Un cannone di particelle atomiche scopre i mali segreti delle statue

Un cannone di particelle atomiche scopre i mali segreti delle statue Un cannone di particelle atomiche scopre i mali segreti delle statue DA oltre un decennio la tecnologia del restauro delle opere d'arte si avvale di mezzi di indagine molto sofisticati che comprendono, tra gli altri, spet- . troscopla, diffratlometria, termografia, microscopia elettronica a scansione, olografia, pirolisi gascromatogi'aflòà.. àhàlisi fenologica, rilevamenti fotogrammetrici, elaborazione delle immagini al calcolatore, sondaggi con ultrasuoni. Ultimissima in ordine di tempo è l'esperienza che riguarda l'indagine radiografica eseguita su uno dei gruppi di sculture in pietra e bronzo più importanti del Trecento italiano: la «Maestà» del Duomo di Orvieto. Quest'opera è costituita da una Madonna con Bambino in marmo di Carrara, dalla paternità incerta (le attribuzioni riguardano Andrea Pisano, Buzzo di Biagio, Nicola Nuto e Vitale Maitani), posta sotto un ricco baldacchino in bronzo con un drappeggio sollevato da due stupende terne di angeli, anch'essi in bronzo. I componenti bronzei sono quasi certamente di Lorenzo Maitani, che ne curò anche la difficilissima fusione. II gruppo si trova nella lunetta centrale della facciata della chiesa, e appoggia sull'architrave della porta maggiore. E' stata proprio la necessità di consolidare questo architrave che ha consigliato la Soprintendenza per i beni culturali e ambientali ' dell'Umbria, d'accordo con l'Istituto Centrale del Restauro, di rimuovere il gruppo e di sottoporlo a una serie di esami, la cui parte essenziale è consistita nella esecuzione di 200 radiogrammi. Questo lavoro è stato condotto in tre mesi — dal 20 settembre al 20 dicembre' — presso gli stabilimenti della Società «Terni», con un procedimento innovativo: in luogo delle ormai tradizionali fonti di raggi x e gamma (le cui potenze e prestazioni comportano limiti non facilmente valicabili) è stato impiegato un «acceleratore lineare» da Che cos'è il «fall out» radioattivo? E' la «ricaduta» di particelle di polvere, smog, pioggia o minùscole gocce di vapore acqueo che hanno subito contaminazione dalle radiazioni di un ordigno nucleare. Il «fall out» è una delle conseguenze a distanza più pericolose delle armi atomiche e dipende in gran parte dai fenomeni meteorologici locali. Queste sostanze, se inalate, sono ovviamente molto pericolose e possono moltiplicare gli effetti omicidi (ìli angeli, particolare del gruppo 7500 kV — uno dei più potenti apparati radiografici del mondo — capace di esaminare manufatti di acciaio sino a 50 centimetri di spessore. Si 6 trattato del primo impiego di una apparecchiatura con radiazioni ionizzanti di cosi elevata penetrazione, e — inoltre — della prima applicazione in assoluto dell'indagine radiografica ad opere in pietra. Solo con macchine del tipo di quella installata a Terni (ve ne sono appena due in Italia) 6 possibile, infatti, ottenere una visione trasparente di forti spessori di pietra. Lo spessore unissimo della statua della Madonna è di circa un metro; i tempi di esposizione delle pellicole radiografiche sono risultati inferiori di quasi 11 30 per cento rispetto a quelli necessari per il bronzo. Tutti 1 radiogrammi sono risultati di eccezionale chiarezza. Nella statua di mztlfrfcgollgcrmssnnstpddsdsstz marmo essi hanno evidenziato 1 perni metallici di attacco delle parli riportate, le follature in piombo, i difetti strutturali del materiale, le fessurazioni, la profondità degli strati superficiali danneggiati dall'aggressione ambientale. Nelle opere in bronzo hanno rivelato le discontinuità metallurgiche — anche quelle originarie — come inclusioni, cricche, interventi di riparazione, saldature, lesioni meccaniche subite nel corso dei secoli. Sulla base di questi precisi elementi è facile determinare due tipi di informazioni: lo stato attuale di conservazione delle opere, e le tecnologie usate a suo tempo per l'esecuzione. Il primo di essi darà modo ai tecnici dell'Istituto del Restauro di stabilire un piano razionale di interventi conservativi; il secondo fornirà agli studiosi di archeologia litica e metallurgica nuove conoscenze sulle complesse modalità bronzeo clic si trova stilla destra della «Maestà» di Orvieto tecnologiche usate (ad esempio i processi di formatura e di fusione delle figure in bronzo). Nell'un caso e nell'altro, la positività dei risultati — clie è destinata ntì essere più ampiamente divulgata in un prossimo futuro — raccomanda l'uso dellVacceleratore lineare» come strumento ottimale in tutti quei casi in cui si tratti di accertare lo stato sotto-superficiale di statue in metallo ed in pietra a forte spessore. Il 23 dicembre la «Maestà» è tornata a Orvieto per essere depositata nel palazzo Soliano, dove subirà ulteriori esami riguardanti la composizione chimica delle leghe dei bronzi, la stratigrafia cromatica (il gruppo era originariamente ricoperto d'oro e di colori) nonché i restauri. Tornerà al suo posto, sulla facciata del Duomo, forse alla fine del 1985. Gino rapuli un'ellisse e non una circonferenza. Questi due fattori portano a un ritardo o a un anticipo del sorgere e tramontare del Sole, fino ad un massimo di circa un quarto d'ora (in febbraio e novembre), poiché il suo movimento apparente risulta discontinuo. In dicembre questo sfasamento, chiamato equazione del tempo, passa da un anticipo di 11 minuti a un ritardo di 3 con la conseguenza che il Sole «perde terreno», ritardando sia il sorgere sia il tramontare. 1 Un cannone di particelle atomiche scopre i mali segreti delle statue Un cannone di particelle atomiche scopre i mali segreti delle statue DA oltre un decennio la tecnologia del restauro delle opere d'arte si avvale di mezzi di indagine molto sofisticati che comprendono, tra gli altri, spet- . troscopla, diffratlometria, termografia, microscopia elettronica a scansione, olografia, pirolisi gascromatogi'aflòà.. àhàlisi fenologica, rilevamenti fotogrammetrici, elaborazione delle immagini al calcolatore, sondaggi con ultrasuoni. Ultimissima in ordine di tempo è l'esperienza che riguarda l'indagine radiografica eseguita su uno dei gruppi di sculture in pietra e bronzo più importanti del Trecento italiano: la «Maestà» del Duomo di Orvieto. Quest'opera è costituita da una Madonna con Bambino in marmo di Carrara, dalla paternità incerta (le attribuzioni riguardano Andrea Pisano, Buzzo di Biagio, Nicola Nuto e Vitale Maitani), posta sotto un ricco baldacchino in bronzo con un drappeggio sollevato da due stupende terne di angeli, anch'essi in bronzo. I componenti bronzei sono quasi certamente di Lorenzo Maitani, che ne curò anche la difficilissima fusione. II gruppo si trova nella lunetta centrale della facciata della chiesa, e appoggia sull'architrave della porta maggiore. E' stata proprio la necessità di consolidare questo architrave che ha consigliato la Soprintendenza per i beni culturali e ambientali ' dell'Umbria, d'accordo con l'Istituto Centrale del Restauro, di rimuovere il gruppo e di sottoporlo a una serie di esami, la cui parte essenziale è consistita nella esecuzione di 200 radiogrammi. Questo lavoro è stato condotto in tre mesi — dal 20 settembre al 20 dicembre' — presso gli stabilimenti della Società «Terni», con un procedimento innovativo: in luogo delle ormai tradizionali fonti di raggi x e gamma (le cui potenze e prestazioni comportano limiti non facilmente valicabili) è stato impiegato un «acceleratore lineare» da Che cos'è il «fall out» radioattivo? E' la «ricaduta» di particelle di polvere, smog, pioggia o minùscole gocce di vapore acqueo che hanno subito contaminazione dalle radiazioni di un ordigno nucleare. Il «fall out» è una delle conseguenze a distanza più pericolose delle armi atomiche e dipende in gran parte dai fenomeni meteorologici locali. Queste sostanze, se inalate, sono ovviamente molto pericolose e possono moltiplicare gli effetti omicidi (ìli angeli, particolare del gruppo 7500 kV — uno dei più potenti apparati radiografici del mondo — capace di esaminare manufatti di acciaio sino a 50 centimetri di spessore. Si 6 trattato del primo impiego di una apparecchiatura con radiazioni ionizzanti di cosi elevata penetrazione, e — inoltre — della prima applicazione in assoluto dell'indagine radiografica ad opere in pietra. Solo con macchine del tipo di quella installata a Terni (ve ne sono appena due in Italia) 6 possibile, infatti, ottenere una visione trasparente di forti spessori di pietra. Lo spessore unissimo della statua della Madonna è di circa un metro; i tempi di esposizione delle pellicole radiografiche sono risultati inferiori di quasi 11 30 per cento rispetto a quelli necessari per il bronzo. Tutti 1 radiogrammi sono risultati di eccezionale chiarezza. Nella statua di mztlfrfcgollgcrmssnnstpddsdsstz marmo essi hanno evidenziato 1 perni metallici di attacco delle parli riportate, le follature in piombo, i difetti strutturali del materiale, le fessurazioni, la profondità degli strati superficiali danneggiati dall'aggressione ambientale. Nelle opere in bronzo hanno rivelato le discontinuità metallurgiche — anche quelle originarie — come inclusioni, cricche, interventi di riparazione, saldature, lesioni meccaniche subite nel corso dei secoli. Sulla base di questi precisi elementi è facile determinare due tipi di informazioni: lo stato attuale di conservazione delle opere, e le tecnologie usate a suo tempo per l'esecuzione. Il primo di essi darà modo ai tecnici dell'Istituto del Restauro di stabilire un piano razionale di interventi conservativi; il secondo fornirà agli studiosi di archeologia litica e metallurgica nuove conoscenze sulle complesse modalità bronzeo clic si trova stilla destra della «Maestà» di Orvieto tecnologiche usate (ad esempio i processi di formatura e di fusione delle figure in bronzo). Nell'un caso e nell'altro, la positività dei risultati — clie è destinata ntì essere più ampiamente divulgata in un prossimo futuro — raccomanda l'uso dellVacceleratore lineare» come strumento ottimale in tutti quei casi in cui si tratti di accertare lo stato sotto-superficiale di statue in metallo ed in pietra a forte spessore. Il 23 dicembre la «Maestà» è tornata a Orvieto per essere depositata nel palazzo Soliano, dove subirà ulteriori esami riguardanti la composizione chimica delle leghe dei bronzi, la stratigrafia cromatica (il gruppo era originariamente ricoperto d'oro e di colori) nonché i restauri. Tornerà al suo posto, sulla facciata del Duomo, forse alla fine del 1985. Gino rapuli un'ellisse e non una circonferenza. Questi due fattori portano a un ritardo o a un anticipo del sorgere e tramontare del Sole, fino ad un massimo di circa un quarto d'ora (in febbraio e novembre), poiché il suo movimento apparente risulta discontinuo. In dicembre questo sfasamento, chiamato equazione del tempo, passa da un anticipo di 11 minuti a un ritardo di 3 con la conseguenza che il Sole «perde terreno», ritardando sia il sorgere sia il tramontare. 1 Un cannone di particelle atomiche scopre i mali segreti delle statue Un cannone di particelle atomiche scopre i mali segreti delle statue DA oltre un decennio la tecnologia del restauro delle opere d'arte si avvale di mezzi di indagine molto sofisticati che comprendono, tra gli altri, spet- . troscopla, diffratlometria, termografia, microscopia elettronica a scansione, olografia, pirolisi gascromatogi'aflòà.. àhàlisi fenologica, rilevamenti fotogrammetrici, elaborazione delle immagini al calcolatore, sondaggi con ultrasuoni. Ultimissima in ordine di tempo è l'esperienza che riguarda l'indagine radiografica eseguita su uno dei gruppi di sculture in pietra e bronzo più importanti del Trecento italiano: la «Maestà» del Duomo di Orvieto. Quest'opera è costituita da una Madonna con Bambino in marmo di Carrara, dalla paternità incerta (le attribuzioni riguardano Andrea Pisano, Buzzo di Biagio, Nicola Nuto e Vitale Maitani), posta sotto un ricco baldacchino in bronzo con un drappeggio sollevato da due stupende terne di angeli, anch'essi in bronzo. I componenti bronzei sono quasi certamente di Lorenzo Maitani, che ne curò anche la difficilissima fusione. II gruppo si trova nella lunetta centrale della facciata della chiesa, e appoggia sull'architrave della porta maggiore. E' stata proprio la necessità di consolidare questo architrave che ha consigliato la Soprintendenza per i beni culturali e ambientali ' dell'Umbria, d'accordo con l'Istituto Centrale del Restauro, di rimuovere il gruppo e di sottoporlo a una serie di esami, la cui parte essenziale è consistita nella esecuzione di 200 radiogrammi. Questo lavoro è stato condotto in tre mesi — dal 20 settembre al 20 dicembre' — presso gli stabilimenti della Società «Terni», con un procedimento innovativo: in luogo delle ormai tradizionali fonti di raggi x e gamma (le cui potenze e prestazioni comportano limiti non facilmente valicabili) è stato impiegato un «acceleratore lineare» da Che cos'è il «fall out» radioattivo? E' la «ricaduta» di particelle di polvere, smog, pioggia o minùscole gocce di vapore acqueo che hanno subito contaminazione dalle radiazioni di un ordigno nucleare. Il «fall out» è una delle conseguenze a distanza più pericolose delle armi atomiche e dipende in gran parte dai fenomeni meteorologici locali. Queste sostanze, se inalate, sono ovviamente molto pericolose e possono moltiplicare gli effetti omicidi (ìli angeli, particolare del gruppo 7500 kV — uno dei più potenti apparati radiografici del mondo — capace di esaminare manufatti di acciaio sino a 50 centimetri di spessore. Si 6 trattato del primo impiego di una apparecchiatura con radiazioni ionizzanti di cosi elevata penetrazione, e — inoltre — della prima applicazione in assoluto dell'indagine radiografica ad opere in pietra. Solo con macchine del tipo di quella installata a Terni (ve ne sono appena due in Italia) 6 possibile, infatti, ottenere una visione trasparente di forti spessori di pietra. Lo spessore unissimo della statua della Madonna è di circa un metro; i tempi di esposizione delle pellicole radiografiche sono risultati inferiori di quasi 11 30 per cento rispetto a quelli necessari per il bronzo. Tutti 1 radiogrammi sono risultati di eccezionale chiarezza. Nella statua di mztlfrfcgollgcrmssnnstpddsdsstz marmo essi hanno evidenziato 1 perni metallici di attacco delle parli riportate, le follature in piombo, i difetti strutturali del materiale, le fessurazioni, la profondità degli strati superficiali danneggiati dall'aggressione ambientale. Nelle opere in bronzo hanno rivelato le discontinuità metallurgiche — anche quelle originarie — come inclusioni, cricche, interventi di riparazione, saldature, lesioni meccaniche subite nel corso dei secoli. Sulla base di questi precisi elementi è facile determinare due tipi di informazioni: lo stato attuale di conservazione delle opere, e le tecnologie usate a suo tempo per l'esecuzione. Il primo di essi darà modo ai tecnici dell'Istituto del Restauro di stabilire un piano razionale di interventi conservativi; il secondo fornirà agli studiosi di archeologia litica e metallurgica nuove conoscenze sulle complesse modalità bronzeo clic si trova stilla destra della «Maestà» di Orvieto tecnologiche usate (ad esempio i processi di formatura e di fusione delle figure in bronzo). Nell'un caso e nell'altro, la positività dei risultati — clie è destinata ntì essere più ampiamente divulgata in un prossimo futuro — raccomanda l'uso dellVacceleratore lineare» come strumento ottimale in tutti quei casi in cui si tratti di accertare lo stato sotto-superficiale di statue in metallo ed in pietra a forte spessore. Il 23 dicembre la «Maestà» è tornata a Orvieto per essere depositata nel palazzo Soliano, dove subirà ulteriori esami riguardanti la composizione chimica delle leghe dei bronzi, la stratigrafia cromatica (il gruppo era originariamente ricoperto d'oro e di colori) nonché i restauri. Tornerà al suo posto, sulla facciata del Duomo, forse alla fine del 1985. Gino rapuli un'ellisse e non una circonferenza. Questi due fattori portano a un ritardo o a un anticipo del sorgere e tramontare del Sole, fino ad un massimo di circa un quarto d'ora (in febbraio e novembre), poiché il suo movimento apparente risulta discontinuo. In dicembre questo sfasamento, chiamato equazione del tempo, passa da un anticipo di 11 minuti a un ritardo di 3 con la conseguenza che il Sole «perde terreno», ritardando sia il sorgere sia il tramontare. 1

Persone citate: Andrea Pisano, Lorenzo Maitani, Maitani, Nicola Nuto

Luoghi citati: Carrara, Italia, Orvieto, Terni, Umbria