anche nei momenti di ctisi, le difficoltà tanto delle donne clic degli uomini.

Persone citate: Brownmiller, Goethe, Susan Brownmiller

Luoghi citati: New York