Per un confronto chiaro e obiettivo di Piero Bianucci
Per un confronto chiaro e obiettivo Per un confronto chiaro e obiettivo UN medico tedesco vissuto tra Settecento e Ottocento, Samuel Hahnemann, è solitamente considerato il padre della medicina omeopatica. Pur senza negare. il suo ruolo fondamentale nel definire i principi dell'omeopatia, ha tuttavia ragione Marcel Martiny, professore all'Ecole d'anthropologic di Parigi, quando nella monumentale Storia della medicina», ora edita anche da noi grazie a una coraggiosa iniziativa della Walk Over Italiana, afferma che le radici dell'omeopatia si affondano fino alla civiltà egizia. Già negli ultimi 6 volumi dell'opera di Thot Ermete, per esempio, si elabora una > teoria delle medicine basate' sulla similitudine. Lo stesso Ippocrate affermò che «similia similibus curantur», in ciò contrastato da Galeno. Una vera dottrina' omeopatica nasce però solo molto più tardi, con Paracelso. Samuel Hahnemann, nato nel 1755 a Meissen, sull'Elba, era ben consapevole della tradizione omeopatica che lo aveva preceduto. La sua opera non è tanto quella di un iniziatore, quanto Quella di uno scienziato che cercò di dare basi scientifiche a tesi fino ad allora imparentate più con la magia che con la razionalità. Sposata la figlia di un farmacista, laureato in medicina e divenuto abbastan¬ JLa parola al di za noto con un opuscolo sull'avvelenamento da arsenico, Hahnemann si convinse delle basi oggettive dell'omeopatia quando scopri che la china provoca mali analoghi a quelli che cura. Da allora divenne un attento sperimentatore (si deve a lui la tecnica delle successive diluizioni dei farmaci) e un combattivo sostenitore della nuova tecnica teraupeutica. Inizialmente non mancarono opposizioni e persino persecuzioni, che lo costrinsero a spostarsi in varie città tedesche, finché a Lipsia trovò un clima più tollerante. Ma verso il 1820 l'omeopatia era ormai riuscita ad affermarsi e a ottenere qualche riconoscimento anche dalla medicina uificiale. Gli ultimi anni Hahnemann li trascorrerà a Parigi, dove morirà onorato e famoso, ormai quasi novantenne, nel 1843. Da allora l'omeopatia si è diffusa un po' in tutto il mondo. In Italia i primi ■ apostoli» aprirono scuole a Napoli, poi a Roma e a Firenze. Nuove verifiche scientifiche sono ora all'orizzonte, alla luce delle più recenti scoperte di biologia molecolare. Per Hahnemann gli esami non finiscono mai. In questa pagina cerchiamo di fare il punto sulla questione omeopatica dando voce agli opposti schieramenti. Piero Bianucci Man lim.i per l.i pruilu/ioiit ili u direttore della rivista italiana di Per un confronto chiaro e obiettivo Per un confronto chiaro e obiettivo UN medico tedesco vissuto tra Settecento e Ottocento, Samuel Hahnemann, è solitamente considerato il padre della medicina omeopatica. Pur senza negare. il suo ruolo fondamentale nel definire i principi dell'omeopatia, ha tuttavia ragione Marcel Martiny, professore all'Ecole d'anthropologic di Parigi, quando nella monumentale Storia della medicina», ora edita anche da noi grazie a una coraggiosa iniziativa della Walk Over Italiana, afferma che le radici dell'omeopatia si affondano fino alla civiltà egizia. Già negli ultimi 6 volumi dell'opera di Thot Ermete, per esempio, si elabora una > teoria delle medicine basate' sulla similitudine. Lo stesso Ippocrate affermò che «similia similibus curantur», in ciò contrastato da Galeno. Una vera dottrina' omeopatica nasce però solo molto più tardi, con Paracelso. Samuel Hahnemann, nato nel 1755 a Meissen, sull'Elba, era ben consapevole della tradizione omeopatica che lo aveva preceduto. La sua opera non è tanto quella di un iniziatore, quanto Quella di uno scienziato che cercò di dare basi scientifiche a tesi fino ad allora imparentate più con la magia che con la razionalità. Sposata la figlia di un farmacista, laureato in medicina e divenuto abbastan¬ JLa parola al di za noto con un opuscolo sull'avvelenamento da arsenico, Hahnemann si convinse delle basi oggettive dell'omeopatia quando scopri che la china provoca mali analoghi a quelli che cura. Da allora divenne un attento sperimentatore (si deve a lui la tecnica delle successive diluizioni dei farmaci) e un combattivo sostenitore della nuova tecnica teraupeutica. Inizialmente non mancarono opposizioni e persino persecuzioni, che lo costrinsero a spostarsi in varie città tedesche, finché a Lipsia trovò un clima più tollerante. Ma verso il 1820 l'omeopatia era ormai riuscita ad affermarsi e a ottenere qualche riconoscimento anche dalla medicina uificiale. Gli ultimi anni Hahnemann li trascorrerà a Parigi, dove morirà onorato e famoso, ormai quasi novantenne, nel 1843. Da allora l'omeopatia si è diffusa un po' in tutto il mondo. In Italia i primi ■ apostoli» aprirono scuole a Napoli, poi a Roma e a Firenze. Nuove verifiche scientifiche sono ora all'orizzonte, alla luce delle più recenti scoperte di biologia molecolare. Per Hahnemann gli esami non finiscono mai. In questa pagina cerchiamo di fare il punto sulla questione omeopatica dando voce agli opposti schieramenti. Piero Bianucci Man lim.i per l.i pruilu/ioiit ili u direttore della rivista italiana di Per un confronto chiaro e obiettivo Per un confronto chiaro e obiettivo UN medico tedesco vissuto tra Settecento e Ottocento, Samuel Hahnemann, è solitamente considerato il padre della medicina omeopatica. Pur senza negare. il suo ruolo fondamentale nel definire i principi dell'omeopatia, ha tuttavia ragione Marcel Martiny, professore all'Ecole d'anthropologic di Parigi, quando nella monumentale Storia della medicina», ora edita anche da noi grazie a una coraggiosa iniziativa della Walk Over Italiana, afferma che le radici dell'omeopatia si affondano fino alla civiltà egizia. Già negli ultimi 6 volumi dell'opera di Thot Ermete, per esempio, si elabora una > teoria delle medicine basate' sulla similitudine. Lo stesso Ippocrate affermò che «similia similibus curantur», in ciò contrastato da Galeno. Una vera dottrina' omeopatica nasce però solo molto più tardi, con Paracelso. Samuel Hahnemann, nato nel 1755 a Meissen, sull'Elba, era ben consapevole della tradizione omeopatica che lo aveva preceduto. La sua opera non è tanto quella di un iniziatore, quanto Quella di uno scienziato che cercò di dare basi scientifiche a tesi fino ad allora imparentate più con la magia che con la razionalità. Sposata la figlia di un farmacista, laureato in medicina e divenuto abbastan¬ JLa parola al di za noto con un opuscolo sull'avvelenamento da arsenico, Hahnemann si convinse delle basi oggettive dell'omeopatia quando scopri che la china provoca mali analoghi a quelli che cura. Da allora divenne un attento sperimentatore (si deve a lui la tecnica delle successive diluizioni dei farmaci) e un combattivo sostenitore della nuova tecnica teraupeutica. Inizialmente non mancarono opposizioni e persino persecuzioni, che lo costrinsero a spostarsi in varie città tedesche, finché a Lipsia trovò un clima più tollerante. Ma verso il 1820 l'omeopatia era ormai riuscita ad affermarsi e a ottenere qualche riconoscimento anche dalla medicina uificiale. Gli ultimi anni Hahnemann li trascorrerà a Parigi, dove morirà onorato e famoso, ormai quasi novantenne, nel 1843. Da allora l'omeopatia si è diffusa un po' in tutto il mondo. In Italia i primi ■ apostoli» aprirono scuole a Napoli, poi a Roma e a Firenze. Nuove verifiche scientifiche sono ora all'orizzonte, alla luce delle più recenti scoperte di biologia molecolare. Per Hahnemann gli esami non finiscono mai. In questa pagina cerchiamo di fare il punto sulla questione omeopatica dando voce agli opposti schieramenti. Piero Bianucci Man lim.i per l.i pruilu/ioiit ili u direttore della rivista italiana di
Persone citate: Galeno, Hahnemann, Marcel Martiny, Paracelso, Samuel Hahnemann
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