A Parigi i dannati di Bacon

A Parigi i dannati di Bacon UNA MOSTRA DEL PIÙ* CELEBRE PITTORE INGLESE D'OGGI A Parigi i dannati di Bacon PARIOI — Quando si domanda a Francis Bacon se la sua produzione- più recente — esposta alla Oalcrlc Macghl Lclong fino al 26 febbraio — aluta a sopportare la violenza, la risposta arriva rapida, tagliente: -Non faccio il medico, lo.. Se si Insiste, se si fa notare che quel torsi d'uomo e di donna convulsi, sofferenti, aggrediti — par di capire — dalla paura di esistere davvero, hanno l'impronta della violenza pio crudele, devastante, lui sorride: -La violenza? Che vuol dire, violenza? La vita e forse qualcos'altro? Quando non ci più violenza, significa che la morie è già arrivata-. E. citando Eschilo: .L'odore del sangue umano non mi si toglie mal di dosso-. La mostra parigina — sedici grandi tele, tra cui due trillici, preludio della rclros;iel'tiva alla Tate Qallery di Londra, l'anno prossimo — allinea -studi per un ritratto» e «studi del corpo umano*. Dovunque, carni tumefatto e volti torti, amputali, teste ferite o Incompiute: e su sfondi abbaglianti, solari. Temi al quali 11 più celebre pittore Inglese d'oggi (74 anni, nato In Irlanda) e- fedele da sempre. Da quando, cinquantanni fa, di passaggio a Parigi, gli capito tra le mani un libretto Illustralo sulle malattie della bocca, e tutto cominciò: «Adoro ff luccicore e il colore che nenpon fuori dalla bocca; ho sempre sperato di riuscire a dipingere la bocca come Monet dipingeva un tramonto-. Da allora, le sue tele hanno cercato. Inseguito, frugalo l'uomo: con crudeltà, con senso d'angoscia. Perché «l'uomo si rende conto, credo, di essere soltanto un accidente, di essere pri¬ vo di significato-. K lui stesso, In uninlervlsla rilasciata In occasione dell'esposizione iiarislna, a ricordare quegli Inizi, di -tre studi ai piedi di una crocifissione-. A riconoscere che tutto, già allora, s'annunciava: li dolore, la paura, il con» M*>glialo. interrogalo, inquisito. A spiegare che cosa c'e dietro ogni tela, fin da quel auoi primi «assaggi-: -Ho bisogno di dipingere, per eccitarmi, per essere totalmente vivo. Ogni quadro tende una trappola alla rita-. A confessare II suo rapixnio con l'opera avviala e l'opera finita: -Quando sono davanti a una tela, non penso mai: faccio immagini C... dipingo senza prove né disegni; subito, direttamente sulla tela: pronto a coglier e II caso dal quale nasceri il quadro...) ma non so, mal, che cosa finirà per essere, il quadro-. A meditare. Infine, sul realismo come linguaggio d'arte: • Credo che il realismo debba essere reinventato, continuameli Ir reinventato la realtà, nell'arte, è profondamente artificiale, qualcosa che devrssert rkreùta). Altrimenti, sarà solo un'illustrazione di qualcosa, di seconda mano per giunta-. Una sorpresa, nelle bianche sale della Daterie Macghl: due tele eli», paiono un'eccezione al lungo discorso sull'uni no. Duna di sabbia, e Paesaggio diserto. A vederle iijiponi». sembrano lontane rial resto. Sono, Invece una conferma: l'ammasso liquido, e: iMii'.o. Informe è, ancora una volta, un torco nudo, un frammento d'uomo devastato. O. come dice lui. Bacon: «Un fiume. Vn fiume dt carne. emanuele Novasfo

Persone citate: Bacon, Bacon Parioi, Francis Bacon, Monet

Luoghi citati: Irlanda, Londra, Parigi