Un volto per tante fedi

Un volto per tante fedi Un volto per tante fedi IN tre milioni hanno visto 'il volto di Dio»: per 43 giorni, cinque anni fa a Torino, 1 hanno formato code di ore per passare un attimo di fronte alla Sindone, il lenzuolo che secondo la tradizione cristiana avrebbe avvoltoli corpo di Gesù. ■ Chi erano, cosa cercavano, quali emozioni hanno provato, quali riflessioni hanno maturato? E quali significati religiosi e sociali si possono attribuire a un tale straordinario fenomeno di massa? E' solo la riedizione di un antico pietismo popolare oppure indica un nuovo bisogno di sacro in una società secolarizzata, che ha vanificato valori e ideologie ed ora Insegne per altre vie la risposta ad una insopprimibile domanda di «senso della vita»? L'inchiesta del sociologo Franco Garelli, Il volto di Dio, ha il merito di passare al setaccio del fatti e rimettere col piedi per terra formule e slogan venuti di moda in questi an■■ ni per spiegare la rinascita dell'interesse rèli' gloso. Idatl raccolti, attraverso questionari e interviste a un campione di 2200 visitatori della Sindone, rovesciano lo stereotipo del pellegrino mosso da una devozione sentimentale e superstiziosa, pecora di un gregge saldamente guidato da un'efficiente organizzazione ecclesiale. Il -pubblico» della Sindone si rivela quanto mal differenziato, rispecchia nelle sue varie componenti il «popolo di Dio», immerso In una società civile sempre ,più segmentata, dove è difficile riconoscere .ancora una marea cattolica» omogenea. t Le forme di religiosità analizzate da Ga- ■ relll sono quindi molteplici e possono convl- i vere una accanto all'altra, sia nell'esperienza I dell'individuo sia nella comunità ecclesiale. i // dato fuori discussione è che per tutti la religione ha riconquistato una legittimità pubblica, visibile, non è più nascosta ma esposta. E' una religione dell'esperienza, più diretta e coinvolgente, che diventa perno e lievito dell'identità privata e sociale. Ma ha nel contempo bisogno di simboli, di segni in cui riconoscersi e farsi riconoscere, per mettersi in comunione con gli altri, senza dovere per ciò dipendere dalle strutture tradizionali ■ della Chiesa. Per moltissime persone, ci dice l'inchiesta ■di Garelli, la Sindone è stata uno dt questi simboli, ben più Immediato e comprensibile delle tradizionali liturgie: un'esperienza •unica, meravigliosa, incredibile, sconvolgente», prova e conferma della propria fede. Quale rapporto poi si Instauri fra tale ■ esperienza straordinaria e l'ordinaria vita quotidiana, è tutto da verificare: Garelli non esclude che in questa religiosità dalle •emozioni forti» ci siano rischi di alienazione sociale e dt Integralismo etico. E nella sua Introduzione Gian Enrico Rusconi teme che dietro «il boom del sacro» possa nascondersi lidolatrla. L'inchiesta sulla Sindone fa riflettere e discutere: peccato esca dopo cinque anni, tra gli ultimi titoli De Donato, editore in liquidazione. Tempi difficili per chi produce e diffonde ricerca. ... , _ •. Luciano Gerita Franco Garelli, «Il volto di Dio. L'espe,'.lenza del sacro nella società contemporai ne a-, De Donato, 268 pagine, 12.000 lire. Un volto per tante fedi Un volto per tante fedi IN tre milioni hanno visto 'il volto di Dio»: per 43 giorni, cinque anni fa a Torino, 1 hanno formato code di ore per passare un attimo di fronte alla Sindone, il lenzuolo che secondo la tradizione cristiana avrebbe avvoltoli corpo di Gesù. ■ Chi erano, cosa cercavano, quali emozioni hanno provato, quali riflessioni hanno maturato? E quali significati religiosi e sociali si possono attribuire a un tale straordinario fenomeno di massa? E' solo la riedizione di un antico pietismo popolare oppure indica un nuovo bisogno di sacro in una società secolarizzata, che ha vanificato valori e ideologie ed ora Insegne per altre vie la risposta ad una insopprimibile domanda di «senso della vita»? L'inchiesta del sociologo Franco Garelli, Il volto di Dio, ha il merito di passare al setaccio del fatti e rimettere col piedi per terra formule e slogan venuti di moda in questi an■■ ni per spiegare la rinascita dell'interesse rèli' gloso. Idatl raccolti, attraverso questionari e interviste a un campione di 2200 visitatori della Sindone, rovesciano lo stereotipo del pellegrino mosso da una devozione sentimentale e superstiziosa, pecora di un gregge saldamente guidato da un'efficiente organizzazione ecclesiale. Il -pubblico» della Sindone si rivela quanto mal differenziato, rispecchia nelle sue varie componenti il «popolo di Dio», immerso In una società civile sempre ,più segmentata, dove è difficile riconoscere .ancora una marea cattolica» omogenea. t Le forme di religiosità analizzate da Ga- ■ relll sono quindi molteplici e possono convl- i vere una accanto all'altra, sia nell'esperienza I dell'individuo sia nella comunità ecclesiale. i // dato fuori discussione è che per tutti la religione ha riconquistato una legittimità pubblica, visibile, non è più nascosta ma esposta. E' una religione dell'esperienza, più diretta e coinvolgente, che diventa perno e lievito dell'identità privata e sociale. Ma ha nel contempo bisogno di simboli, di segni in cui riconoscersi e farsi riconoscere, per mettersi in comunione con gli altri, senza dovere per ciò dipendere dalle strutture tradizionali ■ della Chiesa. Per moltissime persone, ci dice l'inchiesta ■di Garelli, la Sindone è stata uno dt questi simboli, ben più Immediato e comprensibile delle tradizionali liturgie: un'esperienza •unica, meravigliosa, incredibile, sconvolgente», prova e conferma della propria fede. Quale rapporto poi si Instauri fra tale ■ esperienza straordinaria e l'ordinaria vita quotidiana, è tutto da verificare: Garelli non esclude che in questa religiosità dalle •emozioni forti» ci siano rischi di alienazione sociale e dt Integralismo etico. E nella sua Introduzione Gian Enrico Rusconi teme che dietro «il boom del sacro» possa nascondersi lidolatrla. L'inchiesta sulla Sindone fa riflettere e discutere: peccato esca dopo cinque anni, tra gli ultimi titoli De Donato, editore in liquidazione. Tempi difficili per chi produce e diffonde ricerca. ... , _ •. Luciano Gerita Franco Garelli, «Il volto di Dio. L'espe,'.lenza del sacro nella società contemporai ne a-, De Donato, 268 pagine, 12.000 lire. Un volto per tante fedi Un volto per tante fedi IN tre milioni hanno visto 'il volto di Dio»: per 43 giorni, cinque anni fa a Torino, 1 hanno formato code di ore per passare un attimo di fronte alla Sindone, il lenzuolo che secondo la tradizione cristiana avrebbe avvoltoli corpo di Gesù. ■ Chi erano, cosa cercavano, quali emozioni hanno provato, quali riflessioni hanno maturato? E quali significati religiosi e sociali si possono attribuire a un tale straordinario fenomeno di massa? E' solo la riedizione di un antico pietismo popolare oppure indica un nuovo bisogno di sacro in una società secolarizzata, che ha vanificato valori e ideologie ed ora Insegne per altre vie la risposta ad una insopprimibile domanda di «senso della vita»? L'inchiesta del sociologo Franco Garelli, Il volto di Dio, ha il merito di passare al setaccio del fatti e rimettere col piedi per terra formule e slogan venuti di moda in questi an■■ ni per spiegare la rinascita dell'interesse rèli' gloso. Idatl raccolti, attraverso questionari e interviste a un campione di 2200 visitatori della Sindone, rovesciano lo stereotipo del pellegrino mosso da una devozione sentimentale e superstiziosa, pecora di un gregge saldamente guidato da un'efficiente organizzazione ecclesiale. Il -pubblico» della Sindone si rivela quanto mal differenziato, rispecchia nelle sue varie componenti il «popolo di Dio», immerso In una società civile sempre ,più segmentata, dove è difficile riconoscere .ancora una marea cattolica» omogenea. t Le forme di religiosità analizzate da Ga- ■ relll sono quindi molteplici e possono convl- i vere una accanto all'altra, sia nell'esperienza I dell'individuo sia nella comunità ecclesiale. i // dato fuori discussione è che per tutti la religione ha riconquistato una legittimità pubblica, visibile, non è più nascosta ma esposta. E' una religione dell'esperienza, più diretta e coinvolgente, che diventa perno e lievito dell'identità privata e sociale. Ma ha nel contempo bisogno di simboli, di segni in cui riconoscersi e farsi riconoscere, per mettersi in comunione con gli altri, senza dovere per ciò dipendere dalle strutture tradizionali ■ della Chiesa. Per moltissime persone, ci dice l'inchiesta ■di Garelli, la Sindone è stata uno dt questi simboli, ben più Immediato e comprensibile delle tradizionali liturgie: un'esperienza •unica, meravigliosa, incredibile, sconvolgente», prova e conferma della propria fede. Quale rapporto poi si Instauri fra tale ■ esperienza straordinaria e l'ordinaria vita quotidiana, è tutto da verificare: Garelli non esclude che in questa religiosità dalle •emozioni forti» ci siano rischi di alienazione sociale e dt Integralismo etico. E nella sua Introduzione Gian Enrico Rusconi teme che dietro «il boom del sacro» possa nascondersi lidolatrla. L'inchiesta sulla Sindone fa riflettere e discutere: peccato esca dopo cinque anni, tra gli ultimi titoli De Donato, editore in liquidazione. Tempi difficili per chi produce e diffonde ricerca. ... , _ •. Luciano Gerita Franco Garelli, «Il volto di Dio. L'espe,'.lenza del sacro nella società contemporai ne a-, De Donato, 268 pagine, 12.000 lire.

Persone citate: De Donato, Franco Garelli, Garelli, Gian Enrico Rusconi, Luciano Gerita

Luoghi citati: Torino