Quando il pocket era economico

Quando il pocket era economico Quando il pocket era economico FINALMENTE. una buona notizia dal fronte dell'editoria. Una notizia die non arriverà del tutto nuova ai nostri lettori, per il fatto che proprio qui, su Tuttolibri. l'abbiamo (e neppure tanto tempo fu) se non dettagliatamente anticipata, almeno auspicata. Una buona notizia valida ancor più che per quello die dice al presente per quello che lascia sperareperil futuro: ovvero die l'industria editoriale può essere effettivamente capace di far sul serio. \ Ed è giusto die una grande casa editrice come la Mondadori, che nel 1965 con il lancio degli -Oscar» rivoluzionò il mercato dei tascabili-economici (è bene mettere in chiaro la doppia qualifica, visti e considerati i prezzi davvero non economici che hanno ormai la maggioranza dei tascabili), prerir da l'iniziativa di verificare oggi che cosa ci sia. e si possa, fare in questo campo nevralgico. Certo, i tascabili-economici non sono nati in Italia nel 1965. Erano nati già da prima. Anche limitandoci solo a quanto è avvenuto nella editoria italiana dopo la seconda guerra mondiale (senza risalire, dunque, alla gloriosa « Universale» Einaudi e alla non meno gloriosa -Corona» Bompiani, che pure tanta parte hanno avuto nella maturazione, ad esempio, della mia generazione), troviamo subito l'-Universale del Canguro», detta familiarmente -Il Canguro» perché ostentava la sagoma di un disinvolto marsupiale come marchio da porre in gara con il pinguino dei Penguins o con il pellicano dei Pelicans. Era destinata alla libreria. Curata da Diemoz e De Vita, era patrocinata, finanziata e consigliata dal partito comunista. Accanto al -Canguro» troviamo subito anclie la -Bur», ovvero la 'Biblioteca Universale Rizzoli», pensata e diretta per un grande editore popolare di rotocalchi da Lecaldano. Ancora destinata alla libreria. Dopo la guerra c'era una gran fame di leggere, una fame arretrata di cultura che non concerneva solo il presente o il passato prossimo, ma anche il passato remoto che la scuola non sempre aveva consentito di avvicinare. Il - Canguro» era una collana mista che pubblicala narrativa, saggistica, storia e cronaca di tutti i tempi, la -Bur». invece, fu la collana dei classici, o semiclassici, letterari dall'antichità all'Ottocento, agli albori ormai storicizzabili, e Juqri diritti, del Npyecerito. I grigi ' volumetti apparentemente disadorni, ma sostanzialmente di limpida eleganza, misero a disposizione dei lettori italiani tutto quello die sino all'altro ieri, anzi a ieri, valeva la pena di riproporre. La rivoluzione degli -Oscar- nel 1965 vide, comunque, un cambiamento di strategia, un salto di diffusione e di ambizione. Con Addio alle armi di Hemingway al n. 1. La ragazza di Bube di Cassola al n. 2. La nausea di Sartre al n. 3, Un amore di Bussati al n. 4 cLa luna è tramontata di Steinbeck al n. 5. in un'uscita simultanea, clamorosa e smagliante nelle copertine nazionalpopolari, grandhótclistiche di Tempesti, i tascabili-economici Mondadori (con l'esperienza alle spalle nel dopoguerra della -Bmm». la -Biblioteca moderna Mon¬ dadori» e soprattutto nel passato anteguera de -I romanzi della Palma») dettero l'assalto alle edicole, offrendo il meglio della narrativa contemporanea a prezzi accessibilissimi al grande pubblico die non si sarebbe mai addentrato in libreria. Il - gioco parve fatto: gli -Oscar» diventarono irresistibilmente un genere di consumo nuovo per un Paese che stava scoprendo il consumismo come pezza d'appoggio per l'illusione del benessere. Tutti i grandi (e an-' che i medi, persino i piccoli) editori italiani vollero, fortissimamente vollero avere la loro collana di tascabili-economici. L'accordo per un chiuse. Al massimo, di qualcuna si conserva il formato. Saturate le edicole, da tempo i tascabili nella maggior parte dei casi non più economici sono tornati a vendersi, e sempre più spesso a non vendersi esclusivamente in libreria. Si calcola che, se i clienti in libreria in Italia sono circa un milione, i clienti dei tascabili non arrivano forse a centomila. E questi scarsi centomila sono dei volontari, dei ricercatori, degli stanatori di tascabili per passione e curiosità, che non dispongono dì una corretta informazione da parte degli editori. Sono dei patiti, insomma, quasi dei viziosi. Quanto al pubblico nuovo da conquistare, basterà dire, a esempio, che. dopo l'assegnazione del Nobel a Màrquez, trovandosi davanti a -due edizioni del suo capala; voro Cento anni di solitudine, una rilegata e una negli -Oscar», i lettori hanno scelto in maggioranza quella rilegata. Poteva restare a lungo indifferente a una simile situazione la Mondadori degli -Oscar»? La notizia ufficiale ricevuta è confortante. Seguiremo con particolare interesse e con particolare solidarietà ogni operazione a favore dei tascabili purclié li conservi almeno semieconomici e gli restituisca una effettiva ragione di esistere. Le edicole sono ormai lontane come tanti altri sogni del boom? E allora che cosa si fa per la libreria? Il discorso, a proposito di libri, tascabili e non tascabili, economici e non economici, approda puntualmente all'interrogativo: qual è il futuro della libreria? cartello alternativo alla Mondadori fallì, ognuno si fecei tascabili suoi. Il risultato è quello registrato da Patrizia Moggi Rebulla nell'ultimo suo catalogo dei tascabili pubblicato dall'Editrice Bibliografica: 149 collane. 27 editori. 10.764 volumi complessivi, quasi per metà di doppioni, edizioni ripetitive o inadeguate, insomma da non leggere. Eccesso di offerta, caduta verticale di domanda. Dopo quasi vent'anni, quasi tutti i piccoli (e anclie i medi, persino i grandi) editori italiani lianno rinunciato all'idea che i tascabili-economici costituiscano un affare. Molte collane ormai sono state Oreste del Buono che con lucidi testi teorici, una rigorosa ricerca sul significato del fare pittura. Pittura intesa come metodo conoscitivo, legata alla memoria collettiva e veicolo di personale poesia. Alla Galleria L'Isola, dal 19 gennaio. Milano Arakawa-Nanni Valentin! — Al PAC, confronto tra un giapponese che da più di 20 anni lavora a New York, basandosi sulla combinazione di immagini e testi, ed uno dei migliori scultori-ceramisti italiani che, con grande capacità di trasfigurazione, utilizza in prevalenza la terra. La mostra fa parte del ciclo «Installazioni». Dal 18 gennaio. Bologna Lorenzo Tornabuoni — Personale di un pittore romano, fra i più significativi della cosiddetta «figurazione». Con una colorazione grave, cerca costantemente di esprimere un sentimento della vita, che si contraddistingue per una forte e dolente costruttività. Per l'occasione, monografia a cura di Roberto Tassi, della Gratis Edizioni. Alla Galleria Forni, dal 14 gennaio. Genova Sol Lewitt — Alla Galleria Locus Solus, 3 grandi dipinti sul muro e vari acquarelli di uno statunitense che è stato uno dei protagonisti della Minimal-Art e dell'Arte Concettuale. Sono figure geometriche, con i tre colori primari, che egli considera e postula come necessaria grammatica per un discorso pittorico «logico». Fino al 29 febbraio. Brescia Guido Biasi — Omaggio ad un pittore napoletano, scomparso, prematuramente, lo scorso anno, a Parigi dove da tempo viveva. La sua fu una pittura misterica, colta, originale e. come ha scritto Riccardo Barletta, che gli è stato amico ed esegeta, «tutta da rivedere o da riscoprire». Alla Galleria San Michele, fino al 31 gennaio. Pavia Bianco rosso e verde — Da oggi, al Castello Visconteo, oltre 1500 fotografie che ricostruiscono la storia del cinema italiano, dal 1905 al 1975. Divisa in 4 sezioni — Il periodo muto, cinema e fascismo, dal neo-realismo all'alienazione, dalla commedia all'italiana all'erotismo — è stata realizzata con materiale dell'Archiviocinema «Fondo Davide Turconi». Quando il pocket era economico Quando il pocket era economico FINALMENTE. una buona notizia dal fronte dell'editoria. Una notizia die non arriverà del tutto nuova ai nostri lettori, per il fatto che proprio qui, su Tuttolibri. l'abbiamo (e neppure tanto tempo fu) se non dettagliatamente anticipata, almeno auspicata. Una buona notizia valida ancor più che per quello die dice al presente per quello che lascia sperareperil futuro: ovvero die l'industria editoriale può essere effettivamente capace di far sul serio. \ Ed è giusto die una grande casa editrice come la Mondadori, che nel 1965 con il lancio degli -Oscar» rivoluzionò il mercato dei tascabili-economici (è bene mettere in chiaro la doppia qualifica, visti e considerati i prezzi davvero non economici che hanno ormai la maggioranza dei tascabili), prerir da l'iniziativa di verificare oggi che cosa ci sia. e si possa, fare in questo campo nevralgico. Certo, i tascabili-economici non sono nati in Italia nel 1965. Erano nati già da prima. Anche limitandoci solo a quanto è avvenuto nella editoria italiana dopo la seconda guerra mondiale (senza risalire, dunque, alla gloriosa « Universale» Einaudi e alla non meno gloriosa -Corona» Bompiani, che pure tanta parte hanno avuto nella maturazione, ad esempio, della mia generazione), troviamo subito l'-Universale del Canguro», detta familiarmente -Il Canguro» perché ostentava la sagoma di un disinvolto marsupiale come marchio da porre in gara con il pinguino dei Penguins o con il pellicano dei Pelicans. Era destinata alla libreria. Curata da Diemoz e De Vita, era patrocinata, finanziata e consigliata dal partito comunista. Accanto al -Canguro» troviamo subito anclie la -Bur», ovvero la 'Biblioteca Universale Rizzoli», pensata e diretta per un grande editore popolare di rotocalchi da Lecaldano. Ancora destinata alla libreria. Dopo la guerra c'era una gran fame di leggere, una fame arretrata di cultura che non concerneva solo il presente o il passato prossimo, ma anche il passato remoto che la scuola non sempre aveva consentito di avvicinare. Il - Canguro» era una collana mista che pubblicala narrativa, saggistica, storia e cronaca di tutti i tempi, la -Bur». invece, fu la collana dei classici, o semiclassici, letterari dall'antichità all'Ottocento, agli albori ormai storicizzabili, e Juqri diritti, del Npyecerito. I grigi ' volumetti apparentemente disadorni, ma sostanzialmente di limpida eleganza, misero a disposizione dei lettori italiani tutto quello die sino all'altro ieri, anzi a ieri, valeva la pena di riproporre. La rivoluzione degli -Oscar- nel 1965 vide, comunque, un cambiamento di strategia, un salto di diffusione e di ambizione. Con Addio alle armi di Hemingway al n. 1. La ragazza di Bube di Cassola al n. 2. La nausea di Sartre al n. 3, Un amore di Bussati al n. 4 cLa luna è tramontata di Steinbeck al n. 5. in un'uscita simultanea, clamorosa e smagliante nelle copertine nazionalpopolari, grandhótclistiche di Tempesti, i tascabili-economici Mondadori (con l'esperienza alle spalle nel dopoguerra della -Bmm». la -Biblioteca moderna Mon¬ dadori» e soprattutto nel passato anteguera de -I romanzi della Palma») dettero l'assalto alle edicole, offrendo il meglio della narrativa contemporanea a prezzi accessibilissimi al grande pubblico die non si sarebbe mai addentrato in libreria. Il - gioco parve fatto: gli -Oscar» diventarono irresistibilmente un genere di consumo nuovo per un Paese che stava scoprendo il consumismo come pezza d'appoggio per l'illusione del benessere. Tutti i grandi (e an-' che i medi, persino i piccoli) editori italiani vollero, fortissimamente vollero avere la loro collana di tascabili-economici. L'accordo per un chiuse. Al massimo, di qualcuna si conserva il formato. Saturate le edicole, da tempo i tascabili nella maggior parte dei casi non più economici sono tornati a vendersi, e sempre più spesso a non vendersi esclusivamente in libreria. Si calcola che, se i clienti in libreria in Italia sono circa un milione, i clienti dei tascabili non arrivano forse a centomila. E questi scarsi centomila sono dei volontari, dei ricercatori, degli stanatori di tascabili per passione e curiosità, che non dispongono dì una corretta informazione da parte degli editori. Sono dei patiti, insomma, quasi dei viziosi. Quanto al pubblico nuovo da conquistare, basterà dire, a esempio, che. dopo l'assegnazione del Nobel a Màrquez, trovandosi davanti a -due edizioni del suo capala; voro Cento anni di solitudine, una rilegata e una negli -Oscar», i lettori hanno scelto in maggioranza quella rilegata. Poteva restare a lungo indifferente a una simile situazione la Mondadori degli -Oscar»? La notizia ufficiale ricevuta è confortante. Seguiremo con particolare interesse e con particolare solidarietà ogni operazione a favore dei tascabili purclié li conservi almeno semieconomici e gli restituisca una effettiva ragione di esistere. Le edicole sono ormai lontane come tanti altri sogni del boom? E allora che cosa si fa per la libreria? Il discorso, a proposito di libri, tascabili e non tascabili, economici e non economici, approda puntualmente all'interrogativo: qual è il futuro della libreria? cartello alternativo alla Mondadori fallì, ognuno si fecei tascabili suoi. Il risultato è quello registrato da Patrizia Moggi Rebulla nell'ultimo suo catalogo dei tascabili pubblicato dall'Editrice Bibliografica: 149 collane. 27 editori. 10.764 volumi complessivi, quasi per metà di doppioni, edizioni ripetitive o inadeguate, insomma da non leggere. Eccesso di offerta, caduta verticale di domanda. Dopo quasi vent'anni, quasi tutti i piccoli (e anclie i medi, persino i grandi) editori italiani lianno rinunciato all'idea che i tascabili-economici costituiscano un affare. Molte collane ormai sono state Oreste del Buono che con lucidi testi teorici, una rigorosa ricerca sul significato del fare pittura. Pittura intesa come metodo conoscitivo, legata alla memoria collettiva e veicolo di personale poesia. Alla Galleria L'Isola, dal 19 gennaio. Milano Arakawa-Nanni Valentin! — Al PAC, confronto tra un giapponese che da più di 20 anni lavora a New York, basandosi sulla combinazione di immagini e testi, ed uno dei migliori scultori-ceramisti italiani che, con grande capacità di trasfigurazione, utilizza in prevalenza la terra. La mostra fa parte del ciclo «Installazioni». Dal 18 gennaio. Bologna Lorenzo Tornabuoni — Personale di un pittore romano, fra i più significativi della cosiddetta «figurazione». Con una colorazione grave, cerca costantemente di esprimere un sentimento della vita, che si contraddistingue per una forte e dolente costruttività. Per l'occasione, monografia a cura di Roberto Tassi, della Gratis Edizioni. Alla Galleria Forni, dal 14 gennaio. Genova Sol Lewitt — Alla Galleria Locus Solus, 3 grandi dipinti sul muro e vari acquarelli di uno statunitense che è stato uno dei protagonisti della Minimal-Art e dell'Arte Concettuale. Sono figure geometriche, con i tre colori primari, che egli considera e postula come necessaria grammatica per un discorso pittorico «logico». Fino al 29 febbraio. Brescia Guido Biasi — Omaggio ad un pittore napoletano, scomparso, prematuramente, lo scorso anno, a Parigi dove da tempo viveva. La sua fu una pittura misterica, colta, originale e. come ha scritto Riccardo Barletta, che gli è stato amico ed esegeta, «tutta da rivedere o da riscoprire». Alla Galleria San Michele, fino al 31 gennaio. Pavia Bianco rosso e verde — Da oggi, al Castello Visconteo, oltre 1500 fotografie che ricostruiscono la storia del cinema italiano, dal 1905 al 1975. Divisa in 4 sezioni — Il periodo muto, cinema e fascismo, dal neo-realismo all'alienazione, dalla commedia all'italiana all'erotismo — è stata realizzata con materiale dell'Archiviocinema «Fondo Davide Turconi». Quando il pocket era economico Quando il pocket era economico FINALMENTE. una buona notizia dal fronte dell'editoria. Una notizia die non arriverà del tutto nuova ai nostri lettori, per il fatto che proprio qui, su Tuttolibri. l'abbiamo (e neppure tanto tempo fu) se non dettagliatamente anticipata, almeno auspicata. Una buona notizia valida ancor più che per quello die dice al presente per quello che lascia sperareperil futuro: ovvero die l'industria editoriale può essere effettivamente capace di far sul serio. \ Ed è giusto die una grande casa editrice come la Mondadori, che nel 1965 con il lancio degli -Oscar» rivoluzionò il mercato dei tascabili-economici (è bene mettere in chiaro la doppia qualifica, visti e considerati i prezzi davvero non economici che hanno ormai la maggioranza dei tascabili), prerir da l'iniziativa di verificare oggi che cosa ci sia. e si possa, fare in questo campo nevralgico. Certo, i tascabili-economici non sono nati in Italia nel 1965. Erano nati già da prima. Anche limitandoci solo a quanto è avvenuto nella editoria italiana dopo la seconda guerra mondiale (senza risalire, dunque, alla gloriosa « Universale» Einaudi e alla non meno gloriosa -Corona» Bompiani, che pure tanta parte hanno avuto nella maturazione, ad esempio, della mia generazione), troviamo subito l'-Universale del Canguro», detta familiarmente -Il Canguro» perché ostentava la sagoma di un disinvolto marsupiale come marchio da porre in gara con il pinguino dei Penguins o con il pellicano dei Pelicans. Era destinata alla libreria. Curata da Diemoz e De Vita, era patrocinata, finanziata e consigliata dal partito comunista. Accanto al -Canguro» troviamo subito anclie la -Bur», ovvero la 'Biblioteca Universale Rizzoli», pensata e diretta per un grande editore popolare di rotocalchi da Lecaldano. Ancora destinata alla libreria. Dopo la guerra c'era una gran fame di leggere, una fame arretrata di cultura che non concerneva solo il presente o il passato prossimo, ma anche il passato remoto che la scuola non sempre aveva consentito di avvicinare. Il - Canguro» era una collana mista che pubblicala narrativa, saggistica, storia e cronaca di tutti i tempi, la -Bur». invece, fu la collana dei classici, o semiclassici, letterari dall'antichità all'Ottocento, agli albori ormai storicizzabili, e Juqri diritti, del Npyecerito. I grigi ' volumetti apparentemente disadorni, ma sostanzialmente di limpida eleganza, misero a disposizione dei lettori italiani tutto quello die sino all'altro ieri, anzi a ieri, valeva la pena di riproporre. La rivoluzione degli -Oscar- nel 1965 vide, comunque, un cambiamento di strategia, un salto di diffusione e di ambizione. Con Addio alle armi di Hemingway al n. 1. La ragazza di Bube di Cassola al n. 2. La nausea di Sartre al n. 3, Un amore di Bussati al n. 4 cLa luna è tramontata di Steinbeck al n. 5. in un'uscita simultanea, clamorosa e smagliante nelle copertine nazionalpopolari, grandhótclistiche di Tempesti, i tascabili-economici Mondadori (con l'esperienza alle spalle nel dopoguerra della -Bmm». la -Biblioteca moderna Mon¬ dadori» e soprattutto nel passato anteguera de -I romanzi della Palma») dettero l'assalto alle edicole, offrendo il meglio della narrativa contemporanea a prezzi accessibilissimi al grande pubblico die non si sarebbe mai addentrato in libreria. Il - gioco parve fatto: gli -Oscar» diventarono irresistibilmente un genere di consumo nuovo per un Paese che stava scoprendo il consumismo come pezza d'appoggio per l'illusione del benessere. Tutti i grandi (e an-' che i medi, persino i piccoli) editori italiani vollero, fortissimamente vollero avere la loro collana di tascabili-economici. L'accordo per un chiuse. Al massimo, di qualcuna si conserva il formato. Saturate le edicole, da tempo i tascabili nella maggior parte dei casi non più economici sono tornati a vendersi, e sempre più spesso a non vendersi esclusivamente in libreria. Si calcola che, se i clienti in libreria in Italia sono circa un milione, i clienti dei tascabili non arrivano forse a centomila. E questi scarsi centomila sono dei volontari, dei ricercatori, degli stanatori di tascabili per passione e curiosità, che non dispongono dì una corretta informazione da parte degli editori. Sono dei patiti, insomma, quasi dei viziosi. Quanto al pubblico nuovo da conquistare, basterà dire, a esempio, che. dopo l'assegnazione del Nobel a Màrquez, trovandosi davanti a -due edizioni del suo capala; voro Cento anni di solitudine, una rilegata e una negli -Oscar», i lettori hanno scelto in maggioranza quella rilegata. Poteva restare a lungo indifferente a una simile situazione la Mondadori degli -Oscar»? La notizia ufficiale ricevuta è confortante. Seguiremo con particolare interesse e con particolare solidarietà ogni operazione a favore dei tascabili purclié li conservi almeno semieconomici e gli restituisca una effettiva ragione di esistere. Le edicole sono ormai lontane come tanti altri sogni del boom? E allora che cosa si fa per la libreria? Il discorso, a proposito di libri, tascabili e non tascabili, economici e non economici, approda puntualmente all'interrogativo: qual è il futuro della libreria? cartello alternativo alla Mondadori fallì, ognuno si fecei tascabili suoi. Il risultato è quello registrato da Patrizia Moggi Rebulla nell'ultimo suo catalogo dei tascabili pubblicato dall'Editrice Bibliografica: 149 collane. 27 editori. 10.764 volumi complessivi, quasi per metà di doppioni, edizioni ripetitive o inadeguate, insomma da non leggere. Eccesso di offerta, caduta verticale di domanda. Dopo quasi vent'anni, quasi tutti i piccoli (e anclie i medi, persino i grandi) editori italiani lianno rinunciato all'idea che i tascabili-economici costituiscano un affare. Molte collane ormai sono state Oreste del Buono che con lucidi testi teorici, una rigorosa ricerca sul significato del fare pittura. Pittura intesa come metodo conoscitivo, legata alla memoria collettiva e veicolo di personale poesia. Alla Galleria L'Isola, dal 19 gennaio. Milano Arakawa-Nanni Valentin! — Al PAC, confronto tra un giapponese che da più di 20 anni lavora a New York, basandosi sulla combinazione di immagini e testi, ed uno dei migliori scultori-ceramisti italiani che, con grande capacità di trasfigurazione, utilizza in prevalenza la terra. La mostra fa parte del ciclo «Installazioni». Dal 18 gennaio. Bologna Lorenzo Tornabuoni — Personale di un pittore romano, fra i più significativi della cosiddetta «figurazione». Con una colorazione grave, cerca costantemente di esprimere un sentimento della vita, che si contraddistingue per una forte e dolente costruttività. Per l'occasione, monografia a cura di Roberto Tassi, della Gratis Edizioni. Alla Galleria Forni, dal 14 gennaio. Genova Sol Lewitt — Alla Galleria Locus Solus, 3 grandi dipinti sul muro e vari acquarelli di uno statunitense che è stato uno dei protagonisti della Minimal-Art e dell'Arte Concettuale. Sono figure geometriche, con i tre colori primari, che egli considera e postula come necessaria grammatica per un discorso pittorico «logico». Fino al 29 febbraio. Brescia Guido Biasi — Omaggio ad un pittore napoletano, scomparso, prematuramente, lo scorso anno, a Parigi dove da tempo viveva. La sua fu una pittura misterica, colta, originale e. come ha scritto Riccardo Barletta, che gli è stato amico ed esegeta, «tutta da rivedere o da riscoprire». Alla Galleria San Michele, fino al 31 gennaio. Pavia Bianco rosso e verde — Da oggi, al Castello Visconteo, oltre 1500 fotografie che ricostruiscono la storia del cinema italiano, dal 1905 al 1975. Divisa in 4 sezioni — Il periodo muto, cinema e fascismo, dal neo-realismo all'alienazione, dalla commedia all'italiana all'erotismo — è stata realizzata con materiale dell'Archiviocinema «Fondo Davide Turconi».

Luoghi citati: Barletta, Bologna, Brescia, Cassola, Italia, Milano, New York, Parigi, Pavia