Pro Natura preoccupata per i parchi Accuse di indifferenza alla Regione di Alberto Gaino

Pro Natura preoccupata peri parchi Accuse di indifferenza alla Regione Pro Natura preoccupata peri parchi Accuse di indifferenza alla Regione Il vicepresidente, Piero Belletti, dice che sono stati affidati a persone incompetenti «Un caso significativo è quello della Val Troncea» - Denunce di possibili speculazioni «/libiamo Z impressione che la Re-' glone Piemonte, dopo l'istituzione di oltre 40 parchi a partire dal 1978, stia in qualche modo restituendo politicamente quanto ha ottenuto, non senza fatica, negli anni scorsi-. La gestione delle aree protette preocccupa gli ecologisti. Pro Natura ha denunciato, nero su bianco, tutte le perplessità. E, qui, il vicepresidente della sezione torinese, Piero Belletti, le spiega. «Afancano ancora plani naturalistici e organi di gestione di molti parchi — comincia —; dove esistono, sono. stati affidati a persone incompetenti, in base al criterio della lottizzazione tra i partiti. Un caso significativo è quello dell'ex sindaco di Pragelato, Berton,presidente del Parco della Val Troncea: oggi al centro di grosse polemiche-. Si parla dell'abbattimento di camosci in base ad un plano che ne prevedeva, per il momento, la selezione e, tra 12 anni, il raddoppio del loro attuale nùmero; una logica per lo meno sospetta, secondo il naturalista Dal problema particolare, poi, l'osserva¬ zione si allarga alla più generale que- ' stione della caccia autorizzata nelle aree protette. Nel «Cahier de doléance» di Pro Natura si affiancano le, note sui tentativi di speculazione: strade progettate ai margini dell'Orsiera-Rocclavrè, per raggiungere ' Pian Cervetto in Val di Susa e le borgate Sellery e Chiargour in Val Sangone; 22 complessi edilizi previsti ai confini dello stesso Parco della Val Troncea; mega-impianti sciistici di risalita nella zona di Entracque, già decisi e bloccati., provvisoriamente Dice Belletti: «Per noi naturalisti i parchi non devono essere isolati sotto una campana di vetro. Vanno, anzi, valorizzati per sviluppare il turismo alternativo e migliorare le condizioni di ulta dei montanari. Non siamo contrari al singolo skilift, ma al grande impianto che turba l'equilibrio ambientale. E alle strade pensate per realizzarvi attorno, in un secondo tempo, fior di insediamenti edllial, preferiamo le vie di comunicazione progettate per favorire l'agricoltura. C'è bisogno di rilanciare le produzioni tipiclie della montagna: artigianato del legno, latte, formaggio-. Nei parchi lo sport dovrebbe essere praticato-— precisa 11 protezionista — rispettando 11 decalogo dell'ecologia. Meglio, quindi, lo sci di fondo, lo scialpinismo, lo stesso escursionismo del'e «autostrade- sulla neve, che, attraverso il Colle del Frejus, collegherebbero gli impianti di risalita di Bardonecchla e di Modane. Anche questo è un progetto da «osteggiare-, come 1' :ldea dell'Enel 'di Ingrandire i propri 'bacini artificiali in Valle Gessa, nel Parco dell'Argenterà, realizzando una massiccia rete di canali di gronda che snaturerebbero l'ambiente. L'ultima osservazione è riservata alla definizione dei confini dei parchi. Belletti ne sottolinea l'irrazionalità, citando il caso del versante valsusino dell'Orsiera-Rocciavrè: «Una decisione dell'ultimo momento ha alzato la lìnea del confini all'altezza delle creste, lasciando ai margini del parco una fascia boschiva verso il basso, molto piti interessante per la caccia e le speculazioni-. Alberto Gaino

Persone citate: Berton, Cervetto, Piero Belletti

Luoghi citati: Entracque, Modane, Piemonte, Pragelato