Romiti: «In Italia non esiste una vera politica industriale»

Romiti: «In Italia non esiste una vera politica industriale» L'amministratore delegato della Fiat alla commissione Industria del Senato Romiti: «In Italia non esiste una vera politica industriale» ROMA —.Viviamo un'epoca In cui li bisogno di una politica industriale chiara ed esplicita si sta facendo preminente e prioritario. Oggi le principali economie occidentali si stanno misurando, in forte compendone fra loro su tre grandi sfide: Ut ristruttu>ottone degli apparati, un poderoso sforto di innovazione e l'irrevocabile estendersi dell'apertura Internationale dei rari sistemi economici-: t questo lo scenario su cut muoverà ti sistema Industriale che l'amministratore delegato della Fiat Cesare Romiti ha delineato leti alla Commissione Industria del Senato. Romiti ha quindi esposto 1 tre strumenti più efficaci per fare In Italia una politica Industriale: quelli destinati a dare continuità al meccanismi di Intervento che si sono 11 velai i validi rispetto alle esigenze attuali delle Imprese. Intendo riferirmi a strumenti e misure In grado di assicurare la flessibilità gestionale: quelli rivolti a migliorare 11 funzionamento delle Imprese ed a stimolarne un ordinato sviluppo. Rispondendo a particolareggiate domande della Commissione Industria del Sena- to. l'amministratore delegato della Fiat, a puro titolo esemplificativo delle potenzialità del Oruppo. ha citato l'Ipotesi di progettare una vettura di piccola cilindrata destinata a raccogliere l'eredità della 500. •// momento progettuale — ha pero subito precisato Romiti — appartiene alla fisiologia dell'impresa, ma ciascun propetto, per essere concretamente n'allttato, necessita di favorevoli condizioni generali, strutturane di mercato^. Sulla trattativa governoslndacatl-tmprendltoii per 11 costo del lavoro. Romiti ha espresso U timore che pressioni politiche portino a definire un accordo confuso e di scar¬ so contenuto reale. «Accordi di questo tipo sono inaccettabili, proprio perché possono creare l'illusione di aver fatto qualcosa, mentre nella sostanta il problema resta irrisolto-. Romiti ha anche auspicato una diversa regolamentazione del mercato del lavoro attraverso assunzioni nominative e con l'attuazione dell'accordo del 22 gennaio '83 sul contratto con finalità formative. Romiti si e anche soffermato sulle prospettive del prossimi anni, tra le quali, a suo avviso, appare centrale l'Internazionalizzazione dei rapporti economici, con II ruolo cre¬ scente dell'esportazione di prodotti Industriali per la vitalità del sistema economico italiano. Questo presuppone —a suo avviso—unindust ria competitiva: la Fiat ha fatto In questo senso ingenti Investimenti Per Romiti bisogna però che sia ridotta l'inflazione, che penalizza l'Industria esportatrice. Romiti, sempre su richiesta del senatori, ha precisato che la Fiat ha concluso e conclude numerosi accordi Intemazionali, destinati probabilmente a moltipllcarsi Egli ha anche precisato che la Fiat non e contraria alla costruzione di impianti in Italia da parte di imprese giapponesi: la sua opposizione all'accordo Alfa Nissan nasceva — ha spiegato — non da una pregiudiziale di questo tipa ma da una valutazione negativa dell'importazione di carrozzerie giapponesi nel momento In cui la siderurgia Italiana era In crisi e delle prospettive del modello proposto dalla Nissan all'Alfa, dubbi che — ha detto — appaiono confermati dalle successive esperienze. Rispondendo. Infine, a specifiche domande del presidente della Commissione In¬ dustria. Re becchini. Romiti ) ha reso noto che gli Investi- : menti (issi e quelli per la ti- ! cerca e lo sviluppo tecnologico ' previsti e parzialmente attuati fra 11 1881 e 11 1986 ammontano a poco meno di 15 mila miliardi. Ha riconosciuto che le aspettative conseguenti all'approvazione della legge numero 46 del 1982 avevano effettivamente condizionato le previsioni del Oruppo Fiat che, in quell'ottica, aveva preI visto e attuato Investimenti ' fissi pari a circa mille miliardi e investimenti per la ricerca tecnologica pati a circa 400 miliardi solo per la produzione del nuovo modello - Uno*. Il venir meno del finanziamenti previsti sia dalla legge 46 sia da quella numero 615 del 1977. tnsieme con il differenziale di Inflazione che permane rispetto agli altri Paesi sviluppati, ha Indubbiamente condizionato le scelte del Oruppo: -Ben diverse — ha concluso Romiti — sarebbero le prospettive di sviluppo in presenta di un corretto funeionamento dette leggi di inceri (frazione anche perciò che riguarda il Mezzogiorno:. r. v. i

Persone citate: Cesare Romiti, Romiti

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