Questo romanzo fa scena

Questo romanzo fa scena Questo romanzo fa scena Ecco il sassofono Q ginose abitudini delle civiltà delle immagini che in un certo senso ne forzano e invertono 11 significato. Ecco Infatti Piero Chiara scrivere romanzi destinati fin dall'origine al cinema magari con 11 protagonista già chiaramente delineato per 1 vezzi dell'attore di grido (Ugo Tognazzl in La starna del vescovo di Dino Risi). Ecco Oorky Park di Adam Kurt Smith ridotto per lo schermo con le sue tristi considerazioni sulla difficile arte dello spionaggio e sulla più difficile ancora arte di vivere sia in Occidente sia In Oriente. Ecco infine John Le carré cedere '1 diritti de La tamburina alla Warhér Bros che ne affiderà la versióne cinematografica al regista de La stangata, George Roy Hill. L'operazione di leggere o rileggere un romanzo non viene negli anni ottanta suggerita dalla nostalgia o dalla meditazione ma da un complesso apparato pubblicitario. Cosi il nome dello scrittore dimenticete torna a galla attraverso considerazioni commerciali, e meglio per noi lettori se quel nome sarà meritevole e se l'Industria dello spettacolo lo Imporrà senza fatica. In questi termini auguriamo a Paola Senatore e al regista Gaburro di essere all'altezza di Isa Miranda e di Mario Soldati nella prossima rlelaborazlone di Malombra che consentirà di riaprire un discorso sbrigativamente chiuso sul Fogazzaro; oppure speriamo che Lino Ventura e 11 regista Hosseln | (per 11 bene di Victor Hugo e de / miserabili) cancellino il ricordo di altre coppie quali; gli amerlcqni Michael Rennle-Lewls Milestone e 1 francesi Jean Gabln-Jean-Pauli Le Chanols. I In fondo però l'idolatria d'un grande autore proposta attraverso 11 cinema è soltanto sottolineata dal moderno glaciale consumismo. Guardiamo un attimo al passato e domandiamoci: quante volte sarà stato rifatto II grande sonno per la gioia degli eredi di Raymond Ohandler? Due1 continenti chiamati Urss e Usa producono nel medesimo '39-40 due colossal a- disegni animati su PlhoccWò;fft-ihàti Ptushko e Dlsriéy senéa che Collodi non ne sia letteralmente scoperto da milioni di lettori-spettatori? Il mito di Don Chisciotte esalta registi celebrati come Pabst e Kozincev fino a mettere in mano 11 libro di Cervantes a Franchi e Ingrassla nel '68? Per un Felllnl che pensa in termini meramente cinematografici abbiamo da sempre centinaia di registi calligrafi che con la scusa della buona letteratura risparmiano In fatica inventiva e spendono In diritti d'autore. Per il cinema In perpetua crisi, di mezzi e d'idee, 11 matrimonio con la letteratura non può non essere che d'interesse: personalmente ci fa piacere che il futuro Don Camillo di Mario Glrottl-Terence Hill rilanci 11 sottovalutato Guareschl ma soprattutto risani la Rizzoli che non produce più film. una lunga e gloriosa stagione quando fu 11 sassofono numero uno in un'orchestra dove il sassofono è per tradizione lo strumento principe: chi ha dimenticato Lester Young?). Alfiere di una ispirazione classica che ha in Coleman Hawking, in Don Byas e in Ben Webster i suoi maestri, Eddle Davis suona un jazz vigoroso e romantico insie me, assai personale. « Lo si riconosce dalle prime note confermò a suo tempo un altro grande tenorlsta, Booker Erwln, commentando con Léonard Feather un disco di' Lockjaw. «II suo itile è assolutamente irifmitabllé^è tutto suo'-', concludeva. _ /.. Protagonista, di mille concerti e di cento dischi mister Davis inventò a metà degli Anni Cinquanta una. divertente e proficua (artisticamente) formula nella quale coinvolgeva accanto al proprio sassofono la voce intrigante di un organo Hammond (nella fattispecie quello di Shlrley Scott). Più tardi trovò nel collega Johnny Grlffln il partner ideale per sviluppare un discorso più vicino alla tematica di un jazz t •moderno, di ispirazione boppistica. In anni recenti (al festival di Newport come a quello di Nizza) lo vediamo duettare con il trombettista Harry Edison (un altro maestro) con il quale incide pure alcuni dischi per la prestigiosa ' etichetta Pablo, diretta dal produttore Norman Granz. Eddie Davis TORINO — Lamica Internazionale ritorna a Torino mercoledì conili sassofonista Eddle «Lockjaw» Davis che, per gli incontri organizzati dal Centro Jazz, 61 esibirà al Big di corso presela accompagnato da uri gruppo di solisti italiani. Sulla soglia del sessantatré annl,: mister Davis riesce con estrema facilità a Imporre con autorevolezza la voce del proprio sassofono (tenore) nel mondo del jazz attuale dove, dopo 11 furore devastatore di un'avanguardia sessantottina, 1 valori di una tradizione ormai aulica hanno trovato nel pubblico e nella critica una collocazione di privilegio. Tradizione aulica è proprio il caso di sottolineare a proposito di Davis, un solista che può ricordare tra le personali referenze 1' avere suonato a fianco ( ma per breve tempo) di un Louis Armstrong, di un Count Baste (con 11 quale Invece visse Piero Chiara Pietro Bianchi, che fu critico cinematografico e letterario, citava con piacere Henry Miller quando sosteneva la necessità di rileggere 1 libri dell'infanzia e della glovliinézza, per il pericolo di morire senza sapere chi slamo: « Nulla di più sensato. Però non bisogna esagerare. A molti libri eravamo noi, con la fantasia degli anni giovani, a dare conslstenea e calore. Eravamo noi insomma ad arricchirli, il buon Salgari, per esempio, è ora illeggibile, come sono illeggibili molti del romania di Venie*. I nitidi appunti di Bianchi, per quanto vecchi soltanto d'una ventina d'anni, vengono ora rincalzati dalle farra¬ Piero Perona f. mond. i FILM-TV

Luoghi citati: Franchi, Nizza, Torino, Urss, Usa