Due pianetini italiani

Due pianetini italiani Due pianetini italiani LA maggior parte degli oggetti astronomici di recente sco|>erta porta il nome di ricercatori stranieri, come la cometa West, gli ammassi Abell o i globuli di Bok. Ma di tanto in tanto anche alcuni scienziati italiani riescono a inserire il loro nome in cielo: chi non ricorda Maffei e le sue celebri galassie? In questi giorni un'equipe di astronomi statunitensi ha deciso di riconoscere e premiare l'intenso lavoro svolto da due astronomi italiani nel campo degli asteroidi: Franco Scaltriti e Vincenzo Zappala. Entrambi lavorano presso l'Osservatorio Astronomico di Torino. A loro sono slati dedicati due asteroidi, già nòti rispettivamente con le sigle 1981PN e 1981WZ. Il maggiore dei due asteroidi, -Zappala . percorre un'orbita a 3,1 unità astronomiche (470 milioni di km: 1 unità astronomica corrisponde alla distanza media Terra-Sole. 149.6 mil. di km), quindi nella fascia principale, e dovrebbe avere un diametro di circa 28 chilometri. La disianza media di «Scaltriti» dal Sole è minore: 2.2 unità astronomiche, mentre il suo diametro viene stimato intornoagli 8 chilometri. Nella «Circolare dei Piccoli Pianeti» n. 8405. per rassegnazione dei nomi vengono date queste motivazioni: «1981 FN, nominato in onore di Franco Scaltriti, astronomo all'Osservatorio di Torino. Con il suo collega Zappala, Scaltriti ha intrapreso un intenso programma di studi sulla rotazione di piccoli pianeti. Egli ha anche lavorato su curve di luce di stelle variabili»; «1981 WZ, nominato in onore di Vincenzo Zappala, astronomo all'Osservatorio di Torino. 11 lavoro di Zappala sulle variazioni di luminosità di piccoli pianeti ha prodotto una grande quantità di dati su rota¬ zione e forma degli oggetti più brillanti della fascia principale. Egli si è anche occupato di evoluzione collisionale e di programmi di astrometria di asteroidi». La prima osservazione di «Scaltriti» porla la data 16 febbraio 1974; «Zappala» risale addirittura al 10 novembre 1931. Ma di entrambi non si era potuta calcolare l'orbila. Lo scopritore ufficiale è Edward Bowell, dell'Osservatorio Lowell (Arizona). Nel iwriodo della scoperta «Scaltriti» era di magnitudine 16,5; «Zappala» di 16. Entrambi gli asteroidi sono mollo deboli, nettamente più di Plutone. La loro luce equivale a quella di una candela posta alla distanza di oltre 1000 chilometri. Essi sono difficili da vedere anche con gli strumenti dell'Osservatorio di Torino, cioè con i telescopi dell'Istituto dove lavorano ì due ricercatori italiani cosi onorati. • Walter Ferrerà Due pianetini italiani Due pianetini italiani LA maggior parte degli oggetti astronomici di recente sco|>erta porta il nome di ricercatori stranieri, come la cometa West, gli ammassi Abell o i globuli di Bok. Ma di tanto in tanto anche alcuni scienziati italiani riescono a inserire il loro nome in cielo: chi non ricorda Maffei e le sue celebri galassie? In questi giorni un'equipe di astronomi statunitensi ha deciso di riconoscere e premiare l'intenso lavoro svolto da due astronomi italiani nel campo degli asteroidi: Franco Scaltriti e Vincenzo Zappala. Entrambi lavorano presso l'Osservatorio Astronomico di Torino. A loro sono slati dedicati due asteroidi, già nòti rispettivamente con le sigle 1981PN e 1981WZ. Il maggiore dei due asteroidi, -Zappala . percorre un'orbita a 3,1 unità astronomiche (470 milioni di km: 1 unità astronomica corrisponde alla distanza media Terra-Sole. 149.6 mil. di km), quindi nella fascia principale, e dovrebbe avere un diametro di circa 28 chilometri. La disianza media di «Scaltriti» dal Sole è minore: 2.2 unità astronomiche, mentre il suo diametro viene stimato intornoagli 8 chilometri. Nella «Circolare dei Piccoli Pianeti» n. 8405. per rassegnazione dei nomi vengono date queste motivazioni: «1981 FN, nominato in onore di Franco Scaltriti, astronomo all'Osservatorio di Torino. Con il suo collega Zappala, Scaltriti ha intrapreso un intenso programma di studi sulla rotazione di piccoli pianeti. Egli ha anche lavorato su curve di luce di stelle variabili»; «1981 WZ, nominato in onore di Vincenzo Zappala, astronomo all'Osservatorio di Torino. 11 lavoro di Zappala sulle variazioni di luminosità di piccoli pianeti ha prodotto una grande quantità di dati su rota¬ zione e forma degli oggetti più brillanti della fascia principale. Egli si è anche occupato di evoluzione collisionale e di programmi di astrometria di asteroidi». La prima osservazione di «Scaltriti» porla la data 16 febbraio 1974; «Zappala» risale addirittura al 10 novembre 1931. Ma di entrambi non si era potuta calcolare l'orbila. Lo scopritore ufficiale è Edward Bowell, dell'Osservatorio Lowell (Arizona). Nel iwriodo della scoperta «Scaltriti» era di magnitudine 16,5; «Zappala» di 16. Entrambi gli asteroidi sono mollo deboli, nettamente più di Plutone. La loro luce equivale a quella di una candela posta alla distanza di oltre 1000 chilometri. Essi sono difficili da vedere anche con gli strumenti dell'Osservatorio di Torino, cioè con i telescopi dell'Istituto dove lavorano ì due ricercatori italiani cosi onorati. • Walter Ferrerà Due pianetini italiani Due pianetini italiani LA maggior parte degli oggetti astronomici di recente sco|>erta porta il nome di ricercatori stranieri, come la cometa West, gli ammassi Abell o i globuli di Bok. Ma di tanto in tanto anche alcuni scienziati italiani riescono a inserire il loro nome in cielo: chi non ricorda Maffei e le sue celebri galassie? In questi giorni un'equipe di astronomi statunitensi ha deciso di riconoscere e premiare l'intenso lavoro svolto da due astronomi italiani nel campo degli asteroidi: Franco Scaltriti e Vincenzo Zappala. Entrambi lavorano presso l'Osservatorio Astronomico di Torino. A loro sono slati dedicati due asteroidi, già nòti rispettivamente con le sigle 1981PN e 1981WZ. Il maggiore dei due asteroidi, -Zappala . percorre un'orbita a 3,1 unità astronomiche (470 milioni di km: 1 unità astronomica corrisponde alla distanza media Terra-Sole. 149.6 mil. di km), quindi nella fascia principale, e dovrebbe avere un diametro di circa 28 chilometri. La disianza media di «Scaltriti» dal Sole è minore: 2.2 unità astronomiche, mentre il suo diametro viene stimato intornoagli 8 chilometri. Nella «Circolare dei Piccoli Pianeti» n. 8405. per rassegnazione dei nomi vengono date queste motivazioni: «1981 FN, nominato in onore di Franco Scaltriti, astronomo all'Osservatorio di Torino. Con il suo collega Zappala, Scaltriti ha intrapreso un intenso programma di studi sulla rotazione di piccoli pianeti. Egli ha anche lavorato su curve di luce di stelle variabili»; «1981 WZ, nominato in onore di Vincenzo Zappala, astronomo all'Osservatorio di Torino. 11 lavoro di Zappala sulle variazioni di luminosità di piccoli pianeti ha prodotto una grande quantità di dati su rota¬ zione e forma degli oggetti più brillanti della fascia principale. Egli si è anche occupato di evoluzione collisionale e di programmi di astrometria di asteroidi». La prima osservazione di «Scaltriti» porla la data 16 febbraio 1974; «Zappala» risale addirittura al 10 novembre 1931. Ma di entrambi non si era potuta calcolare l'orbila. Lo scopritore ufficiale è Edward Bowell, dell'Osservatorio Lowell (Arizona). Nel iwriodo della scoperta «Scaltriti» era di magnitudine 16,5; «Zappala» di 16. Entrambi gli asteroidi sono mollo deboli, nettamente più di Plutone. La loro luce equivale a quella di una candela posta alla distanza di oltre 1000 chilometri. Essi sono difficili da vedere anche con gli strumenti dell'Osservatorio di Torino, cioè con i telescopi dell'Istituto dove lavorano ì due ricercatori italiani cosi onorati. • Walter Ferrerà

Luoghi citati: Arizona, Torino