Napoli contro Napoli? I malanni di una città ferita che cambia di Adriaco Luise

Camorra, scippi, degrado e un'intensa attività culturale Camorra, scippi, degrado e un'intensa attività culturale Napoli contro Napoli? I malanni di una città ferita che cambia Capitale dalle molterete dei favoritismi NAPOLI — Napoli è la città che più d'ogni altra suggerisce sempre nuovi e stimolanti motivi di analisi, anche quando si ripercorrono strade già battute, si propongono riflessioni su argomenti noti: la camorra, gli scippi. Io squallore dei «bassi», i disagi esistenziali dei containerscasa, il degrado socio-ambientale, i bambini lavoratori tisicamente debilitati, il traffico demenziale, il proliferare del commercio ambulante che fa somigliare Napoli ad una città orientale più che europea. Mali vecchi, incancreniti: sacche di antica povertà affiancate da nuove miserie, da impellenti bisogni: occupazione, alloggi, una migliore qualità della vita. L'arte della sopravvivenza, che interessa più della metà della popolazione, è vista troppo spesso come espressione di folklore e d'inventiva: è invece la spia di un malessere diffuso e radicato. Continua ad esprl nursi giorno dopo giorno in mille attività sommerse più o meno lecite, in una città feri ta. ammalata di provvisorietà, imbrigliata nella rete di favoritismi e clientele. Una situazione allarmante che ha finito quasi per istituzionalizzare il- sistema della sopraffazione e della violenza, a rafforzare le basi della criminalità, organizzata, ad allargare l'area camorristica attraendo giovani con attività assistenziali addirittura «pensionistiche». Napoli, capitale di mille problemi, appare oggi una città priva di identità e senza un ruolo precìso, senza funzioni ben definite, senza un destino, incapace di aggregare una vera classe dirigente. Il terremoto del novembre '80 non s'è rivelato l'occasione per rilanciare l'economia, rinnovare un tessuto logoro e sfilacciato, raggiungere ob biettivi di sicura concretezza, nonostante il flusso di denaro, di sussidi, di erogazioni. 1 miliardi non hanno tonificato l'economia napoletana, L'assistenzialismo dello Stato con la«presenza condizionan• te della camorra nelle opere di ricostruzione non s'è rivelato un beneficio: ha creato terreno favorevole alla diffusione dell'illegalità scoraggiando iniziative imprenditoriali che avrebbero potuto conseguire risultati positivi. In molti casi contributi e fi nanziamenti non sono stati ben finalizzati a programmi di rilancio e di sviluppo; sono stati spesi spesso in maniera disordinata, dispersi in mille rivoli, non sono mancati gli sprechi. La paura poi di cambiare, una fatalistica accettazione di un modo di vivere, il sogno di un colpo di bacchetta magica che consentisse di uscire dalle quotidiane difficoltà, i limiti e le lotte del ceto politico locale hanno pesato negativamente sulle cause di una crisi che è più nella volontà degli uomini che nelle cifre. Napoli contro Napoli? Non è uno slogan, è una vecchia storia, un'amara realtà. Certamente la città è cambiata, ha fatto notevoli passi in avanti ma non quel balzo atteso che la proiettasse verso un futuro diverso, dalle prospettive di taglio europeistico. Non ha saputo sfruttare le risorse potenziali di cui dispone e darsi programmi concreti, non improntati a genericità, non ha saputo saldare il triangolo dello sviluppo industriale, urbanistico ed economico. Ha accolto le spinte di modernizzazione che le provenivano dall'esterno, ma non ha trovato dentro di sé la forza necessaria per accantonare le illusioni e recuperare in sviluppo. •A parer mio — scrive lo storico Giuseppe Galasso Napoli non ha mai matvrato le forge interne sufficienti a determinare da sole un cambiamento fondamentale. Ogni qualvolta s'è presentata un'occasione di fare il salto definitivo, la città ne ha approfittato; ma poi il gioco degli interessi locali, e bisogna aggiungere anche non soltanto locali, l'ha bloccata ad un determinato punto...*. E' risultato quindi preferìbile gestire 11 quotidiano, trovare condizioni di prosperità e di reddito dov'era possibile, senza impegnarsi in difficili sfide In una più ampia progettazione del futuro della città. Si è preferito fare assistenza ai disoccupati, discutibili riattazioni del fatiscente patrimonio edilizio — la costruzione dei ventimila alloggi segna il passo —, puntare sull'attiess dogli investimenti delle Partecipazioni Statali piuscosfoteunneEmti tohasoblficlimnurestprcugomtomanspdtfrp plici attività sommers e della camorra che piuttosto che avviare un discorso serio, compiere uno sforzo culturale anche all'interno dei partiti per avviare una precisa strategia di azione e di sviluppo. E come se non bastasse la macchina burocratica di molti uffici pubblici, e soprattutto comunali, ha perso colpi, ha contribuito a rendere insolubili i più elementari problemi: nettezza urbana, traffico, assistenza sanitaria al limite dell'S.O.S... Una denuncia che viene anche dalla relazione del commissario straordinario al Comune, prefetto Giuseppe Conti, in cui tra le tante pecche e irre golarità dei precedenti am ministratoli si mette in risalto come -l'organizzazione comunale è parsa poco attenta al miglioramento dei servizi nell'interesse della cittadi¬ Polemiche in tu e più o meno lecite - scoraggia le iniziativ nanza...». Una relazione scottante che solleva il velo su alcuni atti amministrativi, sul pesante disavanzo del Comune di 1500 miliardi di lire e che contribuisce ad acuire le tensioni, ad allontanare nel tempo un'intesa tra le forze politiche (alla Sala dei Baroni nessun partito ha avuto nelle recenti elezioni una maggioranza stabile) per la formazione di un governo della città, sicché le sorti di Napoli potranno forse trovare uno sbocco positivo soltanto a Roma. A Napoli tutto va male? Si vive sotto il tallone della delinquenza e dell'emergenza? Nonostante le fondate critiche, c'è anche da dire che la città sta diventando produttrice di cultura a livello internazionale. Un sintomo molto tta la Sicilia dopo le Imbrigliata nella e imprenditoriali incoraggiante, dovuto ad una serie di iniziative che prendono il via dalla mostra -Civiltà del Settecento- e si concretano in altre realizzazioni. Un elenco lungo: l'attività dell'Istituto per gli studi filosofici eli calibro europeo, l'incontro Venezia-Napoli, il «San Carlo» proiettato sui palcoscenici di tutto il mondo con il Flaminio di Pergolesi e la Salammbò di Mussorskij; la glande mostra al National Museum di Washington sulla pittura napoletana da Caravaggio a Luca Giordano, l'attuale esposizione dei lavori del Leonardo e dei lconardiani. una serie di convegni, rassegne cinematografiche, studi che confermano la capacità di Napoli di fare cultura anche in una situazione di glande dissesto. Adriaco Luise clamorose dichiarazi

Persone citate: Giuseppe Conti, Giuseppe Galasso, Luca Giordano, Pergolesi