Ginsberg e LeRoi Jones: «La poesia è l'unico rifugio a prova di bomba» di Giancarlo Masini

4/5 4/5 lutto libri Una serata a Washington con i «reduci» degli Anni Sessanta Ginsberg e LeRoi Jones: «La poesia è Punico rifugio a prova di bomba» Fcllini all'asta, il prossimo febbraio alla Finarte La Longanesi ha stampato in tiratura speciale 50 copie de «La nave va», il libro con il soggetto e la sceneggiatura del film, pubblicato lo scorso ottobre. E' un'edizione su carta a mano di Amalfi, con rilegatura di Cremonesi; la composizione è stata tutta rifatta in tipografia per adeguare la pagina al nuovo, più grande formato. E, soprattutto, è arricchita da un contributo personale di Fellini Trenta copie saranno vendute con un disegno del regista, le altre avranno almeno la sua firma e una fotografia dì scena. E ci sarà una copia, più preziosa di rutte, che andrà all'asta con l'originale del «treatment» felliniano L'iniziativa è di beneficenza, il ricavato andrà all'Associazione per la lotta contro i tumori La gara d'asta, per le copie coi}, jl ld4fi£5Pto<Joi(>vrcb^.J3^er,d^i.^rbmi- j lione; per il «treatment» le cifre sono tut te imprevedibili LeRoi Jon(Copyright N.Y. Re vie w ol Bookc. Ope (L'urlo) ha definitivamente stabilito se stesso come il poeta dell'America contemporanea, Le Roi Jones/Amiri Baraka, nella sua recente autobiografia ha ricordato la stagione creativa della sua vita che, contro ogni sua aspirazione, è quella del poeta «bianco», prima della «rivoluzione». E devo anche muovermi con attenzione intorno al loro carisma. «n ciclo, ha detta Oinsberg allo acrittorc Chip Brown; sarebbe un mondo sema partiti, con nove Budda che ci governano sedendo al posto della corte suprema- •La poesia non può essere un affare privato fra te e i cespugli di South Hemptonha dichiarato Amiri Baraka facendo il verso alle tante donnine di moda che hanno inventato la poesia «privata» ai romanzi post femministi in cui l'apice dell'azione è un muto dialogo a sguardi fra la protagonista e 11 suo gatto, nella casa deserta, dopo un divorzio. Oinsberg e Jones-Baraka discutono a lungo su un tema che mi sembra senza casa in questa sala mal riscaldata. Ripetono l'uno all'altro: «Si può fare poesia in politica?-. E sembrano due reduci intenti a raccontare l'ultima guerra a una platea che non ha molto interesse per il passato. La maggior parte delle battute cade nel breve terreno tra l'uno e l'altro prota gonista. n gioco del sopravvissuti riesce male persino a loro. — Non ve ne slete accorti? Non avete notato che la sto ria e la politica al momento interessano poco? Jones/Baraka è dogmatico di fronte a una domanda di questo genere • Ogni sforzo per svegliare l'America narcotizzata va bene» Alien Oinsberg si tocca 11 mento studiando l'ostacolo Dallo Zen ha imparato a ri spondere con una domanda. •Il lavoro del pifferaio ma alcaè coìidunè-néllaredltà'-o <XmduT?e<'™yiaihtn*meé1}à realtà.?. La loro forza è nel saper estrarre calore persino da una platea senza faccia di «Ex», di «Non», di mancati e di ritornati, tutti, si direbbe a uno sguardo, con una def 1 nizlone negativa di ciò che non sono e non hanno fatto Ma per loro Alien Oinsberg legge poesia insieme a Le Roi Jones, come ai vecchi tempi, come al Caffè Metro di Newark dove tanti anni fa la polizia ha sciolto la riunione perché «mancano il permesso scritto di leggere versi in pubblico-. Oinsberg si siede all'armonium e declama un sogno poema. In quel sogno la madre è una mendicante che si trascina da un marciapiede all'altro della città gelata, respirando nuvole di flato a fatica, nuvole che inghiottono le parole C'è chi ascolta muovendo la testa un po' di qua, un po' di là, ad occhi chiusi, come nei concerti rock. C'è chi si tiene le tempie con le dita puntate con forza, come se dovesse resistere a un urto, chi si ab bandona a piangere, mentre ascolta nes in una caricatura di Levine pera Mundi e per l'Italia .La Stampa») Accanto a Oinsberg Le Roi Jones è soprattutto un uomo di rimpianti e ricordi. I rimpianti sono della fase politica, che si è slabbrata nella mancanza di ambiente, ma non è mal finita. I ricordi sono dello scrittore che lui rappresenta qui, come se parlasse di un altro Segue la discussione Il dibattito si svolge più volonteroso che entusiasmante, più come compito in classe che come rivelazione •Purché sia poesia-, dice Oinsberg simile a un prete che accetta tutto purché ci siano la grazia e la fede. Esausti, con quel tanto di festoso che raramente uno conserva dopo i cinquantanni (ne ha cinquan tase tt e Alien Oinsberg) e che rassicura sul fanclulllno di Pascoli, Oinsberg e Baraka sono disposti a tutto, a farsi chiedere chi è adesso 11 più grande poeta americano (indicano l'uno l'altro, sorridendo un po' stanchi e poi Oinsberg fa con grazia : soliti nomi, Robert Penn W arre n, John Ashbery, Elisabeth Blshop) se è vero che la poesia sta morendo (-E' già morta. Afa nasce contìnuamente-), se è vero invece che tra i giovani c'è un grande revival (•La poesia è il solo rifugio a prova di bomba che possediamo. Possiamo anche morirci dentro. Dove se no?-) e qual è 11 ruolo dei poeti. • Politico., dice subito Amiri Baraka, la cui pace 1 mentale consiste nel non avere mai lasciato la regione degli Anni Sessanta. -Fare il , poeta- risponde Alien Oinsj berg a cui 11 viaggio in India degli anni in cui Jones/Baraka inneggiava al fucile continua a far dono di una visione di pace i Due argomérti4rrrB4Hó Sfe" j Ról Jones ' *'-■ 'lriterWs&rió' Oinsberg. n primo è questo «Ci dice Chip Brown sul "Washington Post" che in molti convegni di poesia gli argomenti sono l'ecologia (il poema di Stanley Kuntz sulla balena Insabbiata) e la \llen Gin'Copyright N.Y. Re vie w of Boote. guerra atomica. Con tutto il rispetto per questi grandi argomenti, non c'è pericolo che 11 poeta sia al servizio dei media, sia uno scrupoloso osservante della televisione, invece del profeta solitario che cammina davanti all'orda, fantasticando di strade nuove, di percorsi mai vi stl?» Le Roi Jones: «Afoiti poe ti, e anche lui (Ìndica Oinsberg) sono affascinati da se stessi. Politicamente non mi va bene. A me va bene se un poeta mette in versi un articolo di giornale, purché serva alla verità-. Oinsberg: • Tra me e la verità c'è humour, una distanza che non puoi calcolare se non per istinto, volta per volta, un velo che non si straccia ma non si ignora. Quanto al camminare davanti, il discorso mi piace ma è rigorosamente critico. Dipende dalla qualità del testo, dalla stoffa del poeta. Ogni cosa è banale. Ogni cosà è sublime-. Sorride e ricorda che Budda avrebbe potuto dire una frase simile. Anzi, forse l'ha detta. «Afa dove abitano i poeti?-. La domanda è poco importante per Le Roi Jones / Amiri Baraka, che la scarta subito per ragioni retoriche e per onesta. «/ poeti abitano dove abita il popolo- Lo sa anche lui che è un luogo comune. Mostra quel buco fra i denti in un sorriso un po' amaro: "lo per esempio abito malissimo-. Oinsberg è intrigato dal pensiero che prima di tutto è un ricordo. Un tempo tutti abita vanojnèllo East Village. in due o tre stanze sporche ma riscaldate, lui e Frank O'Hara e Gregory Corso e tutti andavano nel West Village a leggere i testi, e c'era Bob Dylan imbronciato In un altro tavolo, e quelli del ' San Francisco City Light, quando veniva sulla costa dell'Est la banda di Ferlinghetti. «Adesso i poeti pagati de centemente e in solitudine sberg in una caricatura dì Levine Opera Mundi e per l'Italia .La Stampa.) piena, vivono nei campus delle università, fra ragazzi non tanto colti e colleghi non tanto interessati al loro lavoro. Due volte l'anno attraversano mezza America in classe turistica per andare a un convegno più o meno come 1 dentisti e gli ortopedici. Si discute per due giorni, si beve per due notti e poi torni nella tua cittadina dove hai imparato a portare la giacca di tweed. A fumare la pipa e a far sempre quel cenno di "si" con la testa che connota un buon ascoltatore, un educatore che dà fiducia. In questo ritratto ci sono alcuni dati terribili. Che rapporto c'è fra insegnare in una scuola, per quanto sia , Importante insegnare, e fare il poeta? Come fa un poeta a vivere circondato da giovani In ansia per il prossimo posto e da colleghi ancora più In ansia di tenere 11 posto che hanno?». Oinsberg ti guarda con gli occhi che ridono, felice di avere trasformato la tua domanda in un gioco di specchi in cui non vedi la fine. Dunque non più poeti, dunque slamo alla fine. Oinsberg si pulisce gli occhiali. Jones/Baraka si avvolge bene nella sua sciarpa. Slamo nel mondo della televisione che controlla tutto. Delle università che parcellizzano ogni forma di conoscenza. Della politica cinica, del potere che non ha scrupoli, della scienza-gigante cieco. Qualcuno recita le notizie per noi, stabilendo dove cominciano e dove finiscono, e ridendo negli intervalli per farci stare tranquilli. Qualcuno divide il tempo In Ubero e occupato, e distribuisce 11 traffico nelle diverse corsie di ciascuna autostrada. „„_,„>,„ ,,„,,„ „„„ -„„«,,„. ni. Scompariranno i poeti? Oinsberg sta al gioco. Risponde: «Robinson Crusoe ha inventato tutto per sopravvivere, dalla vanga alla casa. Ma non ha scritto una riga. Non si può scrivere soli. No. Non si può fare i poeti. Non è più possibile scrivere. Eppure i poeti esistono. Il mistero della poesia è tutto qui, in questa resistenza contro natura- Infatti quando lui e Le Roi Jones entrano nella sala, sono 11 in piedi a migliala a battere le mani, proprio come a un concerto. Oinsberg si volta e dice: «Forse sono delusi, vinti, emarginati, ciascuno con una sua sconfitta bruciante. Insieme sono destinatari di poesia. La poesia è una tremenda provocazione. Prima o poi da uno di loro, da quell'angolo oppure di là-, vai risponde, «nascerà un altro poeta. Eppure non dovrebbe più esserci. Il gioco di questa alchimia non si può soffocare. Ouardi (Indica il buio) c'è un poeta là dentro. Non le pare un miracolo?-. Furio Colombo della personalità e delle situazioni sociopolitiche nelle quali operarono i diversi studiosi Da Newton ad Ampère, da Volta a Faraday, da Lord Kelvin a Clausius, Segrè dà vita ad una serie di incontri che consentono di vedere i grandi scienziati del passato in una nuova luce, con tutte quelle sfumature che soltanto un loro pari in chiave moderna poteva cogliere. Freddo analista delle vicende che descrive sulla base della più ampia documentazione storiografica, Segrè fa rivivere le conquiste della scienza con una narrazione avvincente. Il racconto, unitario, propone continui raffronti fra gli scienziati di cui l'autore parla e fra le loro opere e le varie teorie che di volta in volta si sono dimostrate Valide o fallaci E' una storia che ha il fascino di un romanzo; quello vero delle più belle realizzazioni della genialità umana che ha generato il progresso moderno. E' un'opera di facile e piacevole lettura, quindi dedicata a tutti (e particolarmente ai giovani), ma nella quale anche gli •addetti ai lavorìi della scienza possono trovare i più ampi spunti di meditazione e di approfondimento Giancarlo Masini 4/5 4/5 lutto libri Una serata a Washington con i «reduci» degli Anni Sessanta Ginsberg e LeRoi Jones: «La poesia è Punico rifugio a prova di bomba» Fcllini all'asta, il prossimo febbraio alla Finarte La Longanesi ha stampato in tiratura speciale 50 copie de «La nave va», il libro con il soggetto e la sceneggiatura del film, pubblicato lo scorso ottobre. E' un'edizione su carta a mano di Amalfi, con rilegatura di Cremonesi; la composizione è stata tutta rifatta in tipografia per adeguare la pagina al nuovo, più grande formato. E, soprattutto, è arricchita da un contributo personale di Fellini Trenta copie saranno vendute con un disegno del regista, le altre avranno almeno la sua firma e una fotografia dì scena. E ci sarà una copia, più preziosa di rutte, che andrà all'asta con l'originale del «treatment» felliniano L'iniziativa è di beneficenza, il ricavato andrà all'Associazione per la lotta contro i tumori La gara d'asta, per le copie coi}, jl ld4fi£5Pto<Joi(>vrcb^.J3^er,d^i.^rbmi- j lione; per il «treatment» le cifre sono tut te imprevedibili LeRoi Jon(Copyright N.Y. Re vie w ol Bookc. Ope (L'urlo) ha definitivamente stabilito se stesso come il poeta dell'America contemporanea, Le Roi Jones/Amiri Baraka, nella sua recente autobiografia ha ricordato la stagione creativa della sua vita che, contro ogni sua aspirazione, è quella del poeta «bianco», prima della «rivoluzione». E devo anche muovermi con attenzione intorno al loro carisma. «n ciclo, ha detta Oinsberg allo acrittorc Chip Brown; sarebbe un mondo sema partiti, con nove Budda che ci governano sedendo al posto della corte suprema- •La poesia non può essere un affare privato fra te e i cespugli di South Hemptonha dichiarato Amiri Baraka facendo il verso alle tante donnine di moda che hanno inventato la poesia «privata» ai romanzi post femministi in cui l'apice dell'azione è un muto dialogo a sguardi fra la protagonista e 11 suo gatto, nella casa deserta, dopo un divorzio. Oinsberg e Jones-Baraka discutono a lungo su un tema che mi sembra senza casa in questa sala mal riscaldata. Ripetono l'uno all'altro: «Si può fare poesia in politica?-. E sembrano due reduci intenti a raccontare l'ultima guerra a una platea che non ha molto interesse per il passato. La maggior parte delle battute cade nel breve terreno tra l'uno e l'altro prota gonista. n gioco del sopravvissuti riesce male persino a loro. — Non ve ne slete accorti? Non avete notato che la sto ria e la politica al momento interessano poco? Jones/Baraka è dogmatico di fronte a una domanda di questo genere • Ogni sforzo per svegliare l'America narcotizzata va bene» Alien Oinsberg si tocca 11 mento studiando l'ostacolo Dallo Zen ha imparato a ri spondere con una domanda. •Il lavoro del pifferaio ma alcaè coìidunè-néllaredltà'-o <XmduT?e<'™yiaihtn*meé1}à realtà.?. La loro forza è nel saper estrarre calore persino da una platea senza faccia di «Ex», di «Non», di mancati e di ritornati, tutti, si direbbe a uno sguardo, con una def 1 nizlone negativa di ciò che non sono e non hanno fatto Ma per loro Alien Oinsberg legge poesia insieme a Le Roi Jones, come ai vecchi tempi, come al Caffè Metro di Newark dove tanti anni fa la polizia ha sciolto la riunione perché «mancano il permesso scritto di leggere versi in pubblico-. Oinsberg si siede all'armonium e declama un sogno poema. In quel sogno la madre è una mendicante che si trascina da un marciapiede all'altro della città gelata, respirando nuvole di flato a fatica, nuvole che inghiottono le parole C'è chi ascolta muovendo la testa un po' di qua, un po' di là, ad occhi chiusi, come nei concerti rock. C'è chi si tiene le tempie con le dita puntate con forza, come se dovesse resistere a un urto, chi si ab bandona a piangere, mentre ascolta nes in una caricatura di Levine pera Mundi e per l'Italia .La Stampa») Accanto a Oinsberg Le Roi Jones è soprattutto un uomo di rimpianti e ricordi. I rimpianti sono della fase politica, che si è slabbrata nella mancanza di ambiente, ma non è mal finita. I ricordi sono dello scrittore che lui rappresenta qui, come se parlasse di un altro Segue la discussione Il dibattito si svolge più volonteroso che entusiasmante, più come compito in classe che come rivelazione •Purché sia poesia-, dice Oinsberg simile a un prete che accetta tutto purché ci siano la grazia e la fede. Esausti, con quel tanto di festoso che raramente uno conserva dopo i cinquantanni (ne ha cinquan tase tt e Alien Oinsberg) e che rassicura sul fanclulllno di Pascoli, Oinsberg e Baraka sono disposti a tutto, a farsi chiedere chi è adesso 11 più grande poeta americano (indicano l'uno l'altro, sorridendo un po' stanchi e poi Oinsberg fa con grazia : soliti nomi, Robert Penn W arre n, John Ashbery, Elisabeth Blshop) se è vero che la poesia sta morendo (-E' già morta. Afa nasce contìnuamente-), se è vero invece che tra i giovani c'è un grande revival (•La poesia è il solo rifugio a prova di bomba che possediamo. Possiamo anche morirci dentro. Dove se no?-) e qual è 11 ruolo dei poeti. • Politico., dice subito Amiri Baraka, la cui pace 1 mentale consiste nel non avere mai lasciato la regione degli Anni Sessanta. -Fare il , poeta- risponde Alien Oinsj berg a cui 11 viaggio in India degli anni in cui Jones/Baraka inneggiava al fucile continua a far dono di una visione di pace i Due argomérti4rrrB4Hó Sfe" j Ról Jones ' *'-■ 'lriterWs&rió' Oinsberg. n primo è questo «Ci dice Chip Brown sul "Washington Post" che in molti convegni di poesia gli argomenti sono l'ecologia (il poema di Stanley Kuntz sulla balena Insabbiata) e la \llen Gin'Copyright N.Y. Re vie w of Boote. guerra atomica. Con tutto il rispetto per questi grandi argomenti, non c'è pericolo che 11 poeta sia al servizio dei media, sia uno scrupoloso osservante della televisione, invece del profeta solitario che cammina davanti all'orda, fantasticando di strade nuove, di percorsi mai vi stl?» Le Roi Jones: «Afoiti poe ti, e anche lui (Ìndica Oinsberg) sono affascinati da se stessi. Politicamente non mi va bene. A me va bene se un poeta mette in versi un articolo di giornale, purché serva alla verità-. Oinsberg: • Tra me e la verità c'è humour, una distanza che non puoi calcolare se non per istinto, volta per volta, un velo che non si straccia ma non si ignora. Quanto al camminare davanti, il discorso mi piace ma è rigorosamente critico. Dipende dalla qualità del testo, dalla stoffa del poeta. Ogni cosa è banale. Ogni cosà è sublime-. Sorride e ricorda che Budda avrebbe potuto dire una frase simile. Anzi, forse l'ha detta. «Afa dove abitano i poeti?-. La domanda è poco importante per Le Roi Jones / Amiri Baraka, che la scarta subito per ragioni retoriche e per onesta. «/ poeti abitano dove abita il popolo- Lo sa anche lui che è un luogo comune. Mostra quel buco fra i denti in un sorriso un po' amaro: "lo per esempio abito malissimo-. Oinsberg è intrigato dal pensiero che prima di tutto è un ricordo. Un tempo tutti abita vanojnèllo East Village. in due o tre stanze sporche ma riscaldate, lui e Frank O'Hara e Gregory Corso e tutti andavano nel West Village a leggere i testi, e c'era Bob Dylan imbronciato In un altro tavolo, e quelli del ' San Francisco City Light, quando veniva sulla costa dell'Est la banda di Ferlinghetti. «Adesso i poeti pagati de centemente e in solitudine sberg in una caricatura dì Levine Opera Mundi e per l'Italia .La Stampa.) piena, vivono nei campus delle università, fra ragazzi non tanto colti e colleghi non tanto interessati al loro lavoro. Due volte l'anno attraversano mezza America in classe turistica per andare a un convegno più o meno come 1 dentisti e gli ortopedici. Si discute per due giorni, si beve per due notti e poi torni nella tua cittadina dove hai imparato a portare la giacca di tweed. A fumare la pipa e a far sempre quel cenno di "si" con la testa che connota un buon ascoltatore, un educatore che dà fiducia. In questo ritratto ci sono alcuni dati terribili. Che rapporto c'è fra insegnare in una scuola, per quanto sia , Importante insegnare, e fare il poeta? Come fa un poeta a vivere circondato da giovani In ansia per il prossimo posto e da colleghi ancora più In ansia di tenere 11 posto che hanno?». Oinsberg ti guarda con gli occhi che ridono, felice di avere trasformato la tua domanda in un gioco di specchi in cui non vedi la fine. Dunque non più poeti, dunque slamo alla fine. Oinsberg si pulisce gli occhiali. Jones/Baraka si avvolge bene nella sua sciarpa. Slamo nel mondo della televisione che controlla tutto. Delle università che parcellizzano ogni forma di conoscenza. Della politica cinica, del potere che non ha scrupoli, della scienza-gigante cieco. Qualcuno recita le notizie per noi, stabilendo dove cominciano e dove finiscono, e ridendo negli intervalli per farci stare tranquilli. Qualcuno divide il tempo In Ubero e occupato, e distribuisce 11 traffico nelle diverse corsie di ciascuna autostrada. „„_,„>,„ ,,„,,„ „„„ -„„«,,„. ni. Scompariranno i poeti? Oinsberg sta al gioco. Risponde: «Robinson Crusoe ha inventato tutto per sopravvivere, dalla vanga alla casa. Ma non ha scritto una riga. Non si può scrivere soli. No. Non si può fare i poeti. Non è più possibile scrivere. Eppure i poeti esistono. Il mistero della poesia è tutto qui, in questa resistenza contro natura- Infatti quando lui e Le Roi Jones entrano nella sala, sono 11 in piedi a migliala a battere le mani, proprio come a un concerto. Oinsberg si volta e dice: «Forse sono delusi, vinti, emarginati, ciascuno con una sua sconfitta bruciante. Insieme sono destinatari di poesia. La poesia è una tremenda provocazione. Prima o poi da uno di loro, da quell'angolo oppure di là-, vai risponde, «nascerà un altro poeta. Eppure non dovrebbe più esserci. Il gioco di questa alchimia non si può soffocare. Ouardi (Indica il buio) c'è un poeta là dentro. Non le pare un miracolo?-. Furio Colombo della personalità e delle situazioni sociopolitiche nelle quali operarono i diversi studiosi Da Newton ad Ampère, da Volta a Faraday, da Lord Kelvin a Clausius, Segrè dà vita ad una serie di incontri che consentono di vedere i grandi scienziati del passato in una nuova luce, con tutte quelle sfumature che soltanto un loro pari in chiave moderna poteva cogliere. Freddo analista delle vicende che descrive sulla base della più ampia documentazione storiografica, Segrè fa rivivere le conquiste della scienza con una narrazione avvincente. Il racconto, unitario, propone continui raffronti fra gli scienziati di cui l'autore parla e fra le loro opere e le varie teorie che di volta in volta si sono dimostrate Valide o fallaci E' una storia che ha il fascino di un romanzo; quello vero delle più belle realizzazioni della genialità umana che ha generato il progresso moderno. E' un'opera di facile e piacevole lettura, quindi dedicata a tutti (e particolarmente ai giovani), ma nella quale anche gli •addetti ai lavorìi della scienza possono trovare i più ampi spunti di meditazione e di approfondimento Giancarlo Masini 4/5 4/5 lutto libri Una serata a Washington con i «reduci» degli Anni Sessanta Ginsberg e LeRoi Jones: «La poesia è Punico rifugio a prova di bomba» Fcllini all'asta, il prossimo febbraio alla Finarte La Longanesi ha stampato in tiratura speciale 50 copie de «La nave va», il libro con il soggetto e la sceneggiatura del film, pubblicato lo scorso ottobre. E' un'edizione su carta a mano di Amalfi, con rilegatura di Cremonesi; la composizione è stata tutta rifatta in tipografia per adeguare la pagina al nuovo, più grande formato. E, soprattutto, è arricchita da un contributo personale di Fellini Trenta copie saranno vendute con un disegno del regista, le altre avranno almeno la sua firma e una fotografia dì scena. E ci sarà una copia, più preziosa di rutte, che andrà all'asta con l'originale del «treatment» felliniano L'iniziativa è di beneficenza, il ricavato andrà all'Associazione per la lotta contro i tumori La gara d'asta, per le copie coi}, jl ld4fi£5Pto<Joi(>vrcb^.J3^er,d^i.^rbmi- j lione; per il «treatment» le cifre sono tut te imprevedibili LeRoi Jon(Copyright N.Y. Re vie w ol Bookc. Ope (L'urlo) ha definitivamente stabilito se stesso come il poeta dell'America contemporanea, Le Roi Jones/Amiri Baraka, nella sua recente autobiografia ha ricordato la stagione creativa della sua vita che, contro ogni sua aspirazione, è quella del poeta «bianco», prima della «rivoluzione». E devo anche muovermi con attenzione intorno al loro carisma. «n ciclo, ha detta Oinsberg allo acrittorc Chip Brown; sarebbe un mondo sema partiti, con nove Budda che ci governano sedendo al posto della corte suprema- •La poesia non può essere un affare privato fra te e i cespugli di South Hemptonha dichiarato Amiri Baraka facendo il verso alle tante donnine di moda che hanno inventato la poesia «privata» ai romanzi post femministi in cui l'apice dell'azione è un muto dialogo a sguardi fra la protagonista e 11 suo gatto, nella casa deserta, dopo un divorzio. Oinsberg e Jones-Baraka discutono a lungo su un tema che mi sembra senza casa in questa sala mal riscaldata. Ripetono l'uno all'altro: «Si può fare poesia in politica?-. E sembrano due reduci intenti a raccontare l'ultima guerra a una platea che non ha molto interesse per il passato. La maggior parte delle battute cade nel breve terreno tra l'uno e l'altro prota gonista. n gioco del sopravvissuti riesce male persino a loro. — Non ve ne slete accorti? Non avete notato che la sto ria e la politica al momento interessano poco? Jones/Baraka è dogmatico di fronte a una domanda di questo genere • Ogni sforzo per svegliare l'America narcotizzata va bene» Alien Oinsberg si tocca 11 mento studiando l'ostacolo Dallo Zen ha imparato a ri spondere con una domanda. •Il lavoro del pifferaio ma alcaè coìidunè-néllaredltà'-o <XmduT?e<'™yiaihtn*meé1}à realtà.?. La loro forza è nel saper estrarre calore persino da una platea senza faccia di «Ex», di «Non», di mancati e di ritornati, tutti, si direbbe a uno sguardo, con una def 1 nizlone negativa di ciò che non sono e non hanno fatto Ma per loro Alien Oinsberg legge poesia insieme a Le Roi Jones, come ai vecchi tempi, come al Caffè Metro di Newark dove tanti anni fa la polizia ha sciolto la riunione perché «mancano il permesso scritto di leggere versi in pubblico-. Oinsberg si siede all'armonium e declama un sogno poema. In quel sogno la madre è una mendicante che si trascina da un marciapiede all'altro della città gelata, respirando nuvole di flato a fatica, nuvole che inghiottono le parole C'è chi ascolta muovendo la testa un po' di qua, un po' di là, ad occhi chiusi, come nei concerti rock. C'è chi si tiene le tempie con le dita puntate con forza, come se dovesse resistere a un urto, chi si ab bandona a piangere, mentre ascolta nes in una caricatura di Levine pera Mundi e per l'Italia .La Stampa») Accanto a Oinsberg Le Roi Jones è soprattutto un uomo di rimpianti e ricordi. I rimpianti sono della fase politica, che si è slabbrata nella mancanza di ambiente, ma non è mal finita. I ricordi sono dello scrittore che lui rappresenta qui, come se parlasse di un altro Segue la discussione Il dibattito si svolge più volonteroso che entusiasmante, più come compito in classe che come rivelazione •Purché sia poesia-, dice Oinsberg simile a un prete che accetta tutto purché ci siano la grazia e la fede. Esausti, con quel tanto di festoso che raramente uno conserva dopo i cinquantanni (ne ha cinquan tase tt e Alien Oinsberg) e che rassicura sul fanclulllno di Pascoli, Oinsberg e Baraka sono disposti a tutto, a farsi chiedere chi è adesso 11 più grande poeta americano (indicano l'uno l'altro, sorridendo un po' stanchi e poi Oinsberg fa con grazia : soliti nomi, Robert Penn W arre n, John Ashbery, Elisabeth Blshop) se è vero che la poesia sta morendo (-E' già morta. Afa nasce contìnuamente-), se è vero invece che tra i giovani c'è un grande revival (•La poesia è il solo rifugio a prova di bomba che possediamo. Possiamo anche morirci dentro. Dove se no?-) e qual è 11 ruolo dei poeti. • Politico., dice subito Amiri Baraka, la cui pace 1 mentale consiste nel non avere mai lasciato la regione degli Anni Sessanta. -Fare il , poeta- risponde Alien Oinsj berg a cui 11 viaggio in India degli anni in cui Jones/Baraka inneggiava al fucile continua a far dono di una visione di pace i Due argomérti4rrrB4Hó Sfe" j Ról Jones ' *'-■ 'lriterWs&rió' Oinsberg. n primo è questo «Ci dice Chip Brown sul "Washington Post" che in molti convegni di poesia gli argomenti sono l'ecologia (il poema di Stanley Kuntz sulla balena Insabbiata) e la \llen Gin'Copyright N.Y. Re vie w of Boote. guerra atomica. Con tutto il rispetto per questi grandi argomenti, non c'è pericolo che 11 poeta sia al servizio dei media, sia uno scrupoloso osservante della televisione, invece del profeta solitario che cammina davanti all'orda, fantasticando di strade nuove, di percorsi mai vi stl?» Le Roi Jones: «Afoiti poe ti, e anche lui (Ìndica Oinsberg) sono affascinati da se stessi. Politicamente non mi va bene. A me va bene se un poeta mette in versi un articolo di giornale, purché serva alla verità-. Oinsberg: • Tra me e la verità c'è humour, una distanza che non puoi calcolare se non per istinto, volta per volta, un velo che non si straccia ma non si ignora. Quanto al camminare davanti, il discorso mi piace ma è rigorosamente critico. Dipende dalla qualità del testo, dalla stoffa del poeta. Ogni cosa è banale. Ogni cosà è sublime-. Sorride e ricorda che Budda avrebbe potuto dire una frase simile. Anzi, forse l'ha detta. «Afa dove abitano i poeti?-. La domanda è poco importante per Le Roi Jones / Amiri Baraka, che la scarta subito per ragioni retoriche e per onesta. «/ poeti abitano dove abita il popolo- Lo sa anche lui che è un luogo comune. Mostra quel buco fra i denti in un sorriso un po' amaro: "lo per esempio abito malissimo-. Oinsberg è intrigato dal pensiero che prima di tutto è un ricordo. Un tempo tutti abita vanojnèllo East Village. in due o tre stanze sporche ma riscaldate, lui e Frank O'Hara e Gregory Corso e tutti andavano nel West Village a leggere i testi, e c'era Bob Dylan imbronciato In un altro tavolo, e quelli del ' San Francisco City Light, quando veniva sulla costa dell'Est la banda di Ferlinghetti. «Adesso i poeti pagati de centemente e in solitudine sberg in una caricatura dì Levine Opera Mundi e per l'Italia .La Stampa.) piena, vivono nei campus delle università, fra ragazzi non tanto colti e colleghi non tanto interessati al loro lavoro. Due volte l'anno attraversano mezza America in classe turistica per andare a un convegno più o meno come 1 dentisti e gli ortopedici. Si discute per due giorni, si beve per due notti e poi torni nella tua cittadina dove hai imparato a portare la giacca di tweed. A fumare la pipa e a far sempre quel cenno di "si" con la testa che connota un buon ascoltatore, un educatore che dà fiducia. In questo ritratto ci sono alcuni dati terribili. Che rapporto c'è fra insegnare in una scuola, per quanto sia , Importante insegnare, e fare il poeta? Come fa un poeta a vivere circondato da giovani In ansia per il prossimo posto e da colleghi ancora più In ansia di tenere 11 posto che hanno?». Oinsberg ti guarda con gli occhi che ridono, felice di avere trasformato la tua domanda in un gioco di specchi in cui non vedi la fine. Dunque non più poeti, dunque slamo alla fine. Oinsberg si pulisce gli occhiali. Jones/Baraka si avvolge bene nella sua sciarpa. Slamo nel mondo della televisione che controlla tutto. Delle università che parcellizzano ogni forma di conoscenza. Della politica cinica, del potere che non ha scrupoli, della scienza-gigante cieco. Qualcuno recita le notizie per noi, stabilendo dove cominciano e dove finiscono, e ridendo negli intervalli per farci stare tranquilli. Qualcuno divide il tempo In Ubero e occupato, e distribuisce 11 traffico nelle diverse corsie di ciascuna autostrada. „„_,„>,„ ,,„,,„ „„„ -„„«,,„. ni. Scompariranno i poeti? Oinsberg sta al gioco. Risponde: «Robinson Crusoe ha inventato tutto per sopravvivere, dalla vanga alla casa. Ma non ha scritto una riga. Non si può scrivere soli. No. Non si può fare i poeti. Non è più possibile scrivere. Eppure i poeti esistono. Il mistero della poesia è tutto qui, in questa resistenza contro natura- Infatti quando lui e Le Roi Jones entrano nella sala, sono 11 in piedi a migliala a battere le mani, proprio come a un concerto. Oinsberg si volta e dice: «Forse sono delusi, vinti, emarginati, ciascuno con una sua sconfitta bruciante. Insieme sono destinatari di poesia. La poesia è una tremenda provocazione. Prima o poi da uno di loro, da quell'angolo oppure di là-, vai risponde, «nascerà un altro poeta. Eppure non dovrebbe più esserci. Il gioco di questa alchimia non si può soffocare. Ouardi (Indica il buio) c'è un poeta là dentro. Non le pare un miracolo?-. Furio Colombo della personalità e delle situazioni sociopolitiche nelle quali operarono i diversi studiosi Da Newton ad Ampère, da Volta a Faraday, da Lord Kelvin a Clausius, Segrè dà vita ad una serie di incontri che consentono di vedere i grandi scienziati del passato in una nuova luce, con tutte quelle sfumature che soltanto un loro pari in chiave moderna poteva cogliere. Freddo analista delle vicende che descrive sulla base della più ampia documentazione storiografica, Segrè fa rivivere le conquiste della scienza con una narrazione avvincente. Il racconto, unitario, propone continui raffronti fra gli scienziati di cui l'autore parla e fra le loro opere e le varie teorie che di volta in volta si sono dimostrate Valide o fallaci E' una storia che ha il fascino di un romanzo; quello vero delle più belle realizzazioni della genialità umana che ha generato il progresso moderno. E' un'opera di facile e piacevole lettura, quindi dedicata a tutti (e particolarmente ai giovani), ma nella quale anche gli •addetti ai lavorìi della scienza possono trovare i più ampi spunti di meditazione e di approfondimento Giancarlo Masini

Luoghi citati: America, Ampère, India, Italia, Newark, San Francisco, Washington