La vera sfida è sull'innovazione

La vera sfida è sull'innovazione Il vicepresidente Fiat, Umberto Agnelli, parla sulla ricerca in Europa La vera sfida è sull'innovazione La «rivoluzione» tecnologica può creare posti di lavoro» a condizione che questa «tigre» venga cavalcata l ROMA — La ricerca sclenitlfica una delle leve pia formidabili nella trasformazione tecnologica del nostro tempo rischia di trasformarsi per l'Europa in una Waterloo. Non che gli Stati europei destinino poche risorse (11 doppio del Olap|K>ne e il 26 per cento in meno degli Stati Uniti) nll'.np.ovazlone. Il nodo vero è costituito dalla mancanza di un efficace coordinamento a livello comunitario e quindi dall'assenza di una strategia di lungo :resplro. Politici, tecnici, manager, studiosi si sono confrontali leti sull'argomento di attualità In un convegno orjganlzzato dalla de e chiuso 'dal secretarlo De Mita ti quale ha ribadito che 1 finanziamenti per la ricerca si mantengano -su congrui livelli, come spese produttive e investimento, e non subiscano limitazioni o tagli indiscriminati-. -Occorre spendere meno soldi nel programmi nazionali e di piti In quelli comunitari, ha detto il Commissario all'Industria Cee, Etienne Davlgnon: •La ricerca europea può rimanere tra quelle dei Paesi di prima categoria, ma per questo bisogna pianificare lo sviluppo anche con programmi ambiziosi e all'apparenza difficile-. Umberto Agnelli ha ricondotto 11 dibattito sul temi concreti, sulle cose da fare e non ha lesinato critiche all'atteggiamento assunto dalla Comunità europea e in particolare dal tedeschi: -Desta allarme la politica della Cee che sembra puntare tutte le sue carta solo sui cosiddetti progetti di tecnologia avanzata: Il ruolo della Cee non è solo in quella direzione. Di fatto — ha spiegato li vicepresidente della Fiat — si assiste a uno scarso interesse e ancora più a scarsi aluti ai progetti di risparmio energetico nel trasporti e nell'edilizia, a quello delle applicazioni delle nuove tecnologie net prodotti tradizionali e net processi produttivi di grande serie. E sono poi questi i progetti che più interecano l'Italia tutta rivolta a trasformare i prodotti tradizionali che ancora per molti anni alimenteranno una buona parte del suo export». L'innovazione tecnologica, ha detto, può creare in Italia, nell'arco di 6 anni molti posti di lavoro, a condizione di saper -cavalcare questa tigre». Ce 11 pericolo — ha awertl- to Umberto Agnelli — che si crei un nuovo dualismo: -Vn conto infatti è prendere atto die vi sono Paesi che sviluppano prevalentemente tecnologie avanzate e altri che sviluppano prevalentemente prodotti correnti: ben diversa cosa è accelerare lo sviluppo solo del primi, bloccando invece un parallelo processo del secondi-. In quest'ottica Umberto Agnelli ha denunciato un altro atteggiamento negativo della Cee: da una parte frena le Iniziative degli Stati autonomi a sostegno della ricerca appellandosi pretestuosamente alla distorsione della concorrenza e li discorso vaie dove al sviluppano prodotti maturi (» 11 caso dell'Italia ndr); dall'altra non ostacola (•giustamente-, ha osservato Agnelli) quel Paesi che puntano à prodotti a tecnologia avanzata. Qual e dunque il messaggio inviato dal vicepresidente della Fiat? La Cee non può usare due pesi e due misure e compromettere gli sforzi autonomi che I vari Paesi stanno coducendo faticosamente In porto quando si pensa che l'industria automobilistica mondiale spende in proprio per ricerca-innovazione, una cifra poco inferiore a quella elettronica e tre volte di più dell'Industria aerospaziale. Del resto Umberto Agnelli ha riconosciuto che, sia pure tra ritardi e difficoltà di ogni genere. l'Italia (che spende la metà della Francia e un quarto della Oermanla per la ricerca) si sta rendendo conto dell'importanza della ricerca. Ma e lo Stato ora che deve fare 11 salto di qualità, e-p l'¬

Persone citate: Agnelli, De Mita, Etienne Davlgnon, Umberto Agnelli

Luoghi citati: Europa, Francia, Italia, Stati Uniti