Stoppard: svolta a Broadway di Furio Colombo

Stopparci: svolta aBroadway COME VEDE L'AMERICA L'EREDE Dì TENNESSEE WILLIAMS Stopparci: svolta aBroadway «The Real Thing» («La cosa reale», commedia appena arrivata in Italia), attira folle, provoca dibattiti, diventerà un film - L'autore restituisce a paiola e scrittura un ruolo che nel teatro avevano perduto - La critica parla di cultura, eleganza, «restaurazione» - Dell'attore protagonista dice: «E' la fine del regno di Richard Burton» NEW YORK — -Un evento come questo non accadeva dal tempi del primo Tennessee Wllllhms., ha scritto il Vlllage Voice. E il New York Times, che * ritornato sull'argomento almeno tre volte con le sue voci piti autorevoli, conferma e tncatsa: «Dopo Chi ha paura di Virginia Woolf? dt Albee un fatto del genere non si era più verificato nel teatro contemporaneo.. Ora che Time e Newsweek, Atlantic Magatine e Harpcr, New Yorker e Vanlty fair, New York Magacine e Wall Street Journal, tono intervenuti sull'argomento con un giudizio esaltante, in un accordo rarissimo, si può essere certi che qualcosa di nuovo è avvenuto a Broadusay. Oggetto di tanta attenzione e The Real Thing (• La cosa reale') ultimo lavoro di Tom Stoppard, che sabato scorso ha debuttato in Italia a Moncalvo e sarà il 21 febbraio al Piccolo di Milano, interpreti Ilaria Occidui e Sergio Fantoni. Lo scrittore inglese divenne celebre a ventinove anni con Rosencrantz and Oulldersten are dead c da allora non ha mai finito di affascinare critica e pubblico. Questa volta, se si confrontano e si sommano i giudizi autorevoli che formano l'opinione in America, Stoppard ha passato il segno del successo per entrare nel dibattito sull'evoluzione del teatro, su un nuovo modo di scrivere e persino sulla funzione sociale dello scrittore nell'epoca .high torli, e, come dicono molti critici, della •restaurazione». Con Reagan Afa c't una seconda ragione che ha mobilitato valanghe di recensioni e di articoli e riversato su Broadwag una folla da partita di calcio. .Sì chiama Jeremy Irons ed è il protagonista del lavoro di Stoppard. Bisogna risalire al Marion Brando di Un tram che si chiama desiderio per ritrovare una di quelle rare e grandi occasioni in cui un at tore nuovo e un autore-rivelazione nascono insieme e insieme cambiano il rapporto fra il pubblico e il teatro. Ha scritto Robert Brunsteln su New Republlc che •se Brando era 11 grande Interprete di un'epoca populista e democratico. Irons incarna bene sulla scena, nello stile, nel modo stesso di concepire l'Intonazione della battuta. l'Inghilterra di Margaret Thatcher e l'America dell'era di Reagan». Può interessare Il fatto che Irons, che è inglese come Stoppard, come tutti I pvotagonlstt della Broadwag di Questi anni, si dichiara volentieri «thatcherlp.no- e conserva (ore, e ha avuto nella sua vita curiose somiglianze con il passato politico di Ronald Reagan. Per esempio, ha esordito da giovane come «social worker» negli slums londinesi. Ma anche Stoppard è considerato il rappresentante colto della conservazione o, come é stato scritto a New York, -11 commediografo della restaurazione., e anche Stoppard dichiara di avere votato per II partito di Margaret Thatcher. Ha notato Benedici Nightingale sul New York Times: .Quello che Interessa non è tanto la scelta politica personale di questi due personaggi, ma piuttosto il (atto che un'epoca molto complessa e poco capita, abbia la sua arte, I suol autori la sua scrittura e I suol interpreti.. Il dibattito diventa più chiaro utilizzando il confronto col passato. «Una generazione di attori, da Marion Brando a Richard Burton, da James Dean a Paul Newman, ha dato voce al clln.a tempestoso di un mondo che voleva annunciare rabbie rivoluzionarle e opposizioni accanite». Cosi ha scritto Rhoda Kocnlg sul New York Magazlne, cercando un modello interpretativo per il nuovo fenomeno. Dalle colonne dello stesso giornale incaica John Simon, il piti combattivo del critici americani, e chiede di considerare, come controprova e confronto, il ritorno del 'Litinp TTieafre» sulle scene di New York. Simon, che è stato amico di Jullan Beck e Judith Molina e che per un breve periodo della sua vita ha persino recitato con loro, non esita ora a dire che la distanza fra il teatro di Beck e Molina e II tempo nel quale tenta dt riaffermarsi adesso, è grande e incolmabile: -Tutto quello che ci resta de) ricordo di allora è lo stesso fermo rifiuto di questi vecchi attori per un buon deodorante». Afa il passare del tempo e il gioco della moda non sono le sole ragioni del penoso insuccesso del .tirino TVwuIre. nel sua ritorno in America e dei correre della folla e del critici alla corte di Tom Stoppard e di Jeremy Irons. Qualcosa è accaduto, anche se non ha — come e apparso a qualcuno — la portata di una svolta politica. E II segno del legame coi tempi ha certamente assecondato il lavoro di Stoppard e reso trionfalmente accessibile la recitazione di Irons. Stoppard restituisce alla parola e alla scrittura un ruolo che nel teatro aveva perduto da tempo. Il suo continuo flirtare con la cultura. le sue citazioni a cascata, da Pirandello a Shakespeare, lo scivolare quasi Ufinfivo eppure calcolatissimo dette sue battute in suoni che sembrano versi, l'uso attento del metro, del ritmo, del suono, di un *effetto d'arte,, come è stato detto, che va molto al dt là della commedia brillante fondata su situazioni e battute, tutto ciò può far parlare di •restaurazione». Non è detto che ci sia una connessione diretta fra il ritorno a certi miti della politica e Uritorno at livelli alti della scrittura. E'probabile che la pista politica, anche se suggerita dallo stesso autore, sia la più | superficiale e la meno utile. Ciò che ha colpito i critici e creato un vero e proprio successo a catena nei pubblico, un successo di proporzioni slmili alla musica rock, i il rapporto fra la quasi banalità del tema e lo splendore della sua esecuzione. Se si riassume la trama, sembra di citare una situazione classica di Neil Simon o di Noel Coward. Due coppie, un autore di teatro e un attore, perdono e trovano una donna. In questa nuova combinazione ciascuno scopre che nulla è risolto e che la rottura e la ricomposizione delle coppie potranno accadere ancora, in ogni momen¬ to, che il trauma della nuova frantumazione continuerà a fare un danno e a generare nuova vi (a: come prova ci viene data la testimonianza della figlia giovanissima del commediografo, che racconta l suoi freddi amori ài adolescente prima di abbandonare la casa. Qual è dunque II .di piti» con cui Stoppard ha conquistato il pubblico di New York, ha guadagnato l'inevitabile versione cinematografica, ha provocato dl| battiti che non avvenivano da dieci anni e ha rovesciato la crisi economica di Broadwag (700 mila dollari di biglietti venduti nei primi tre plorai, Incluse nafuraimente te prenotosioni che continuano ad arrivare fino alla fine dell'anno)? L'eleganza sembra essere un primo inprediente, insensibile al f radteionale richiamo americano in favore di una scrittura che possa essere capita e goduta da tuta, Stoppard fa un'operazione inversa. Il suo dialogo è colto, ricco, allusivo e nessuno, non l'autore, non gli attori, si curano della comprensione universale. Dopo due decenni di televisione condiscendente e di modesto livelle, li pubblico sembra grato alla severità di questo nuovo autore (nuovo per gli standard di Broadwag) al modo in cui gli studenti tornano a chiedere rigore al loro Insegnanti. La cultura, come citazione, come uso di materiali, come costruzione di analogie, rinvìi, accenni, ammiccamenti e strutture parallele, è un altro fattore, tanto Insolito quanto evidente, nel successo di Stoppard. Ci sono situazioni di Pinter, declamazioni elisabettiane, trovate che, per essere gustate, richiedono il ricordo nitido di Pirandello, c'è Beckett e c'è II gusto del rovesciamento fra situazione, parole e significato, che devono essere colti come un omaggio a Joyce. 'Ci sono due Tom Stoppard», ha detto il critico Jack Kroll, analizzando il testo e II successo. «Uno e simpatico, svelto, commerciale e ricorda un buon Noel Coward, tipo Vite private. L'altro è colto, aristocratico, ri- I tratto, ndr). L'uno * sull'av- gorosamente creativo e assolutamente non accessibile a tutti. Il miracolo consuste nel fatto che questi due diversi autori possano convivere con tanto equilibrio. E che il pubblico 11 accetti entrambi». _ 17 titolo ha, nel teatro di Stoppard, un significato che va al di là delta trovala da cartellone. The Real Thing è una batto te che si colloca al centro della commedia. E' un esasperato esercizio di parole nel mezzo del quale II fitto rincorrersi di battute fra I due protagonisti (uomo e donna che si amano, che si sono traditi e che probabilmente si lasceranno) si interrompe per la mancanza dt una parola. Dovrebbe esserci una rivelazione. In quel punto del dialogo, nel cuore della commedia. Dovrebbe esserci la definizione sfuggita, il significato inseguito, il momento chiave che magicamente apre gli occhi al protagonisti e al pubblico. ■ Ma la fluida ed elegante conversazione fra l'uomo e la donna si inceppa. Manca-una parola e non verrà trovata. Dicono thing. Za cosa, una cosa, per buttare un ponte provvisorio che consenta di andare avanti. Afa si va avanti con un buco nel centro. La vita e il suo senso sfuggono attraverso quella fessura, le parole risultano strumenti scivolosi e inadeguati persino nelle mani di un giocatore straordinario come Henry Boot, il personaggio principale del dramma di Stoppard. E' naturale che un slmile Impegno, una volta affidalo a un attore cosi radicalmente diverso come Jeremy Irons, piunpa /ino alle estreme conseguenze del successo Irons è caustico e dolce, sottotono eppure brillante, intelligente fino all'esasperazione, implacabile e mite. I Un'epoca i Non rinuncerà mal alla I batevto per quanto distrutti- j va e crudele. Non cadrà mai nella trappola senza uscita del cinismo. .Come Lesile Howard», é stato detto di lui. •come Ben Klngsley». linterprete di Gandhi e Betrayal. Soprattutto —piace dire ai crittei americani — Irons è uno che assomiglia fisicamente a Laurence Olivier e ha II temperamento e lo stile di John Oielgud. «Jeremy Irons e la fine del regno di Richard Burton. di Peter O' Toole e di Albert Finney ». Forse quella fine era gtà venuta prima dell'apparire di Jeremy Irons sulle scene di Broadway. Forse questo esordio americano, Il clamoroso successo dt Stoppard-lrons. non segnalano né una svolta ideologica né un aggancio inedito fra cultura e politica Ha detto Robert Brunstein, etilico e capo della Scuola di teatro di Yale: «Senza dubbio The Real Thing ha qualcosa In comune con The Ktpnf Stuff (il libro di Tom Wolf e il film che ne è stato ventura di sopravvivere nello spazio, l'altro sull'ostinazione di salvare I legami e 1 sentimenti del vivere In coppia. Entrambi sono scritti sulla pelle di un'epoca». Furio Colombo Nc« York. Annie (l'attrice f.lenn dose) e Henry (Jeremy Irons) nello spettacolo a Rmadway Tom Stopparci