Sull'acciaio la mannaia della Cee

Entro fine mese i «Dieci» devono presentare i piani per tagliare un sesto della produzione Entro fine mese i «Dieci» devono presentare i piani per tagliare un sesto della produzione Sull'acciaio la mannaia della Cee Forte soddisfatto E' un primo passo Prima riapriamo Bagnoli, poi ricorreremo all'Alia Corte di Giustizia - Abbiamo ancora margini ROMA —11 ministro per la politica comunitaria. Francesco Forte, è stato uno del negoziatori della difficile partita sull'acciaio con la Cee. Gli chiediamo se da parte italiana non si sia fatto del trionfalismo a buon mercato: le cose ottenute a Bruxelles sembrano piuttosto vaghe. «Io sono soddisfatto. In fondo abbiamo ottenuto una buona fetta di quanto ci eravamo prefissi». — Sulla base di quali accordi Bagnoli tornerà a produrre? -Per quest'anno potremo contare su 400.000 tonnellate che quanto prima 11 Commissario per l'Industria e vicepresidente della Cee, Etienne Davlgnon, riconoscerà all'Italia. Non togliamo niente a nessuno, la Commissione utilizzerà 1 cosiddetti margini di flessibilità come è nei suoi poteri. — Questo consentirà a Bagnoli di tirare avanti negli ultimi mesi di quest'anno, tenendo conto dei tempi necessari alla riattivazione dello stabilimento. Nell'85 che cosa accadrà: ci troveremo al punto di partenza? •Non direi perché l'Italia presenterà un ricorso per maggiori quote produttive all'Alta Corte di Giustizia della Cee che la stessa Commissione esecutiva ha riconosciuto ammissibile». — E con quali motivazioni? «Vorrei precisare Innanzitutto che si tratta di altre 550.000 tonnellate tra Bagnoli e Cornigllano. Per venire alla sua domanda: le nostre richieste si basano su un regolamento che successivamente è stato La Bethlehem S modificato dalla Cee. ma per noi vale la prima stesura e su questo c'è stata comprensione da parte della Comunità. Del resto a riprova della giustezza di questa interpretazione c'è 11 fatto che la stessa Ceca ha concesso all'Italia centinaia di miliardi per finanziare la ristrutturazione di Bagnoli. — Secondo 11 suo ragionamento, dunque, si arriverebbe Intorno al fatidico •tetto» del milione e 200.000 tonnellate sbandierate In questi ultimi tempi. «Sulle cifre qualcuno può averci anche giocato. Certo ci avviciniamo a quel "tetto" e comunque in una trattativa cosi complessa e convulsa francamente non potevamo andare oltre». — La sua tesi mi sembra un po' troppo ottimistica: ci vorranno mesi, forse anni perché la Corte emetta il verdetto. Nel frattempo si richiuderà Bagnoli. «Come è accaduto in, passato per altri Paesi, l'Italsider, ritenendosi nel giusto, potrà aumentare la produzione». Forte fa capire che l'esistenza di un ricorso autorizzerebbe la società a rischiare anche una eventuale multa ma si spera che non si arrivi a tanto. Il clima tra 1 commissari Cee è apparso favorevole. «Non c'è dubbio — afferma Forte — che Davlgnon è stato molto comprensivo. Portare in votazione alla Commissione Cee una questione nella quale sono in gioco gli Interessi di tutti 1 Paesi europei probabilmente poteva Edificare per l'Italia trovarsi In mVnoranza. e. pa. teel ha chiesto a R 1 BRUXELLES — Dopo la decisione del Consiglio del ministri della Comunità di prorogare II regime di crisi dell'ac- ' ciato fino al 31 dicembre 1985, l'attenzione si sposta sulle i prossime scadenze della siderurgia europea. EEntro II 31 gennaio, i governi del «Dieci» devono presentare alla commissione Cee I plani di ristrutturazione e l'elenco delle chiusure che Intèndono effettuare peri «tagliare» globalmente, entro II 1985,26,7 milioni di tonnel- ! late di capacità di produzione (5,8 milioni In Italia), un se-, sto del totale. La decisione di giovedì porta a coincidere la durata del regime di crisi — quote di produzione, prezzi minimi, controlli sugli scambi — con 11 periodo di ristrutturazione. La decisione del Consiglio non modifica — ha detto 11 ministro francese Laurent Fablus, presidente della riunione—ala ripartizione delle quote». Sul fronte della ristrutturazione, Il mancato Inoltro . del plani nazionali comporterà II blocco degli aiuti al settore. Secondo fonti comunitarie, Belgio, Olanda e Irlanda hanno già presentato I rispettivi programmi, altri Paesi si apprestano a farlo. I plani saranno successivamente valutati dalla commissione: Andrlessen avverte che l'esame non rlgutr- derà solo l'entità del tagli, ma anche le garanzie di redditività delle Imprese al 31 dicembre 1985, quando gli aiuti di Stato dovranno completamente cessare. r. e. s.. ,

Persone citate: Etienne Davlgnon, Francesco Forte, Laurent Fablus