Polonia mille anni di assedi di Francesco Vincitorio

Una storia dal Medioevo a Pilsudski Una storia dal Medioevo a Pilsudski Polonia, mille anni di assedi VARSAVIA, 3 maggio 1791. In Francia è in corso la Grande Rivoluzione, la Polonia si ac-\ contenta di meno, di una carta costituzionale che liberalizza il regime monarchico e lega la sofferta e contrastata identità nazionale a un embrione di democrazia. Ma la Russia, che da quando è diventata una potenza, con Pietro il Grande, ambisce a una tutela, quanto meno, sulle cose polacche, non è d'ac- ' cordo. Caterina II non ha dubbi sulla necessità di eliminare da Varsavia la «piaga francese: Si cerca un pretesto ■ per l'intervento, e questo lo fornisce un gruppo di conservatori spaventati dalle novità, notabili filorussi che chiedono soccorso alla potenza 'amica'.. Il 1S maggio 1792 scatta l'invasione. , Vedete come non c'è nulla di nuovo sotto il sole. E. 'non è tutto. Poco dopo c'è: un'altra invasione da Occi-, dente, questa volta prussiana. I due invasori si accordano, fra le rispettive conquiste resta un piccolo. Stato-cuscinetto, che fa comodo a entrambi per non scontrarsi direttamente. Stalin e Hitler verranno un secolo e mezzo dopo, ma reciteranno, in fondo, un copione già scritto. Esiste in Europa un Paese più drammatico della ■Polonia? Forse proprio la Germania e la Russia lo so- ' ■^TELLA nuova collana J\| dedicata a «I testimoni dell'arte», la Società editrice Umberto Allemandl & C. propone una raccolta di vari testi del critico d'arte Luigi Carlucclo, morto alla fine del 1981, a 70 anni. Scelta non facile, tenuto conto del numero di articoli, presentazioni e saggi, scritti dal cri-, tlco torinese nella sua lunga carriera. Tuttavia, a mio parere, pienamente riuscita, che consente di ri-' cordare e forse capire meglio (o di conoscere, a chi non avesse mal letto 1 suol scritti) una figura di primo plano del dibattito sull'arte contemporanea. Il titolo, La faceta nasco-. sta della Luna, è quello che egli intendeva dare alla1 mostra che stava preparando per la Biennale di Venezia, della quale era direttore per 11 settore Arti visive. Come appare, chiaramente, da alcuni saggi e articoli raccolti nel volume, per lui, tale «faccia» era costituita da una particolare linea dell'arte, che costantemente predilesse. ideila Polonia, in una beila' ■edizione di Bompiani, ope-. ,ra a più voci, tutte autorevoli, sotto la guida di Ale-, ksander Gieysztor, insigne accademico di Varsavia e collaboratore, per gli studi .medioevali, dell'università Idi Cambridge. Di Gieysztor è la prima' parie dell'opera, dedicata appunto alla Polonia medioevale, e quindi agli albori e ai primi secoli dello \Stato polacco, nel quali sono già fissate certe condi- : zioni di fondo della storia Jutura. Infatti la prima, ■grande impresa militare di [Mteszko 1, il fondatore delho Stato, consiste nel reisplngere una spedizione > Imperiale tedesca, e la sua scelta storica è la crlstianizzazlone della Polonia, che pone in qualche modo no altrettanto, per le con- • fraddteioni stridenti tra una grande civiltà e le perversioni del potere. Ma è alla Polonia, più che a ogni altro Paese, che è toccato subire sulla propria pelle tali contraddizioni, facendo del proprio dramma anche una sintesi del drammi altrui. Ora di nuovo, da tre anni, i polacchi sono al centro ' delle tensioni europee, mentre un loro conclttadl-'] no è Papa della Chiesa di Roma e un altro, ignorato o vessato dalle autorità ufficiali, riceve i massimi riconoscimenti occidentali. Giunge dunque quanto mai opportuno un riepilo■ go complessivo della storia polacca, che non era disponibile, in quanto tale, per il pubblico italiano. E' Storia Scritti del critico il Paese sotto la protezione della Chiesa di Roma, in funzione an fi-imperiate e '.antl-gcrmanica. Da allora, ■e ancor più dopo la Controriforma, l'identità religiosa e l'identità nazionale tenderanno, per l polacchi, a coincidere. SI capisce che cosa abbia significato, poi, che un polacco diventasse Papa. . Di altri studiosi (Rostwoirowski e Tazbir, dell'Accademia polacca delle scienze, Kienlewlcz e Wereszyckt, delle università di Varsavia e di Cracovia) sono altri capitoli, dedicati, <alle fasi e al drammi successivi della Polonia: le crisi della sovranità, la tu■tela russa, le spartizioni... Alle vittorie, anche: come quella di due secoli fa contro l turchi, quando Glo- Ln spartizione della Polonia (da «I Paesi», ed. Vallardi) po, dalla maggior parte della critica. Dimenticando 11 suo peso specifico e la sua importanza nell'arte del nostro tempo. Se non altro come testimonianza di uno storico pessimismo net riguardi delle magnifiche sorti e progressive. Contro questa emarginazione (pur nello sforzo di oggettività, da cronista d'arte, quale, con umiltà si considerava) condusse la sua battaglia, difese le sue scelte e le sue preferenze. Fra queste vorrei almeno citare, a mo' d'esempi (magari contrapposti): Savlnlo e Bacon. E, soprattutto, Alberto Giacometti, l'artista che, come egli stesso confessò, amava di più e sul quale scrisse cose eccezionalmente penetranti. Letture del personaggio e del suo lavoro davvero da antologia. Con una capacità di vedere, capire e spiegarne le più segrete ragioni, la quale — come peraltro confermano parecchi altri suol testi — in lui era frutto di un lungo, amoroso studio ma anche di un profondo, radicato intuito. Porse perché, come hanno svelato, pochi mesi fa, i disegni che tracciò durante la prigionia in Germania (sono stati pubblicati di recente, in edizione speciale, a cura della moglie, sempre dalle Società editrice Umberto Allemandl & C.) egli stesso, in origine, era stato pittore. Un pittore che, per ignoti motivi, rinunciò a segui¬ o d'arte vanni III Sobleskl ruppe l'assedto di Vienna e salvò .l'Europacristiana (una vittoria che Papa Wojtyla, appunto, non ha mancato idi celebrare qualche mese | fa nella capitale austriaca). L'opera si chiude in pratica con l'età di Pilsudski, ■ il padre della Polonia contemporanea, nata con la fine della prima guerra mondiale: e vincitore, anche, di una guerra di confini col giovane Stato sovtetlco... In ■quest'ultima parte, che ar'■ riva sino alla vigilia del secondo conflitto mondiale, 'Il racconto degli accademlici polacchi si fa un po' ri1 servato, forse inevitabilmente. Riserbo, ma anche •realismo. Di Pilsudski, Wereszycki dice che .si era illuso» dt rendere la Polonia indipendente sia dalla Germania che dall'Unione Sovietica: un'illusione tanto meno sostenibile dopo gli esiti politict dell'ultima guerra. E tuttavia, nelle circostanze date, un'opera come questa, che ripercorre l'arco del 'millennio polacco» sotto il profilo politico, economico, sociale e culturale, è un contributo oggettivo •alla comprensione dell'identità tormentata della Polonia, e quindi dei motivi profondi della sua lotta, die continua. Aldo Rizzo Aleksander Gieysztor, •Storia della Polonia», : Bompiani, 582 pagine, ,40.000 lire. re tale sua vocazione, 'optando per la critica d'arte. Una scelta che dovette essere assai sofferta, come traspare da un brano presente nel volume. Parlando di un film su Matisse, Carluccio ricorda il proprio turbamento nel vedere la mano dell'artista alle prese con 11 momento misterioso della nascita di un'opera i d'arte. Come egli dice, più -che turba,miento,,er^ U,Ra I nicoi fórse anche, di chi s accosta a un mondo amato con nitida determinazione di sentimenti, e quando infine lo raggiunge si accorge che quel dominio, insostituibile ormai nei desideri, gli resterà irrevocabilmente precluso. Parole, a mio avviso, rivelatrici di quella lontana crisi. E, come d'altronde tanti altri suol scritti, di straordinaria acutezza e anche di grande qualità letteraria. Un pensiero, una prosa che scavano a fondo nel segreti della creazione artistica e ne enucleano, in forma ammirevole, l'essenza. Pagine che restano tra le più belle della critica d'arte italiana contemporanea. E ne fanno uno degli ultimi testimoni di un modo di fare critica che, purtroppo, si è andato, via via, impoverendo. Francesco Vincitorio Luigi Carluccio, «La faccia nascosta della luna», a cura di Roberto Tassi, Società editrice Umberto Allentami! & C, 398 pagine, 25.000 lire. i sacro Una storia dal Medioevo a Pilsudski Una storia dal Medioevo a Pilsudski Polonia, mille anni di assedi VARSAVIA, 3 maggio 1791. In Francia è in corso la Grande Rivoluzione, la Polonia si ac-\ contenta di meno, di una carta costituzionale che liberalizza il regime monarchico e lega la sofferta e contrastata identità nazionale a un embrione di democrazia. Ma la Russia, che da quando è diventata una potenza, con Pietro il Grande, ambisce a una tutela, quanto meno, sulle cose polacche, non è d'ac- ' cordo. Caterina II non ha dubbi sulla necessità di eliminare da Varsavia la «piaga francese: Si cerca un pretesto ■ per l'intervento, e questo lo fornisce un gruppo di conservatori spaventati dalle novità, notabili filorussi che chiedono soccorso alla potenza 'amica'.. Il 1S maggio 1792 scatta l'invasione. , Vedete come non c'è nulla di nuovo sotto il sole. E. 'non è tutto. Poco dopo c'è: un'altra invasione da Occi-, dente, questa volta prussiana. I due invasori si accordano, fra le rispettive conquiste resta un piccolo. Stato-cuscinetto, che fa comodo a entrambi per non scontrarsi direttamente. Stalin e Hitler verranno un secolo e mezzo dopo, ma reciteranno, in fondo, un copione già scritto. Esiste in Europa un Paese più drammatico della ■Polonia? Forse proprio la Germania e la Russia lo so- ' ■^TELLA nuova collana J\| dedicata a «I testimoni dell'arte», la Società editrice Umberto Allemandl & C. propone una raccolta di vari testi del critico d'arte Luigi Carlucclo, morto alla fine del 1981, a 70 anni. Scelta non facile, tenuto conto del numero di articoli, presentazioni e saggi, scritti dal cri-, tlco torinese nella sua lunga carriera. Tuttavia, a mio parere, pienamente riuscita, che consente di ri-' cordare e forse capire meglio (o di conoscere, a chi non avesse mal letto 1 suol scritti) una figura di primo plano del dibattito sull'arte contemporanea. Il titolo, La faceta nasco-. sta della Luna, è quello che egli intendeva dare alla1 mostra che stava preparando per la Biennale di Venezia, della quale era direttore per 11 settore Arti visive. Come appare, chiaramente, da alcuni saggi e articoli raccolti nel volume, per lui, tale «faccia» era costituita da una particolare linea dell'arte, che costantemente predilesse. ideila Polonia, in una beila' ■edizione di Bompiani, ope-. ,ra a più voci, tutte autorevoli, sotto la guida di Ale-, ksander Gieysztor, insigne accademico di Varsavia e collaboratore, per gli studi .medioevali, dell'università Idi Cambridge. Di Gieysztor è la prima' parie dell'opera, dedicata appunto alla Polonia medioevale, e quindi agli albori e ai primi secoli dello \Stato polacco, nel quali sono già fissate certe condi- : zioni di fondo della storia Jutura. Infatti la prima, ■grande impresa militare di [Mteszko 1, il fondatore delho Stato, consiste nel reisplngere una spedizione > Imperiale tedesca, e la sua scelta storica è la crlstianizzazlone della Polonia, che pone in qualche modo no altrettanto, per le con- • fraddteioni stridenti tra una grande civiltà e le perversioni del potere. Ma è alla Polonia, più che a ogni altro Paese, che è toccato subire sulla propria pelle tali contraddizioni, facendo del proprio dramma anche una sintesi del drammi altrui. Ora di nuovo, da tre anni, i polacchi sono al centro ' delle tensioni europee, mentre un loro conclttadl-'] no è Papa della Chiesa di Roma e un altro, ignorato o vessato dalle autorità ufficiali, riceve i massimi riconoscimenti occidentali. Giunge dunque quanto mai opportuno un riepilo■ go complessivo della storia polacca, che non era disponibile, in quanto tale, per il pubblico italiano. E' Storia Scritti del critico il Paese sotto la protezione della Chiesa di Roma, in funzione an fi-imperiate e '.antl-gcrmanica. Da allora, ■e ancor più dopo la Controriforma, l'identità religiosa e l'identità nazionale tenderanno, per l polacchi, a coincidere. SI capisce che cosa abbia significato, poi, che un polacco diventasse Papa. . Di altri studiosi (Rostwoirowski e Tazbir, dell'Accademia polacca delle scienze, Kienlewlcz e Wereszyckt, delle università di Varsavia e di Cracovia) sono altri capitoli, dedicati, <alle fasi e al drammi successivi della Polonia: le crisi della sovranità, la tu■tela russa, le spartizioni... Alle vittorie, anche: come quella di due secoli fa contro l turchi, quando Glo- Ln spartizione della Polonia (da «I Paesi», ed. Vallardi) po, dalla maggior parte della critica. Dimenticando 11 suo peso specifico e la sua importanza nell'arte del nostro tempo. Se non altro come testimonianza di uno storico pessimismo net riguardi delle magnifiche sorti e progressive. Contro questa emarginazione (pur nello sforzo di oggettività, da cronista d'arte, quale, con umiltà si considerava) condusse la sua battaglia, difese le sue scelte e le sue preferenze. Fra queste vorrei almeno citare, a mo' d'esempi (magari contrapposti): Savlnlo e Bacon. E, soprattutto, Alberto Giacometti, l'artista che, come egli stesso confessò, amava di più e sul quale scrisse cose eccezionalmente penetranti. Letture del personaggio e del suo lavoro davvero da antologia. Con una capacità di vedere, capire e spiegarne le più segrete ragioni, la quale — come peraltro confermano parecchi altri suol testi — in lui era frutto di un lungo, amoroso studio ma anche di un profondo, radicato intuito. Porse perché, come hanno svelato, pochi mesi fa, i disegni che tracciò durante la prigionia in Germania (sono stati pubblicati di recente, in edizione speciale, a cura della moglie, sempre dalle Società editrice Umberto Allemandl & C.) egli stesso, in origine, era stato pittore. Un pittore che, per ignoti motivi, rinunciò a segui¬ o d'arte vanni III Sobleskl ruppe l'assedto di Vienna e salvò .l'Europacristiana (una vittoria che Papa Wojtyla, appunto, non ha mancato idi celebrare qualche mese | fa nella capitale austriaca). L'opera si chiude in pratica con l'età di Pilsudski, ■ il padre della Polonia contemporanea, nata con la fine della prima guerra mondiale: e vincitore, anche, di una guerra di confini col giovane Stato sovtetlco... In ■quest'ultima parte, che ar'■ riva sino alla vigilia del secondo conflitto mondiale, 'Il racconto degli accademlici polacchi si fa un po' ri1 servato, forse inevitabilmente. Riserbo, ma anche •realismo. Di Pilsudski, Wereszycki dice che .si era illuso» dt rendere la Polonia indipendente sia dalla Germania che dall'Unione Sovietica: un'illusione tanto meno sostenibile dopo gli esiti politict dell'ultima guerra. E tuttavia, nelle circostanze date, un'opera come questa, che ripercorre l'arco del 'millennio polacco» sotto il profilo politico, economico, sociale e culturale, è un contributo oggettivo •alla comprensione dell'identità tormentata della Polonia, e quindi dei motivi profondi della sua lotta, die continua. Aldo Rizzo Aleksander Gieysztor, •Storia della Polonia», : Bompiani, 582 pagine, ,40.000 lire. re tale sua vocazione, 'optando per la critica d'arte. Una scelta che dovette essere assai sofferta, come traspare da un brano presente nel volume. Parlando di un film su Matisse, Carluccio ricorda il proprio turbamento nel vedere la mano dell'artista alle prese con 11 momento misterioso della nascita di un'opera i d'arte. Come egli dice, più -che turba,miento,,er^ U,Ra I nicoi fórse anche, di chi s accosta a un mondo amato con nitida determinazione di sentimenti, e quando infine lo raggiunge si accorge che quel dominio, insostituibile ormai nei desideri, gli resterà irrevocabilmente precluso. Parole, a mio avviso, rivelatrici di quella lontana crisi. E, come d'altronde tanti altri suol scritti, di straordinaria acutezza e anche di grande qualità letteraria. Un pensiero, una prosa che scavano a fondo nel segreti della creazione artistica e ne enucleano, in forma ammirevole, l'essenza. Pagine che restano tra le più belle della critica d'arte italiana contemporanea. E ne fanno uno degli ultimi testimoni di un modo di fare critica che, purtroppo, si è andato, via via, impoverendo. Francesco Vincitorio Luigi Carluccio, «La faccia nascosta della luna», a cura di Roberto Tassi, Società editrice Umberto Allentami! & C, 398 pagine, 25.000 lire. i sacro Una storia dal Medioevo a Pilsudski Una storia dal Medioevo a Pilsudski Polonia, mille anni di assedi VARSAVIA, 3 maggio 1791. In Francia è in corso la Grande Rivoluzione, la Polonia si ac-\ contenta di meno, di una carta costituzionale che liberalizza il regime monarchico e lega la sofferta e contrastata identità nazionale a un embrione di democrazia. Ma la Russia, che da quando è diventata una potenza, con Pietro il Grande, ambisce a una tutela, quanto meno, sulle cose polacche, non è d'ac- ' cordo. Caterina II non ha dubbi sulla necessità di eliminare da Varsavia la «piaga francese: Si cerca un pretesto ■ per l'intervento, e questo lo fornisce un gruppo di conservatori spaventati dalle novità, notabili filorussi che chiedono soccorso alla potenza 'amica'.. Il 1S maggio 1792 scatta l'invasione. , Vedete come non c'è nulla di nuovo sotto il sole. E. 'non è tutto. Poco dopo c'è: un'altra invasione da Occi-, dente, questa volta prussiana. I due invasori si accordano, fra le rispettive conquiste resta un piccolo. Stato-cuscinetto, che fa comodo a entrambi per non scontrarsi direttamente. Stalin e Hitler verranno un secolo e mezzo dopo, ma reciteranno, in fondo, un copione già scritto. Esiste in Europa un Paese più drammatico della ■Polonia? Forse proprio la Germania e la Russia lo so- ' ■^TELLA nuova collana J\| dedicata a «I testimoni dell'arte», la Società editrice Umberto Allemandl & C. propone una raccolta di vari testi del critico d'arte Luigi Carlucclo, morto alla fine del 1981, a 70 anni. Scelta non facile, tenuto conto del numero di articoli, presentazioni e saggi, scritti dal cri-, tlco torinese nella sua lunga carriera. Tuttavia, a mio parere, pienamente riuscita, che consente di ri-' cordare e forse capire meglio (o di conoscere, a chi non avesse mal letto 1 suol scritti) una figura di primo plano del dibattito sull'arte contemporanea. Il titolo, La faceta nasco-. sta della Luna, è quello che egli intendeva dare alla1 mostra che stava preparando per la Biennale di Venezia, della quale era direttore per 11 settore Arti visive. Come appare, chiaramente, da alcuni saggi e articoli raccolti nel volume, per lui, tale «faccia» era costituita da una particolare linea dell'arte, che costantemente predilesse. ideila Polonia, in una beila' ■edizione di Bompiani, ope-. ,ra a più voci, tutte autorevoli, sotto la guida di Ale-, ksander Gieysztor, insigne accademico di Varsavia e collaboratore, per gli studi .medioevali, dell'università Idi Cambridge. Di Gieysztor è la prima' parie dell'opera, dedicata appunto alla Polonia medioevale, e quindi agli albori e ai primi secoli dello \Stato polacco, nel quali sono già fissate certe condi- : zioni di fondo della storia Jutura. Infatti la prima, ■grande impresa militare di [Mteszko 1, il fondatore delho Stato, consiste nel reisplngere una spedizione > Imperiale tedesca, e la sua scelta storica è la crlstianizzazlone della Polonia, che pone in qualche modo no altrettanto, per le con- • fraddteioni stridenti tra una grande civiltà e le perversioni del potere. Ma è alla Polonia, più che a ogni altro Paese, che è toccato subire sulla propria pelle tali contraddizioni, facendo del proprio dramma anche una sintesi del drammi altrui. Ora di nuovo, da tre anni, i polacchi sono al centro ' delle tensioni europee, mentre un loro conclttadl-'] no è Papa della Chiesa di Roma e un altro, ignorato o vessato dalle autorità ufficiali, riceve i massimi riconoscimenti occidentali. Giunge dunque quanto mai opportuno un riepilo■ go complessivo della storia polacca, che non era disponibile, in quanto tale, per il pubblico italiano. E' Storia Scritti del critico il Paese sotto la protezione della Chiesa di Roma, in funzione an fi-imperiate e '.antl-gcrmanica. Da allora, ■e ancor più dopo la Controriforma, l'identità religiosa e l'identità nazionale tenderanno, per l polacchi, a coincidere. SI capisce che cosa abbia significato, poi, che un polacco diventasse Papa. . Di altri studiosi (Rostwoirowski e Tazbir, dell'Accademia polacca delle scienze, Kienlewlcz e Wereszyckt, delle università di Varsavia e di Cracovia) sono altri capitoli, dedicati, <alle fasi e al drammi successivi della Polonia: le crisi della sovranità, la tu■tela russa, le spartizioni... Alle vittorie, anche: come quella di due secoli fa contro l turchi, quando Glo- Ln spartizione della Polonia (da «I Paesi», ed. Vallardi) po, dalla maggior parte della critica. Dimenticando 11 suo peso specifico e la sua importanza nell'arte del nostro tempo. Se non altro come testimonianza di uno storico pessimismo net riguardi delle magnifiche sorti e progressive. Contro questa emarginazione (pur nello sforzo di oggettività, da cronista d'arte, quale, con umiltà si considerava) condusse la sua battaglia, difese le sue scelte e le sue preferenze. Fra queste vorrei almeno citare, a mo' d'esempi (magari contrapposti): Savlnlo e Bacon. E, soprattutto, Alberto Giacometti, l'artista che, come egli stesso confessò, amava di più e sul quale scrisse cose eccezionalmente penetranti. Letture del personaggio e del suo lavoro davvero da antologia. Con una capacità di vedere, capire e spiegarne le più segrete ragioni, la quale — come peraltro confermano parecchi altri suol testi — in lui era frutto di un lungo, amoroso studio ma anche di un profondo, radicato intuito. Porse perché, come hanno svelato, pochi mesi fa, i disegni che tracciò durante la prigionia in Germania (sono stati pubblicati di recente, in edizione speciale, a cura della moglie, sempre dalle Società editrice Umberto Allemandl & C.) egli stesso, in origine, era stato pittore. Un pittore che, per ignoti motivi, rinunciò a segui¬ o d'arte vanni III Sobleskl ruppe l'assedto di Vienna e salvò .l'Europacristiana (una vittoria che Papa Wojtyla, appunto, non ha mancato idi celebrare qualche mese | fa nella capitale austriaca). L'opera si chiude in pratica con l'età di Pilsudski, ■ il padre della Polonia contemporanea, nata con la fine della prima guerra mondiale: e vincitore, anche, di una guerra di confini col giovane Stato sovtetlco... In ■quest'ultima parte, che ar'■ riva sino alla vigilia del secondo conflitto mondiale, 'Il racconto degli accademlici polacchi si fa un po' ri1 servato, forse inevitabilmente. Riserbo, ma anche •realismo. Di Pilsudski, Wereszycki dice che .si era illuso» dt rendere la Polonia indipendente sia dalla Germania che dall'Unione Sovietica: un'illusione tanto meno sostenibile dopo gli esiti politict dell'ultima guerra. E tuttavia, nelle circostanze date, un'opera come questa, che ripercorre l'arco del 'millennio polacco» sotto il profilo politico, economico, sociale e culturale, è un contributo oggettivo •alla comprensione dell'identità tormentata della Polonia, e quindi dei motivi profondi della sua lotta, die continua. Aldo Rizzo Aleksander Gieysztor, •Storia della Polonia», : Bompiani, 582 pagine, ,40.000 lire. re tale sua vocazione, 'optando per la critica d'arte. Una scelta che dovette essere assai sofferta, come traspare da un brano presente nel volume. Parlando di un film su Matisse, Carluccio ricorda il proprio turbamento nel vedere la mano dell'artista alle prese con 11 momento misterioso della nascita di un'opera i d'arte. Come egli dice, più -che turba,miento,,er^ U,Ra I nicoi fórse anche, di chi s accosta a un mondo amato con nitida determinazione di sentimenti, e quando infine lo raggiunge si accorge che quel dominio, insostituibile ormai nei desideri, gli resterà irrevocabilmente precluso. Parole, a mio avviso, rivelatrici di quella lontana crisi. E, come d'altronde tanti altri suol scritti, di straordinaria acutezza e anche di grande qualità letteraria. Un pensiero, una prosa che scavano a fondo nel segreti della creazione artistica e ne enucleano, in forma ammirevole, l'essenza. Pagine che restano tra le più belle della critica d'arte italiana contemporanea. E ne fanno uno degli ultimi testimoni di un modo di fare critica che, purtroppo, si è andato, via via, impoverendo. Francesco Vincitorio Luigi Carluccio, «La faccia nascosta della luna», a cura di Roberto Tassi, Società editrice Umberto Allentami! & C, 398 pagine, 25.000 lire. i sacro