Sono «mostri» crudeli o stupidi i rapitori della piccola Elena?

Lucca - La difesa cerca di dimostrare l'ingenuità della banda Lucca - La difesa cerca di dimostrare l'ingenuità della banda Sono «mostri» crudeli o stupidi i rapitori della piccola Eiena? Tante bugie e mezze Oggi si risentono i t DAL NOSTRO INVIATO LUCCA — Sono «mostri» di crudeltà o una banda di stupidi sciagurati? Il pubblico ministero Gabriele Ferro non ha dubbi: gli uomini che hanno rapito Elena non meritano né comprensione umana né attenuanti giuridiche. Gli avvocati del collegio di difesa si affannano invece per dimostrare che non s'è trattato di un delitto della ferocia ma della stupidità. Questa gente, in fondo, ha fatto come Pollicino che, camminando per il bosco, lasciava cadere dei sassolini bianchi per segnare la strada e ritrovare la via del ritorno. Loro di indizi, «segni» e prove ne hanno seminati per tutta Italia: da Lucca a Messina, da Ferrara al Veneto. Mentre tutti sanno che i telefoni delle famiglie dei sequestrati vengono messi sotto controllo, loro rimanevano per dei quarti d'ora all'apparecchio presentandosi con puerile imbecillità: .Diabolik-, 'l'altro Diabolik., il .fratello di Diabolik'. E' l'avvocato dei Citti-Luisi a fargli il verso: • E allora chiamatemi Perry Mason.. Filippo Crino, legale del collegio di difesa, eviden zia che almeno due volte hanno rischiato di essere arrestati nella cabina telefonica. E allora. Egidio Piccolo è quel «tosi» della Sicilia che voleva bruciare viva Elena Luisi o è il padre di sei figli che la faceva addormentare cullandola in braccio? Salva tore Alacqua è il carceriere di un ostaggio di pochi mesi o quello che faceva giocare la bambina con suo figlio di poco più grande? Gaetano Fugazzotto è quello del commando che ha massacrato 1 Citti in casa loro o il ragazzo angosciato dai rimorsi che, due giorni prima dell'arresto, ha tentato di impiccarsi e non s'è ucciso per miracolo? 11 processo contro questa anonima sequestri diventa un feuilletton dove le pruderle della provincia bene si mescolano agli interrogativi su un misterioso «sesto uomo» gran burattinaio di tutta la storia e informatore della banda, ai dubbi (vengono da un'intercettazione tele fonica) sull'esistenza di una «talpa» fra i carabinieri che ha informato il fratello del Chillé sulla piega che prende vano le indagini. Il processo sembra un'ame ba che se la prendi da un lato scappa dall'altro. Ognuno ha le sue verità, fatte di qualche bugia e di molte ambiguità Ognuno non ha interesse a confrontare le proprie con quelle degli altri. Franco Chillé ed Egidio Piccolo sono d'accordo su una cosa: nello scaricare il barile delle colpe sul grande assente Mariano Mazzeo, socio d'affari in Sicl Ha, organizzatore del «colpo latitante da quando ha cominciato a sentire puzzo di bruciato Mazzeo ha fatto tutto: lui ha ideato il piano, ha cercato i complici, ha preso parte direttamente all'esecuzione del sequestro. « Un violento, — si è giustificato Franco Chillè — mi faceva paura. Quando ha cercato di tirarmi dentro in questa storia come potevo fare per rifiutare?-. Da califfo di provincia si sentiva molto più forte con le quarantatre donne del suo harem (tante ne ha contate il magistrato) sparse per mezza Italia. A loro telefonava senza complessi e 1 carabinieri hanno registrato le comunicazioni Le invitava, insistente, per il caffè, per la cena, per una notte nel suo albergo. Ma Mazzeo no: con quello non si poteva discutere. Piccolo, invece, la flemma di chi deve fare-i conti con chili di sovrappeso, capelli radi che lascia crescere sul collo, voce biascicata che i si cillanl chiamano da «ponto du», conferma che il «nume ro uno» di questa compagnia era proprio Mazzeo. L'ha convinto a partecipare al se questro un po' con l'inganno un po' con le minacce. «Mi ha telefonato un giorno. — ha raccontato — mi ha detto di prendere il treno del Nord e di fermarmi a Firenze. Credevo che avesse bisogno di qualcosa, sono andato alla stazione e ho pagato il biglietto'. La linea di difesa della «mente» e del «boss» camminava sulla stessa linea: Ma forse le carte adesso si sono rimescolate e l'intesa s'è rotta. Chillè è rimasto fuori dall aula del tribunale per quasi un'ora: nello stesso tempo è mancato anche il pubblico ministero. Piccolo ha commentato che non gli piaccio¬ alnpsdslCtsasCpm—m verità al processo - Sempre oscura l'esistenza del «sesto uomo» . estimoni che avrebbero visto Isabella Citti insieme con il Chillè no «ì giochi di squadra.. E ha avvertito che parlerà «dopo la sentenza. Salvatore Alacqua e Gaetano Fugazzotto giocano la parte del «picciotti». In questa vicenda hanno fatto i soldati semplici; Mazzeo era il sergente di ferrò; ma le stellette del capitani le avevano Chillè e Piccolo. Forse, sopra tutti, c'era un «sesto uomo», sconosciuto mister X. che aveva dato le dritte giuste sulle vittime da colpire e doeva essere tanto vicino ai Citti-Luisi da convincerli a pagare In fretta senza nemmeno denunciare il fatto. Doveva essere un colpo facile, perché — diceva Alacqua — si trattava di prendere una donna "amica di uno degli organizzatori".. Lui senza troppe riverenze la chiama «(' amante del Chillè.. Anche Isabella Citti-Luisi, madre di Elena, ha la sua verità. Comincia con un Chillè? Non lo conosco, e poi. via via, ammette, un caffè dopo l'altro, di averlo incontrato almeno tre volte fra lunedi e giovedì della settimana prima del sequestro. Poi Chillè sarebbe partito per Bergamo. Ma saltano fuori due testimoni che la raccontano diversamente Andrea Carlotti avrebbe visto la «Maserati» in una piazzetta sulla strada alla periferia di Anchiano. Posteggiata vicino ad una «126» color aragosta e a due passi dal finestrino abbassato una donna con giacca e pantaloni beige Ho avuto la sensazione che si trattasse della Citti-Luisi, madre della bambina.. Era di pomeriggio. La «Maserati targata Messina c'era anche la sera, pochi chilometri più indietro, sulla piazza di Fornoli. L'ha vista Rossella Scarpellinl (che lo ripete que sta mattina in tribunale). Il prete di Benabbio. don Mario Tolomel, che per i quaranta giorni del rapimento è stato in casa dei Cittì-Luisi, ammette che «!e bugie sono tan te: tutte inutili.. Lorenzo Del Boca Peggiora la salute Mentre si molt iplicano in tutto il V