Con Oblomov pigrizia è felicità di Stefano Reggiani

Con Oblomov pigrizia è felicità Con Oblomov pigrizia è felicità Mei Brooks, diretto da Alan Johnson, ripropone con alcune varianti il film di Lubitsch: comicità stile Anni 40 OBLOMOV di NlklU Mlkhalkov, con Olef Tabakov, Jurij Bojtyrev, Andrej Pepo», Elena Solovej, Avanfard Leonljev. Tratto Uberamente dal romanzo di Ivan A.Gonmrov. Produzione sovietica a colori. Le voci Italiane degli interpreti principali tono di Antonio Salines e Paola Quattrini. Da vedere. Cinema Studio RIU di Torino. Chi ha praticato i vizi ineffabili della pigrizia e dell'accidia sa quanto alane vicini a una (orma sofferente, forse l'unica possibile, di felicità, L'accidioso non fa il bene, ma neppure il male: egli e un'aJ ternatlva radicale alla società e alle dubbie virtù che essa Impone: non si presta, non si piega. E' naturale che Oblomov. U pigro e schivo simbolo del pigri, abbia suscitato riprovazione fin dal suo primo apparire nella letteratura russa dell'Ottocento (1859) per mano di Ivan Ooncarov e sia diventato in epoca rivoluzionaria il personaggio negativo por eccellenza, uomo inutile, non a caso frutto di una classe parassitarla di piccoli possidenti, non a caso partecipe di un'anima russa, solennemente indolente e contemplativa, che si voleva modificare. Eppure Ooncarov. che celebrò con la sua esistenza e con gli altri suol libri, la normalità r la felicità della burocrazia senza ambizioni, potrebbe essere considerato un ideale anticipatore di tutti gU uomini di apparato, di tutta l'Uras cìo|x> Stalin Per conto nostro l'eroe di Ooncarov è ben piti che russo, e universale e l'abbiamo sempre inleso non come fante- sma di una cultura, ma come riassunto e pudica apologia di una condizione esistenziale. Per questo i'Obtomoi> di Mlkhalkov ci fa un grande piacere; non solo •riabilita» (come dice lo slavista Vittorio Strada) un eroe in patria, ma riafferma 1 perenni diritti poetici dell'oblomovismo. Il film di Mlkhalkov (Il regista di Schiava d'amore) giunge con qualche ritardo sul nostri schermi per le trascorse difficoltà del distributore Italiano, il Luce-Italnoleggio, ma non e mal tardi per accogliere con alletto un personaggio eccezionale e un'opera degna di lui. Nlklta Mlkhalkov. Ingegno fervidissimo di una famlI glia di artisti (però suo fra'-clI lo Andrei e un regista un po' trtrreintadrergcdpnlezDOctld trombone) non ha scelto di tradurre Unterò libro, solo di relnterpretarne una parte, e infatti 11 titolo originale recita: Alcune giornate nella vita di Illa line Oblomov. Da un lato Mlkhalkov ha reinventato l'Infanzia dell'eroe, lunghe giornate nella pigrizia amorosa della casa di campagna, tra 1 sonni profondi della madre, le chiacchiere pacate del padre col contadini, quasi 11 soffio di un'Indolenza sacra (ecco la •riabilitazione» delle radici storiche). Dall'altro lato ha descritto Oblomov nel punto più dlffl clic della sua esistenza, diviso tra la dolce e tenace pigrizia e le tentazioni dell'amicizia (11 dinamico Stolz che lo sprona ad agire) e soprattutto dell'amore (la delicata Olga che sogna di sposarlo). No, c'e nell'azione un rischio di infelicità maggiore che nell'inazione; Oblomov rifiuterà 1 due modelli per seguire là sua vocazione, al fondo delle ombrose stanze dove Il suo letto disfatto gli tende il più caritatevole abbraccio. Stolz ed Olga sposandosi, proveranno l'opaco peso della banalità, perchè gli attivisti se sono costretti a fermarsi e a guardarsi si sentono Imbarazzati e stupidi. OWomot' e un film da amare, con solidarietà. (L'edizione italiana è stata curata da Marco Leto con l'impegno ammirevole di non inseguire un doppiaggio •solito-, ma non ci è piaciuta la scelta di Salines. troppo stridulo e lamentoso, come voce dell'eroe). * * ESSERE O NON ESSERE di Alan Johnson, con Mei Brooks, Anne BancrofL Produzione americani a colori. Commedia. Cinema Olimpia e Lilliput di Torino. Cinema Arlston 2 e Hollday di Roma. E' de) 1912 Essere o non essere di Lubitsch. grande autore di commedie: la resistenza antinazista attraverso una compagnia teatrale a Varsavia. Non tutti furono contenti di quell'incursione brillante in un'epoca dura. In un'occupazione odiosa: non si poteva scegliere un altro soggetto? Eppure 11 film aveva i suoi meriti, tra gli altri l'ultima interpretazione di Carole Lombardi che affidò « Lubitsch forse 11 meglio di sé. Volgendosi a un piccolo classico degli Anni Quaranta Mei Brooks ha voluto dimostrare che la sua versatilità, la sua capacità di Imitare I generi non ha limiti e che egli e disposto « pagare qualsiasi prezzo, anche quello di apparire un vero attore. In Estere 0 non essere ha rifatto Lubitsch al settantacinque per cento. 11 resto va a suo carico. Capocomico di una compagnia che non lo stima molto,' marito di un'attrice che non lo rispetta troppo, mattatore frustrato ma non vinto, Brooks. nella Varsavia occupata dai nazisti, si trova a di- 1 rigere un'Impresa quasi disperala, anzi tanto disperata che non può non riuscire. 81 tratta di portare all'estero tutta la compagnia, salvando nel contempo un buon numero di ebrei. Tra teatro e comando nazista si intreccia una serie di scambi e di equivoci In cui splende la seduzione della siI gnora Bancrofl e finalmente ! rifulge l'arte Interpretativa di | Brooks. Dice lui. a un certo punto: -La mia migliore prova, e non c'era II pubblico'. In fondo gran recita in teatro, gremito di nazisti in platea e di ebrei sulla scena. L'aereo di Miller rulla sulla pista in attesa del Capo. Ma chi 611 Capo? Non somiglia a Mei Brooks? Seguendo la macchinazione apprezzerete lo sforzo di misura di Brooks. che ha tenuto anche 1 colpi di scena e le buffonerie allo stile lieve c malinconico degli Anni Quaranta. Stefano Reggiani U 1 Oblomov, un eroe universale, apologia di una condizione esistenziale -Brooks e Anne Bancrofl per un film In stile lieve e malinconico

Luoghi citati: Roma, Torino, Varsavia