Le scene alla Scala come le videro Verri e Stendhal

Un volume storico del teatro milanese Un volume storico del teatro milanese Le scene alla Scala come le videro Verri e Stendhal i lavori di Mercedes Viale Ferrerò sulla scenografia dell'opera in musica, oltre ad essere ormai da un decennio un punto di riferimento per ogni ricerca nel settore, sono uno dei pochi casi in cui l'interdlscipllnarltà, tanto sbandierata in questi ultimi anni, ha dato frutti eccellenti: veramente, il discorso della Viale Ferrerò, muovendo da disegni, bozzetti, scenografie perviene a una ricostruzione di tutto il mondo del melodramma, gusti, tendenze, rivolgimenti uscendone illuminati con una novità di prospettiva sconosciuta ai musicologi, sempre un po' chiusi negli stessi argomenti. Anche quest'ultimo, splendido volume appena pubblicato da II Politilo conferma brillantemente questi risultati: è dedicato a La scenografia della Scala nell'età neoclassica e attravèrso, una. ventina di «medaglioni» e oltre sessanta tavole fornisce un quadro organico di un centro primario in una età di intense trasformazioni. Si va dall'inaugurazione della Scala nel 1778 (con l'Europa riconosciuta di Salteri e Verazi) agli ultimi allestimenti di Alessandro Sanquirico nel 1832: 'Volendo riassumere questo cammino scenografico, scrive la Viale Ferrerò, si deve partire dalle ultime e già gualche poco desuete delisie rococò, quindi aggirarsi tra le "rigorose architetture" della codificasione neoclassica, ritrovarsi poi tra gli incanti fantastici del gusto troubadour, per approdare infine all'inquietante storicismo romantico*. Il quadro storico che sta sullo sfondo è quello compreso dalla fine dell'ancfen regime alle illusioni libertarie e rivoluzionarle, all'età napoleonica, alla restaurazione, ai primi albori del Risorgimento: in tante trasformazioni sociali e politiche lo spettacolo operìstico si presenta come uno specchio fedele, non tanto per valori musicali autonomi ma proprio per il convergere di varie componenti (musica, libretto, scene, ballo) verso una concezione unitaria o almeno complementare. La scuola scenografica lombarda (spesso composta di non lombardi, tuttavia attratti a Milano) si può dire abbia avuto funzione catalizzatrice in questo processo; nata dall'accademia, sul palco della Scala ottiene una fama che altrove le sarebbe stata preclusa; ma, d'altra parte, la sua .idealissata e quasi mitica funsione esemplare- sollecita e stimola le energie di musicisti, librettisti, editor»,-uomini di teatro verso una maggior dignità culturale del prodotto operistico. Sono idee passate poi in tutta Italia durante l'Ottocento; ma Verdi, che a Milano ebbe la sua culla intellettuale, deve averle assorbite all'origine se si pensa quanta Importanza (almeno fin dall'Attila) assegnava all'impianto scenico, all'efficacia esemplare dell'immagine, all'intervento preciso dell'autore, che non demanda al pittore l'esecuzione delle scene, ma già le immagina e le impone lui in scorci e sintesi maturate in simbiosi con le Idee musicali. Le fonti della Viale Ferrerò sono multiple e beneIntrecciate, da osservatori di lusso come i fratelli Verri o Stendhal, ad annotazioni di musicisti, libretti¬ Torino - Gregorettl e la Bohème — Martedì al Regio va in scena la «Bohème», direttore Massimo De Bernart, con la regia di Ugo Gregorettl. Bari - Jazz al Petmzzelll — Per la rassegna jazz della Ca merata musicale barese lune- di al «Petruzzellis si esibiscono 1 quartetti di George Adams e di Don Pullen. sti e coreografi, a pubblicazioni documentarie e repertori sempre più numeirosi dopo l'Introduzione [della litografia; la storia dell'immagine e del gusto si sviluppa attraverso una galleria dai fratelli Galliari al Sanquirico, comprendente scenografi grandi e piccoli, noti e sconosciuti, facendo leva sulla trasformazione di concetti comuni, di moduli espressivi che assumono nuove fattezze. Tra le figure più interessanti per novità di ricerche è quella del torinese Giacomo Pregliasco la cui attività per la Scala è documentata dai disegni di vari album conservati nella Biblioteca Civica di Torino (•era soprattutto un uomo di teatro, tendeva all'effetto spettacolare e Milano gli forni un apporto di natura teatrale di eccesionale importanza», determinando scelte e temi che avrebbero dominato il gusto di mezzo secolo); di grande interesse è pure il minore Filippo Ptstrucci, che nel 1816 disegnò 1 costumi per varie opere fra cui 11 Flauto magico di Mozart (allestito alla Scala negli stessi anni in cui Schlnkel e Simon Quaglio creavano le celebri scene per Berlino e Monaco); e infine Alessandro Sanquirico la cui •straordinaria abilità combinatoria» ne fece un personaggio determinante nel clima teatrale del primo romanticismo europeo, già dominato dai romanzi di Walter Scott e dai libretti di Felice Romani. Giorgio Pestelli Mercedes Viale Serrerò: «La scenografia della Scala nell'età neoclassica». Edizioni II Polifilo. 198 pagine, 182 tavole, 139 n'Ha lire. iena - Si replica «La Svlpbide» — All'Opera domani meri-.ol»dl e giovedì (fuori abbonamento) ultime rappresentazioni del balletto di Adolrlie Nourrlt, «La SylphiUe», con Gliislalne Thesmar e Rudolf Nureyev. Nelle repliche del 20 e del 21 gennaio protagonisti del balletto saranno Diana Ferrara e Raffaele Paganini. Bari - Kemp al Petruzzelli — Proseguendo nella sua tournée il gruppo di Lindsay Kemp propone oggi e domani «Nijinskij, il matto» nella versione integrale. Un volume storico del teatro milanese Un volume storico del teatro milanese Le scene alla Scala come le videro Verri e Stendhal i lavori di Mercedes Viale Ferrerò sulla scenografia dell'opera in musica, oltre ad essere ormai da un decennio un punto di riferimento per ogni ricerca nel settore, sono uno dei pochi casi in cui l'interdlscipllnarltà, tanto sbandierata in questi ultimi anni, ha dato frutti eccellenti: veramente, il discorso della Viale Ferrerò, muovendo da disegni, bozzetti, scenografie perviene a una ricostruzione di tutto il mondo del melodramma, gusti, tendenze, rivolgimenti uscendone illuminati con una novità di prospettiva sconosciuta ai musicologi, sempre un po' chiusi negli stessi argomenti. Anche quest'ultimo, splendido volume appena pubblicato da II Politilo conferma brillantemente questi risultati: è dedicato a La scenografia della Scala nell'età neoclassica e attravèrso, una. ventina di «medaglioni» e oltre sessanta tavole fornisce un quadro organico di un centro primario in una età di intense trasformazioni. Si va dall'inaugurazione della Scala nel 1778 (con l'Europa riconosciuta di Salteri e Verazi) agli ultimi allestimenti di Alessandro Sanquirico nel 1832: 'Volendo riassumere questo cammino scenografico, scrive la Viale Ferrerò, si deve partire dalle ultime e già gualche poco desuete delisie rococò, quindi aggirarsi tra le "rigorose architetture" della codificasione neoclassica, ritrovarsi poi tra gli incanti fantastici del gusto troubadour, per approdare infine all'inquietante storicismo romantico*. Il quadro storico che sta sullo sfondo è quello compreso dalla fine dell'ancfen regime alle illusioni libertarie e rivoluzionarle, all'età napoleonica, alla restaurazione, ai primi albori del Risorgimento: in tante trasformazioni sociali e politiche lo spettacolo operìstico si presenta come uno specchio fedele, non tanto per valori musicali autonomi ma proprio per il convergere di varie componenti (musica, libretto, scene, ballo) verso una concezione unitaria o almeno complementare. La scuola scenografica lombarda (spesso composta di non lombardi, tuttavia attratti a Milano) si può dire abbia avuto funzione catalizzatrice in questo processo; nata dall'accademia, sul palco della Scala ottiene una fama che altrove le sarebbe stata preclusa; ma, d'altra parte, la sua .idealissata e quasi mitica funsione esemplare- sollecita e stimola le energie di musicisti, librettisti, editor»,-uomini di teatro verso una maggior dignità culturale del prodotto operistico. Sono idee passate poi in tutta Italia durante l'Ottocento; ma Verdi, che a Milano ebbe la sua culla intellettuale, deve averle assorbite all'origine se si pensa quanta Importanza (almeno fin dall'Attila) assegnava all'impianto scenico, all'efficacia esemplare dell'immagine, all'intervento preciso dell'autore, che non demanda al pittore l'esecuzione delle scene, ma già le immagina e le impone lui in scorci e sintesi maturate in simbiosi con le Idee musicali. Le fonti della Viale Ferrerò sono multiple e beneIntrecciate, da osservatori di lusso come i fratelli Verri o Stendhal, ad annotazioni di musicisti, libretti¬ Torino - Gregorettl e la Bohème — Martedì al Regio va in scena la «Bohème», direttore Massimo De Bernart, con la regia di Ugo Gregorettl. Bari - Jazz al Petmzzelll — Per la rassegna jazz della Ca merata musicale barese lune- di al «Petruzzellis si esibiscono 1 quartetti di George Adams e di Don Pullen. sti e coreografi, a pubblicazioni documentarie e repertori sempre più numeirosi dopo l'Introduzione [della litografia; la storia dell'immagine e del gusto si sviluppa attraverso una galleria dai fratelli Galliari al Sanquirico, comprendente scenografi grandi e piccoli, noti e sconosciuti, facendo leva sulla trasformazione di concetti comuni, di moduli espressivi che assumono nuove fattezze. Tra le figure più interessanti per novità di ricerche è quella del torinese Giacomo Pregliasco la cui attività per la Scala è documentata dai disegni di vari album conservati nella Biblioteca Civica di Torino (•era soprattutto un uomo di teatro, tendeva all'effetto spettacolare e Milano gli forni un apporto di natura teatrale di eccesionale importanza», determinando scelte e temi che avrebbero dominato il gusto di mezzo secolo); di grande interesse è pure il minore Filippo Ptstrucci, che nel 1816 disegnò 1 costumi per varie opere fra cui 11 Flauto magico di Mozart (allestito alla Scala negli stessi anni in cui Schlnkel e Simon Quaglio creavano le celebri scene per Berlino e Monaco); e infine Alessandro Sanquirico la cui •straordinaria abilità combinatoria» ne fece un personaggio determinante nel clima teatrale del primo romanticismo europeo, già dominato dai romanzi di Walter Scott e dai libretti di Felice Romani. Giorgio Pestelli Mercedes Viale Serrerò: «La scenografia della Scala nell'età neoclassica». Edizioni II Polifilo. 198 pagine, 182 tavole, 139 n'Ha lire. iena - Si replica «La Svlpbide» — All'Opera domani meri-.ol»dl e giovedì (fuori abbonamento) ultime rappresentazioni del balletto di Adolrlie Nourrlt, «La SylphiUe», con Gliislalne Thesmar e Rudolf Nureyev. Nelle repliche del 20 e del 21 gennaio protagonisti del balletto saranno Diana Ferrara e Raffaele Paganini. Bari - Kemp al Petruzzelli — Proseguendo nella sua tournée il gruppo di Lindsay Kemp propone oggi e domani «Nijinskij, il matto» nella versione integrale. Un volume storico del teatro milanese Un volume storico del teatro milanese Le scene alla Scala come le videro Verri e Stendhal i lavori di Mercedes Viale Ferrerò sulla scenografia dell'opera in musica, oltre ad essere ormai da un decennio un punto di riferimento per ogni ricerca nel settore, sono uno dei pochi casi in cui l'interdlscipllnarltà, tanto sbandierata in questi ultimi anni, ha dato frutti eccellenti: veramente, il discorso della Viale Ferrerò, muovendo da disegni, bozzetti, scenografie perviene a una ricostruzione di tutto il mondo del melodramma, gusti, tendenze, rivolgimenti uscendone illuminati con una novità di prospettiva sconosciuta ai musicologi, sempre un po' chiusi negli stessi argomenti. Anche quest'ultimo, splendido volume appena pubblicato da II Politilo conferma brillantemente questi risultati: è dedicato a La scenografia della Scala nell'età neoclassica e attravèrso, una. ventina di «medaglioni» e oltre sessanta tavole fornisce un quadro organico di un centro primario in una età di intense trasformazioni. Si va dall'inaugurazione della Scala nel 1778 (con l'Europa riconosciuta di Salteri e Verazi) agli ultimi allestimenti di Alessandro Sanquirico nel 1832: 'Volendo riassumere questo cammino scenografico, scrive la Viale Ferrerò, si deve partire dalle ultime e già gualche poco desuete delisie rococò, quindi aggirarsi tra le "rigorose architetture" della codificasione neoclassica, ritrovarsi poi tra gli incanti fantastici del gusto troubadour, per approdare infine all'inquietante storicismo romantico*. Il quadro storico che sta sullo sfondo è quello compreso dalla fine dell'ancfen regime alle illusioni libertarie e rivoluzionarle, all'età napoleonica, alla restaurazione, ai primi albori del Risorgimento: in tante trasformazioni sociali e politiche lo spettacolo operìstico si presenta come uno specchio fedele, non tanto per valori musicali autonomi ma proprio per il convergere di varie componenti (musica, libretto, scene, ballo) verso una concezione unitaria o almeno complementare. La scuola scenografica lombarda (spesso composta di non lombardi, tuttavia attratti a Milano) si può dire abbia avuto funzione catalizzatrice in questo processo; nata dall'accademia, sul palco della Scala ottiene una fama che altrove le sarebbe stata preclusa; ma, d'altra parte, la sua .idealissata e quasi mitica funsione esemplare- sollecita e stimola le energie di musicisti, librettisti, editor»,-uomini di teatro verso una maggior dignità culturale del prodotto operistico. Sono idee passate poi in tutta Italia durante l'Ottocento; ma Verdi, che a Milano ebbe la sua culla intellettuale, deve averle assorbite all'origine se si pensa quanta Importanza (almeno fin dall'Attila) assegnava all'impianto scenico, all'efficacia esemplare dell'immagine, all'intervento preciso dell'autore, che non demanda al pittore l'esecuzione delle scene, ma già le immagina e le impone lui in scorci e sintesi maturate in simbiosi con le Idee musicali. Le fonti della Viale Ferrerò sono multiple e beneIntrecciate, da osservatori di lusso come i fratelli Verri o Stendhal, ad annotazioni di musicisti, libretti¬ Torino - Gregorettl e la Bohème — Martedì al Regio va in scena la «Bohème», direttore Massimo De Bernart, con la regia di Ugo Gregorettl. Bari - Jazz al Petmzzelll — Per la rassegna jazz della Ca merata musicale barese lune- di al «Petruzzellis si esibiscono 1 quartetti di George Adams e di Don Pullen. sti e coreografi, a pubblicazioni documentarie e repertori sempre più numeirosi dopo l'Introduzione [della litografia; la storia dell'immagine e del gusto si sviluppa attraverso una galleria dai fratelli Galliari al Sanquirico, comprendente scenografi grandi e piccoli, noti e sconosciuti, facendo leva sulla trasformazione di concetti comuni, di moduli espressivi che assumono nuove fattezze. Tra le figure più interessanti per novità di ricerche è quella del torinese Giacomo Pregliasco la cui attività per la Scala è documentata dai disegni di vari album conservati nella Biblioteca Civica di Torino (•era soprattutto un uomo di teatro, tendeva all'effetto spettacolare e Milano gli forni un apporto di natura teatrale di eccesionale importanza», determinando scelte e temi che avrebbero dominato il gusto di mezzo secolo); di grande interesse è pure il minore Filippo Ptstrucci, che nel 1816 disegnò 1 costumi per varie opere fra cui 11 Flauto magico di Mozart (allestito alla Scala negli stessi anni in cui Schlnkel e Simon Quaglio creavano le celebri scene per Berlino e Monaco); e infine Alessandro Sanquirico la cui •straordinaria abilità combinatoria» ne fece un personaggio determinante nel clima teatrale del primo romanticismo europeo, già dominato dai romanzi di Walter Scott e dai libretti di Felice Romani. Giorgio Pestelli Mercedes Viale Serrerò: «La scenografia della Scala nell'età neoclassica». Edizioni II Polifilo. 198 pagine, 182 tavole, 139 n'Ha lire. iena - Si replica «La Svlpbide» — All'Opera domani meri-.ol»dl e giovedì (fuori abbonamento) ultime rappresentazioni del balletto di Adolrlie Nourrlt, «La SylphiUe», con Gliislalne Thesmar e Rudolf Nureyev. Nelle repliche del 20 e del 21 gennaio protagonisti del balletto saranno Diana Ferrara e Raffaele Paganini. Bari - Kemp al Petruzzelli — Proseguendo nella sua tournée il gruppo di Lindsay Kemp propone oggi e domani «Nijinskij, il matto» nella versione integrale.

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