I mammut perduti dell'antica Lombardia

V V ERA attuale, chiamata neozoica è stata segnata fin dai suoi inizi (circa un milione di anni fa) da imponenti fenomeni naturali, specialmente terremoti ed eruzioni vulcaniche. Contemporaneamente si ebbero variazioni ambientali e climatiche culminate nelle glaciazioni quaternarie e nei periodi interglaciali caldi. I mari, e in particolare l'Adriatico, registrarono lenti e ripetuti mutamenti di estensione con avanzamenti nel corso delle fasi temperate e regressioni durante quelle fredde. Il succedersi delle glaciazioni (le più note portano il nome di Ounz. Mindel, Riss, Wurm) e degli intervalli a temperatura più alta determinò la sovrapposizione di sedimenti assai diversi, con alternanza di morene formate da enormi depositi di «loess.* e sabbie marine o di fiume ■ricche di resti organici. I mammut perduti dell'antica Lombardia vati in stazioni preistoriche sembrano dimostrare questo intervento dovuto a gruppi umani. Soprattutto le zanne vennero trasformate In statuette, ornamenti religiosi e utensili vari. Anche oggi molti oggetti in avorio provenienti dalla Siberia e dalla Cina risultano fabbricati con questi denti di elefanti lanosi del Pleistocene. Il ritrovamento della mandibola di mammut dell'Adda porta nuovi elementi alla conoscenza degli antichi proboscidati. Il reperto pone in evidenza una dentatura completa, costituita da molari perfettamente conservati anche nella morfologia superficiale, del tutto caratteristica della specie. La mandibola è chiaramente riferibile a un individuo adulto di altezza certamente superiore a tre 'metri al garrese. Quest'individuo visse nella Pianura Padana verso la fine del Pleistocene. Dopo la morte venne ricoperto da sedimenti e successivamente le sue ossa disarticolate furono spostate da alluvioni e piene fluviali. Infine nuove sabbie e argille ricoprirono e conservarono ancora questa mandibola preservandola dalla distruzione. L'esemplare rimase a comprovare una storia geologica e paleontologica relativamente recente ma Interessante proprio per una migliore conoscenza degli antichi ambienti padani e di un contesto naturale nel quale l'uomo cominciava a diventare protagonista. Pier G. Caretto Giacomo Giacobini grandi delle attuali. Durante 1 lunghi Intervalli glaciali questi animali si estinguevano o migravano, sostituiti da altre forme mirabilmente adattate al climi freddi. Nelle lande innevate presso le montagne rese inospitali dai ghiacciai vissero renne, cervi dalle corna straordinariamente sviluppate (fino a quattro metri), elefanti dal vello lanoso, rinoceronti pelosi, buoi e orsi delle caverne, questi ultimi assai diffusi e adatti a varie condizioni climatiche. L'alter-' narsi di periodi caldi e freddi modificò periodicamente anche la flora, che passava da estese foreste di conlfere a piante tropicali o di ambiente desertico e viceversa. L'erosione postglaciale ha ora posto In luce molte rocce pleistoceniche e del primo Olocene permettendo di raccogliere i resti degli esseri vissuti in questa altalena di ambienti e di climi. La pianura padana è uno del bacini quaternari dove si sono conservate le tracce della vita di un tempo. Per esempio nelle alluvioni antiche della Lombardia meridionale si sono fatti vari ritrovamenti di ossa di mammiferi pleistocenici, compresi alcuni proboscidati. Recentemente nelle sabbie del fiume Adda, quasi alla confluenza con il Po. è stata rinvenuta una mandibola pressoché completa (lunghezza 60 centimetri; larghezza 45) di un grande elefantide. In base alle perfette condizioni di conservazione e alla rilevazione di elementi morfologici del tutto tipici, questo eccezionale reperto è stato attribuito a un mammut (Elephas prlmlgenius). Il raro reperto è ora conservato presso il Museo Civico di Storia Naturale di Milano. Il mammut era un colosso alto fino a quattro metri alla spalla; aveva cranio rilevato, corpo massiccio, zampe colonnari, zanne assai sviluppate e fortemente ricurve. Ben adattato a condizioni climatiche anche fredde, si aggirava In branchi nelle tundre e nelle zone spesso innevate alla ricerca di cibo: erba, arbusti, cespugli. Durante 1 lunghi inverni migrava verso Sud e mei frattempo riusciva a nutrirsi egualmente spostando la neve con le zanne appositamente foggiate fino a raggiungere con la proboscide le tenere erbe e i licheni seppelliti al bordi della taigà pleistocenica. Protetti da un pelame fitto e lanoso 1 mammut si spostavano sovente, prediligendo le zone pianeggianti e senza grandi alberi. L'elefante primigenio rappresenta uno degli esempi più cospicui di adattamento a condizioni di vita mutevoli e spesso inslcure. I loro progenitori provenivano probabilmente da terre poste più a Sud. Dopo migrazioni protrattesi per centinaia di migliaia di anni alcuni gruppi, composti da esemplari meglio dotati, cominciarono a frequentare zone settentrionali. Infine si riprodussero più frequentemente maschi e femmine dal pelo infoltito e con le zanne più ricurve, meglio predisposti per un valido adattamento a temperature mediamente fredde. Si formarono cosi popolazioni distinte, fino a raggiungere l'isolamento genetico. Esemplari di mammut sono stati ritrovati, in pelle e pej lo, nei ghiacci perenni della Russia e della Siberia. Spesso nel loro stomaco furono ritrovati resti di cibo non ancora completamente digerito. La specie sopravvisse lincile mutarono definitivamente le condizioni ambientali e climatiche. La scomparsa del mammut fu probabilmente facilitata anche dall'assidua caccia dell'uomo primitivo verso la fine del Pleistocene. Resti di utensili associati a ossa e a zanne di mammut ritro¬ L'insieme del depositi neozoici è stato cronologicamente suddiviso In due periodi: Pleistocene (il più antico) e Olocene (quello in corso). Soprattutto nei terreni pleistocenici sono stati rinvenuti vari residui di specie animali e vegetali estinte o giunte fino a noi. In base al ritrovamenti sono state ricostruite le associazioni di faune e di flore di quei tempi. Nelle fasi Interglaciali prevalsero animali di tipo tropicale, come elefanti, rinoceronti e ippopotami. Inoltre branchi di cavalli e 'di bovini primitivi percorrevano le pianure europee Inseguiti da felidl e iene più V V ERA attuale, chiamata neozoica è stata segnata fin dai suoi inizi (circa un milione di anni fa) da imponenti fenomeni naturali, specialmente terremoti ed eruzioni vulcaniche. Contemporaneamente si ebbero variazioni ambientali e climatiche culminate nelle glaciazioni quaternarie e nei periodi interglaciali caldi. I mari, e in particolare l'Adriatico, registrarono lenti e ripetuti mutamenti di estensione con avanzamenti nel corso delle fasi temperate e regressioni durante quelle fredde. Il succedersi delle glaciazioni (le più note portano il nome di Ounz. Mindel, Riss, Wurm) e degli intervalli a temperatura più alta determinò la sovrapposizione di sedimenti assai diversi, con alternanza di morene formate da enormi depositi di «loess.* e sabbie marine o di fiume ■ricche di resti organici. I mammut perduti dell'antica Lombardia vati in stazioni preistoriche sembrano dimostrare questo intervento dovuto a gruppi umani. Soprattutto le zanne vennero trasformate In statuette, ornamenti religiosi e utensili vari. Anche oggi molti oggetti in avorio provenienti dalla Siberia e dalla Cina risultano fabbricati con questi denti di elefanti lanosi del Pleistocene. Il ritrovamento della mandibola di mammut dell'Adda porta nuovi elementi alla conoscenza degli antichi proboscidati. Il reperto pone in evidenza una dentatura completa, costituita da molari perfettamente conservati anche nella morfologia superficiale, del tutto caratteristica della specie. La mandibola è chiaramente riferibile a un individuo adulto di altezza certamente superiore a tre 'metri al garrese. Quest'individuo visse nella Pianura Padana verso la fine del Pleistocene. Dopo la morte venne ricoperto da sedimenti e successivamente le sue ossa disarticolate furono spostate da alluvioni e piene fluviali. Infine nuove sabbie e argille ricoprirono e conservarono ancora questa mandibola preservandola dalla distruzione. L'esemplare rimase a comprovare una storia geologica e paleontologica relativamente recente ma Interessante proprio per una migliore conoscenza degli antichi ambienti padani e di un contesto naturale nel quale l'uomo cominciava a diventare protagonista. Pier G. Caretto Giacomo Giacobini grandi delle attuali. Durante 1 lunghi Intervalli glaciali questi animali si estinguevano o migravano, sostituiti da altre forme mirabilmente adattate al climi freddi. Nelle lande innevate presso le montagne rese inospitali dai ghiacciai vissero renne, cervi dalle corna straordinariamente sviluppate (fino a quattro metri), elefanti dal vello lanoso, rinoceronti pelosi, buoi e orsi delle caverne, questi ultimi assai diffusi e adatti a varie condizioni climatiche. L'alter-' narsi di periodi caldi e freddi modificò periodicamente anche la flora, che passava da estese foreste di conlfere a piante tropicali o di ambiente desertico e viceversa. L'erosione postglaciale ha ora posto In luce molte rocce pleistoceniche e del primo Olocene permettendo di raccogliere i resti degli esseri vissuti in questa altalena di ambienti e di climi. La pianura padana è uno del bacini quaternari dove si sono conservate le tracce della vita di un tempo. Per esempio nelle alluvioni antiche della Lombardia meridionale si sono fatti vari ritrovamenti di ossa di mammiferi pleistocenici, compresi alcuni proboscidati. Recentemente nelle sabbie del fiume Adda, quasi alla confluenza con il Po. è stata rinvenuta una mandibola pressoché completa (lunghezza 60 centimetri; larghezza 45) di un grande elefantide. In base alle perfette condizioni di conservazione e alla rilevazione di elementi morfologici del tutto tipici, questo eccezionale reperto è stato attribuito a un mammut (Elephas prlmlgenius). Il raro reperto è ora conservato presso il Museo Civico di Storia Naturale di Milano. Il mammut era un colosso alto fino a quattro metri alla spalla; aveva cranio rilevato, corpo massiccio, zampe colonnari, zanne assai sviluppate e fortemente ricurve. Ben adattato a condizioni climatiche anche fredde, si aggirava In branchi nelle tundre e nelle zone spesso innevate alla ricerca di cibo: erba, arbusti, cespugli. Durante 1 lunghi inverni migrava verso Sud e mei frattempo riusciva a nutrirsi egualmente spostando la neve con le zanne appositamente foggiate fino a raggiungere con la proboscide le tenere erbe e i licheni seppelliti al bordi della taigà pleistocenica. Protetti da un pelame fitto e lanoso 1 mammut si spostavano sovente, prediligendo le zone pianeggianti e senza grandi alberi. L'elefante primigenio rappresenta uno degli esempi più cospicui di adattamento a condizioni di vita mutevoli e spesso inslcure. I loro progenitori provenivano probabilmente da terre poste più a Sud. Dopo migrazioni protrattesi per centinaia di migliaia di anni alcuni gruppi, composti da esemplari meglio dotati, cominciarono a frequentare zone settentrionali. Infine si riprodussero più frequentemente maschi e femmine dal pelo infoltito e con le zanne più ricurve, meglio predisposti per un valido adattamento a temperature mediamente fredde. Si formarono cosi popolazioni distinte, fino a raggiungere l'isolamento genetico. Esemplari di mammut sono stati ritrovati, in pelle e pej lo, nei ghiacci perenni della Russia e della Siberia. Spesso nel loro stomaco furono ritrovati resti di cibo non ancora completamente digerito. La specie sopravvisse lincile mutarono definitivamente le condizioni ambientali e climatiche. La scomparsa del mammut fu probabilmente facilitata anche dall'assidua caccia dell'uomo primitivo verso la fine del Pleistocene. Resti di utensili associati a ossa e a zanne di mammut ritro¬ L'insieme del depositi neozoici è stato cronologicamente suddiviso In due periodi: Pleistocene (il più antico) e Olocene (quello in corso). Soprattutto nei terreni pleistocenici sono stati rinvenuti vari residui di specie animali e vegetali estinte o giunte fino a noi. In base al ritrovamenti sono state ricostruite le associazioni di faune e di flore di quei tempi. Nelle fasi Interglaciali prevalsero animali di tipo tropicale, come elefanti, rinoceronti e ippopotami. Inoltre branchi di cavalli e 'di bovini primitivi percorrevano le pianure europee Inseguiti da felidl e iene più V V ERA attuale, chiamata neozoica è stata segnata fin dai suoi inizi (circa un milione di anni fa) da imponenti fenomeni naturali, specialmente terremoti ed eruzioni vulcaniche. Contemporaneamente si ebbero variazioni ambientali e climatiche culminate nelle glaciazioni quaternarie e nei periodi interglaciali caldi. I mari, e in particolare l'Adriatico, registrarono lenti e ripetuti mutamenti di estensione con avanzamenti nel corso delle fasi temperate e regressioni durante quelle fredde. Il succedersi delle glaciazioni (le più note portano il nome di Ounz. Mindel, Riss, Wurm) e degli intervalli a temperatura più alta determinò la sovrapposizione di sedimenti assai diversi, con alternanza di morene formate da enormi depositi di «loess.* e sabbie marine o di fiume ■ricche di resti organici. I mammut perduti dell'antica Lombardia vati in stazioni preistoriche sembrano dimostrare questo intervento dovuto a gruppi umani. Soprattutto le zanne vennero trasformate In statuette, ornamenti religiosi e utensili vari. Anche oggi molti oggetti in avorio provenienti dalla Siberia e dalla Cina risultano fabbricati con questi denti di elefanti lanosi del Pleistocene. Il ritrovamento della mandibola di mammut dell'Adda porta nuovi elementi alla conoscenza degli antichi proboscidati. Il reperto pone in evidenza una dentatura completa, costituita da molari perfettamente conservati anche nella morfologia superficiale, del tutto caratteristica della specie. La mandibola è chiaramente riferibile a un individuo adulto di altezza certamente superiore a tre 'metri al garrese. Quest'individuo visse nella Pianura Padana verso la fine del Pleistocene. Dopo la morte venne ricoperto da sedimenti e successivamente le sue ossa disarticolate furono spostate da alluvioni e piene fluviali. Infine nuove sabbie e argille ricoprirono e conservarono ancora questa mandibola preservandola dalla distruzione. L'esemplare rimase a comprovare una storia geologica e paleontologica relativamente recente ma Interessante proprio per una migliore conoscenza degli antichi ambienti padani e di un contesto naturale nel quale l'uomo cominciava a diventare protagonista. Pier G. Caretto Giacomo Giacobini grandi delle attuali. Durante 1 lunghi Intervalli glaciali questi animali si estinguevano o migravano, sostituiti da altre forme mirabilmente adattate al climi freddi. Nelle lande innevate presso le montagne rese inospitali dai ghiacciai vissero renne, cervi dalle corna straordinariamente sviluppate (fino a quattro metri), elefanti dal vello lanoso, rinoceronti pelosi, buoi e orsi delle caverne, questi ultimi assai diffusi e adatti a varie condizioni climatiche. L'alter-' narsi di periodi caldi e freddi modificò periodicamente anche la flora, che passava da estese foreste di conlfere a piante tropicali o di ambiente desertico e viceversa. L'erosione postglaciale ha ora posto In luce molte rocce pleistoceniche e del primo Olocene permettendo di raccogliere i resti degli esseri vissuti in questa altalena di ambienti e di climi. La pianura padana è uno del bacini quaternari dove si sono conservate le tracce della vita di un tempo. Per esempio nelle alluvioni antiche della Lombardia meridionale si sono fatti vari ritrovamenti di ossa di mammiferi pleistocenici, compresi alcuni proboscidati. Recentemente nelle sabbie del fiume Adda, quasi alla confluenza con il Po. è stata rinvenuta una mandibola pressoché completa (lunghezza 60 centimetri; larghezza 45) di un grande elefantide. In base alle perfette condizioni di conservazione e alla rilevazione di elementi morfologici del tutto tipici, questo eccezionale reperto è stato attribuito a un mammut (Elephas prlmlgenius). Il raro reperto è ora conservato presso il Museo Civico di Storia Naturale di Milano. Il mammut era un colosso alto fino a quattro metri alla spalla; aveva cranio rilevato, corpo massiccio, zampe colonnari, zanne assai sviluppate e fortemente ricurve. Ben adattato a condizioni climatiche anche fredde, si aggirava In branchi nelle tundre e nelle zone spesso innevate alla ricerca di cibo: erba, arbusti, cespugli. Durante 1 lunghi inverni migrava verso Sud e mei frattempo riusciva a nutrirsi egualmente spostando la neve con le zanne appositamente foggiate fino a raggiungere con la proboscide le tenere erbe e i licheni seppelliti al bordi della taigà pleistocenica. Protetti da un pelame fitto e lanoso 1 mammut si spostavano sovente, prediligendo le zone pianeggianti e senza grandi alberi. L'elefante primigenio rappresenta uno degli esempi più cospicui di adattamento a condizioni di vita mutevoli e spesso inslcure. I loro progenitori provenivano probabilmente da terre poste più a Sud. Dopo migrazioni protrattesi per centinaia di migliaia di anni alcuni gruppi, composti da esemplari meglio dotati, cominciarono a frequentare zone settentrionali. Infine si riprodussero più frequentemente maschi e femmine dal pelo infoltito e con le zanne più ricurve, meglio predisposti per un valido adattamento a temperature mediamente fredde. Si formarono cosi popolazioni distinte, fino a raggiungere l'isolamento genetico. Esemplari di mammut sono stati ritrovati, in pelle e pej lo, nei ghiacci perenni della Russia e della Siberia. Spesso nel loro stomaco furono ritrovati resti di cibo non ancora completamente digerito. La specie sopravvisse lincile mutarono definitivamente le condizioni ambientali e climatiche. La scomparsa del mammut fu probabilmente facilitata anche dall'assidua caccia dell'uomo primitivo verso la fine del Pleistocene. Resti di utensili associati a ossa e a zanne di mammut ritro¬ L'insieme del depositi neozoici è stato cronologicamente suddiviso In due periodi: Pleistocene (il più antico) e Olocene (quello in corso). Soprattutto nei terreni pleistocenici sono stati rinvenuti vari residui di specie animali e vegetali estinte o giunte fino a noi. In base al ritrovamenti sono state ricostruite le associazioni di faune e di flore di quei tempi. Nelle fasi Interglaciali prevalsero animali di tipo tropicale, come elefanti, rinoceronti e ippopotami. Inoltre branchi di cavalli e 'di bovini primitivi percorrevano le pianure europee Inseguiti da felidl e iene più

Persone citate: Caretto, Giacomo Giacobini, Mindel, Wurm

Luoghi citati: Cina, Lombardia, Milano, Russia, Siberia