Ma chi riforma i riformatori? di Mario Pastore

Ma chi riforma i riformatori? LETTT-tA DI MARIO PASTORE Ma chi riforma i riformatori? Caro direi (ore, sotto il titolo Diffido cei rifornuttori, alla vigilia della riforma della Rai del 1975. scrissi su La Stampa che, riguardo la Rai, i partiti sono come i ladri di Pisa. Litigano di giorno per poi andare insieme a rubare la notte. La situazione non è migliorata. E' peggiorata. Adesso si parla di riformare la riforma e tra i partiti e fuori se ne discute come se per l'azienda si trattasse solo di stabilire nuove regole e nuovi meccanismi. I. sbalorditivo ette a indignarsi per la situazione Mino anche gli stessi che ne sono responsabili. Ma c'e un equivoco alla base delle dispute sulla cosiddetta lottizzazione. Non si tratta a mio parere di •spoliticizzare I vertici», come sostiene Gianfranco Piazzesi. In proposito ha Piuttosto ragione il prof, imo quando avverte che, cosi come vanno le cose in Italia, anche per la Rai la lottizzazione rappresenta ancora un male minore. Effettivamente non e proprio scandaloso che nella composizione del consiglio di amministrazione si cerchi di rispecchiare la rappresentatività delle forze politiche che sono poi la vera ♦proprietà» dell'azienda, nella forma azienda privata ma nella sostanza, si sa, organismo pubblico. E se fossero rispettate le procedure c i ruoli (designare è cosa diversa dall'imporre) neppure ci sarebbe tanto da ridire se fossero i paniti, apertamente, a indicare i loro rappresentanti. Bisogna stare con i piedi in terra, inutile immaginare la Rai in un limbo apolitico che non esiste. Ce ben altro di cui indignarsi. E' l'arroganza con la quale i partiti interferiscono in misura sempre crescente nelle vicende aziendali, persino negli aspetti più marginali, fino a condizionare le assunzioni nelle più modeste categorie. E' ottimista il prof. Firpo quando lamenta che senza tessera di partito si rischia di non diventare nemmeno fattorini. In Rai la tessera non basta più. Oc¬ corre il placet esplicito e specifico del partito di appartenenza nei riguardi di chi deve essere assunto o promosso. Insomma le assunzioni e le promozioni sono firmale Rai ma, in realtà, sono decise altrove. Cosi si persegue la sistematica presa di possesso delle strutture aziendali da parte dei partiti. Tutti, nessuno escluso. Con risultati diversi a seconda se di maggioranza o di opposizione, ma con identici disegni e metodi. La resistenza di chi lavora in Rai c intende difendere la propria indipendenza c professionalità c diventata impari lotta. A chi conserva ancora la dignità del proprio ruolo, specie tra i diri- flenti, si legano sempre più c mani con l'implicito ritatto, o stai al gioco o te ne vai. Chi rifiuta etichette e incasellamenti può essere privato delle sue funzioni. i ' capitato a Ezio /riferì e Paolo Meticci, defenestrati dal consiglio di amministrazione dai loro posti al Tg2. II caso di chi, come Giampiero Rat cgj-i, non ha ottenuto il gradimento del suo pattilo per una conferma. Non so come mai qualche omino con tessera non abbia ancora preso il mio posto come conduttore del telegiornale. Ciascuno di noi conosce, nome e cognome, chi conduce piccole o grandi operazioni di questo genere. Sono le stesse persone che il giorno dopo sparano a zero contro la lottizzazione dalle colonne di giornali di partito o in qualcuno dei ricorrenti convegni sull'argomento. La rete di collegamenti che i partiti hanno creato con le strutture aziendali è ormai cosi forte c diffusa che non c'è legge o marchingegno organizzativo che possa spezzarla. D'altra parte, non si e mai visto che a riformare una situazione che non va siano chiamati gli stessi che deliberatamente l'hanno creata. Insomma, nessuno si aspetti che siano proprio i Ionizzatoli a liquidare la lottizzazione. Mario Pastore

Persone citate: Firpo, Giampiero Rat, Gianfranco Piazzesi, Paolo Meticci

Luoghi citati: Italia, Pisa