Washington si prepara al peggio ma gioca ancora la carta Gemayel

Washington si prepara al peggio ma gioca ancora la carta Gemayel SI COMBATTE NEL CENTRO DI BEIRUT: SALTANO LE SPERANZE DELLA «RICONCILIAZIONE NAZIONALE» IN LIBANO Washington si prepara al peggio ma gioca ancora la carta Gemayel Gli Usa hanno offerto la loro collaborazione per un accordo tra il presidente libanese e il leader sciita Beni - In stato di massima allerta marincs e Sesta Flotta - Bush accusa la Siria di «fomentare la guerra» DAL MO0TIW COMMMMOCNTE NEW YORK — Formalmente Washington si aspetta che «un nuovo governo posta estere /ormato al più presto in Libano-, e che esso sta -mag- | Stormente rappresentativo I delle varie forse politiche del j Paese-, e dunque riesca -a ri- ! solvere una crisi che minaccia la stabilità deli-intero Medio Oriente» (la dichiarazione è del Dipartimento di Stato). Nella sostanza, 11 presidente Reagan teme che Oemayel crolli, che sccppl la guerra civile, e che la Siria fagociti buona parte del territorio libanese. Perciò, mentre da un lato gli Stati Uniti sono Impegnati In una frenetica attività diplomatica per salvare il sal¬ vabile, dall'altro discutono segretamente che condotta tenere nel caso che capiti 11 peggio: lasciare o no I marine» a Beirut, aumentarne 1 contingenti e mobilitare la VI fiotta del Mediterraneo, compiere un Intervento militare diretto. La speranza, a Washington, e che la tregua Invocata Ieri dal leader religiosi e politici duri a sufficienza per consentire la ripresa del negoziati tra Oemayel e gli oppositori, n segretario di Stato. Shultz, In viaggio In Sud America, si e consultato telefonicamente col direttore del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca. McPcrlane. e col mediatore Rumsfeld. Insieme hanno de¬ ciso di offrire la collaborazione americana a Oemayel e al leader sciita Beni per un accordo. Al fine di promuovere la convergenza delle varie forze politiche si sono rivolti anche ai Paesi arabi filo occidentali e al partners europei a Beirut: lltalla, la Francia e l'Inghilterra. Shultz. che rientrerà domani, ha già In I programma un incontro col re giordano Hussein, che si trova a Cleveland per cure mediche, e col presidente egiziano Mubarale, atteso alla fine della settimana. In un'intervista alla televisione. Il vicepresidente Bush ha ripetuto che gli Stati Uniti .continuano a credere in una soluzione pacifica dello crisi». Bush ha ammesso che l'inro- munlcabllltà esistente tra Oemayel e l'opposizione drusa e sciita .ha causato grande delusione-, ma ha sottolineato che Rumsfeld. che si trova a Beirut, non abbandona la mediazione. Anche 8hultz ha detto di credere ancora nel negoziati. Il segretario di Stato e apparso però molto piti duro nel confronti della Siria, che ha accusato di -Intransigenza- e di comprendere solo •te rn pio ni della violenta-. »I siriani bombardano e attaccano le postazioni governative, minacciano i ministri e i possibili ministri per impedire la formazione di un governo di coalizione; ha detto. -Sono la vera causa della crisi... Il loro obiettiti i l'espansione territoriale-. Shultz ha concluso che 1 plani della Siria -vanno sventati risolutamente-. La disperala rlalfermazione della strategia di pace del governo Reagan ha anche radici Interne. Ieri la commissione Esteri della Camera ha cominciato l'esame di una mozione per un sollecito ritiro del marine» da Beirut. La mozione non fissa scadenze ma contempla altre Iniziative per lo sgombero -passati trenta gtomi-, qualora 11 Presidente la Ignorasse. La Casi» Bianca « profondamente allarmala dalla prospettiva che il Congresso le tolga 11 terreno sotto 1 piedi. Shultz ha ammonito aspramente I parlamentari di non commettere errori. -Se il Congresso avesse appoggiato incondizionatamente II Presidente' — ha dichiarato — -la Siria non a irebbe feti tato nulla. Più noi ci mostriamo divisi, più facile per essa i destabilizzare il Libano. Non i il momento ili dare segni di indecisione o di debolezza. Semmai bisogna inviare il segnale contrario». Oli Stati Uniti, tuttavia, si preparano a una fase di confronto di cui nessuno osa prevedere gli sbocchi. I marincs a Beirut e le navi da guerra di stanca davanti alla costa sono stati messi nel massimo stato d'allerta, con l'ordine di reagire se attaccati. A quanto riferito dal H'as/ilriptorc Post, Israele ha Inoltre suggerito agli Stati Uniti di cannoneggiare e bombardare le postazioni druse e sciite Intorno a Beirut, per fare toccare con mano alla Strìa che gli Usa non abbandoneranno Oemayel. Un alto funzionario Israeliano, di cui I! giornale non fa Il nome, avrebbe anche detto che «una grande Siria è Inaccettabile» (cioè una Strìa con annessa una parte del Libano). Israele non vuole assolutamente ritirarsi dal tenitori occupati, ma preterirebbe non arrivare a una guerra con Damasco. Il Was/ilnoton Post non ha accennato a nessuna operazione militare congiunta lsraelo-americana. sebbene I due Paesi abbiano firmato un patto l'anno scorso. Su questi preparativi. Casa Bianca. Dipartimento di Stato e Pentagono mantengono un rigido riserbo. Interrogato dal giornalisti, 8hultz ha smentito di essere favorevole a un'azione di forza. I portavoce del ministero della Difesa hanno detto che I marincs e le navi davanti a Beirut •non contemplano offensive di nessun genere». Il governo Reagan sa che esistono due gravi rischi In una eventuale escalation della violenza: 11 primo e che 11 Libano si trasformi in un Vietnam, cosa che scatenerebbe 11 dissenso nell'elettorato proprio mentre 11 Presidente ripropone la sua candidatura; 11 secondo è che venga coinvolta In un conflitto anche l'Urss. grande protettrice della Stria. Washington non pub permettersi pass) falsi. Ennio diretto [ ; I ]i!1