Il futuro dello sci nella «Provincia Granda»

Il futuro dello sci nella «Provincia Granda» E' la zona delle Alpi che ha le maggiori possibilità di sfruttamento Il futuro dello sci nella «Provincia Granda» DAL NOSTRO INVIATO CUNEO — Riunire Intorno al tavolo lutti gli operatori sciistici di una provincia e fare partecipare alla riunione anche il potere pubblico è già un bel risultato. E' quanto sta accadendo, grazie agli sforzi della Camera di Commercio, nel Cuneese. Il mercato della neve nella • provincia granda- e abbastanza atipico: e senz'altro la Tona delle Alpi italiane che ha ancora le maggiori possibilitA di •slruttamento» dei terreni, è quella in cui I grandi spazi vergini e le Imponenti realizzazioni turistiche convivono più pacll lealmente e che pub conlare «ni un felice retroterra di cultura contadina, di tradizioni e di gastronomia. Il totale è imponente, con 24 stazioni sciistiche dotate di 146 impianti di risalita (e Iterò già chiara la estrema frammentazione in piccoli lioli nevosi) con una capacita di trasporto di oltre centomila persone l'ora e 450 chilometri di piste su cui lavorano duecento maestri di sci. Se molte province (un po' per scelta un po' perché questo sport che diventa sempre più dispendioso ha i ìesso In difficoltà gli operatori con bilanci più limitati) hanno puntato allo sviluppo del grandi comprensori. Il Cuneese ha una gamma di località per tutti 1 gusti. Limone Piemonte e più che degna di ospitare con regolarità la Coppa del Mondo perché 11 suo •domarne sklable- di oltre trenta Impianti e senz'altro nel primi dieciquindici posti delle Alpt. Il Monrcgalese ha visto II fiorire di stazioni integrate come Prato Nevoso. Artcslna, Viola St.Orée in cui la parola d'ordine é la funzionalità: qua e là nelle valli vivono paesi in cui la modestia degli impianti c delle piste hanno un piacevole contraltare nell'ospitalità genuina e nel prezzi bassi (settimane bianche offerte ancora alle tariffe quasi impensabili di 200 mila lire). Il grande guaio del Cuneese é di essere poco conosciuto: non e l'accusa a una Torino troppo -Ingorda* né a un potere politico che si disinteressa del turismo, ma e la constatazione di una realtà e Il desiderio di cambiaria. E' già stata creala una commissione che dovrà valutare 1 bacini sciistici: non é compito facile, saranno decisioni ben ostiche da prendere collegialmente. Potenziare 1 grandi nuclei esistenti, crearne di nuovi (ma vista la fase di recessione avranno un mercato?), aiutare le piccole località a sopravvivere oppure, ragionando con una fredda logica Imprenditoriale, abbandonarle se non rendono? Non e però sbagliato guardare con un certo ottimismo al futuro: bisogna risolvere I problemi di viabilità, a volte difficili, di un numero elevato di «seconde case» che dovrebbero essere offerte al turisti In rotazione settimanale, ma il potenziale di clientela che cerca dalla montagna queste caratteristiche di tranquillità esiste. E la scelta giusta sarà probabilmente puntare sulle località minori, sul centri da fondo ben attrezzati (ne esistono già di molto validi), sulle doti di genuinità che rimangono Inalterate. Non é detto che II futuro dello sci sia soltanto nel grandi comprensori: anche Casteldelflno o Valdleri valgono la pena di una vacanza. E 11 portafogli ne soffrirà molto meno. Gif! Mattana

Persone citate: Granda, Viola St

Luoghi citati: Limone Piemonte, Prato