La ripresa viene solo dall'estero (all'interno buio a mezzogiorno)
La ripresa viene solo dall'estero (ali'interno buio a mezzogiorno) Qualche segnale dal fronte industriale, ma il quadro resta incerto La ripresa viene solo dall'estero (ali'interno buio a mezzogiorno) ROMA — Tra coloro che• vedono, una ripresa del nostro sistema produttivo, quindi della nostra economia, sia pure moderata, a livello di «ripresina., anzi di risalita dal fondo dove eravamo caduti, c'è una concordanza quasi preoccupante nell'attrlbuirne il merito esclusivamente alle esportazioni. In altre parole, sarebbe la ripresa degli altri Paesi, e non la nostra, ad avere ridotto negli ultimi mesi del 198311 calo della produzione Industriale e a permettere previsioni cautamente positive per quest'anno. Ma, a parte questi lampi di luce che arrivano d'oltre confine buio a mezzogiorno: stasi della do-: manda interna, pochissimi investimenti, crisi finanziaria delle aziende. E la stessa mancanza di allarmi per possibili .black-out-, in questo inverno, per la prima volta dopo tanti anni, sarebbe merito più del contenuto incremento (1,3%) dei consumi, industriali e domestici, di energia che del potenziale produttivo dell'Enel. Premesso che un giudizio più preciso sulle possibilità della nostra economia ad agganciarsi alla ripresa mondiale potrà scaturire dai colloqui in corso tra governo, imprenditori e sindacati sulla seconda fase della politica economica, non ci resta che continuare nell'esame della congiuntura attuale. E, In questo quadro, campeggia una sola parola: esportazioni. Per Innocenzo Cipolletta, l'economista dell'Iseo, l'Istituto nazionale per lo studio della congiuntura, 1 settori che hanno incominciato a ripartire sono, infatti, quelli che esportano. E l'esportazione ha acquistato maggiore vigore, ha delineato una vivace progressione nell'ultima parte del 1983, tanto che si può prevedere un ottimo inizio del 1984, del quale, ovviamente, mancano ancora i dati. Cipolletta avanza l'ipotesi di un incremento in quantità, cioè reale, dell'8-10 per cento, per il dicembre 1983 e il gennaio 1984. rispetto agli stessi mesi di un anno prima, che sarebbe molto forte, quasi clamoroso. Ma c'è una riflessione che vale la pena di riferire, perche! attenua la preoccupazione derivante dal fatto che. almeno finora, questa ripresa della nostra economia sembrerebbe da attribuire esclusivaUnente a quella altrui. «Noi |abbiamo bisogno — dice, in¬ \\\j l vertice della Confindustria: la ripfatti, Cipolletta — in questo 1984, di una ripresa moderata, e trainata dall'estero, per controllare l'inflazione e la finan\za pubblica. Meglio una ripre\sa che cresce lentamente, ma \si protrae, piuttosto di un j"6oom" che dovremmo interrompere a settembre, per evitare nuove crisi della moneta*. Si può osservare che i primi dati di gennaio, sull'andamento del costo della vita nelle maggiori città, non confortano questa riflessione, anche se, a livello nazionale, dovrebbero confermare un tasso d'inflazione inferiore a quello registrato all'inizio del 1983. Il differenziale, rispetto agli altri paesi del mondo occidentale, è ancora estremamente elevato, tanto più che in Italia la domanda interna è sempre allo stadio della sonnolenza (—2%). Quando si legge che la Germania ha chiuso 11 1983 con un aumento dei prezzi del Alla Zanussi il 26 per cento di azienda austriaca PORDENONE — La -ZaInussi Grandi Impianti Spa» idi Conegìiano Veneto (TreviIso). azienda appartenente al i gruppo Zanussi e leader euro: pea nel settore delle apparecchiature e del sistemi per la | ristorazione collettiva, ha acquisito 11 26Tc della «Blu; mauer Heinz und KochgeraeI tef abrlk Wels Ag. di Vienna. 2,5 per cento, e che gli Stati Uniti si apprestano a chiuderlo sul 3.5 per cento. 11 Giappone sotto il 2. la Gran Bretagna sotto 115. e la stessa Francia, la più scossa ancora dal vento dell'inflazione, sotto 11 10 per cento, la nostra situazione appare molto critica, con un tasso d'inflazione che entra nel nuovo anno a una velocità superiore al 13 per, cento. Giuseppe Ratti, presidente dell'Ice. Istituto per il commercio con l'estero, invita, tuttavia, a dare maggiore rilievo alla 'Vivacità- che dimostrano le nostre esportazioni. L'incremento, in termini fisici, di quantità registrato nel 1983, può apparire contenuto, ma diventa significativo, «fn una situazione che si potrebbe definire "ipotesi zero" per il commercio intemazionale, nella quale, cioè, tutti i Paesi cercavano di vendere il più possibile agli altri, ma di limitare nello stesso tempo gli acquisti, le proprie importazioni'. E Ratti elenca I successi ottenuti nel 1883 dai prodotti meccanici, automobili In primo plano, e da quelli tessili, sul mercati esteri. La stessa chimica, pur non avendo ridotto il suo saldo passivo, è riuscita, per la prima volta dopo molti anni, ad aumentare le esportazioni, dando un segnale, -ancora timido, di uscita dalla sua crisi strutturale*. Anche sul fronte del commercio con l'estero, però, esistono motivi di preoccupazione. Il primo, ricorda Ratti, deriva dalla perdita di competitività dei nostri prodotti, a causa di un aumento del costi — finanziari e di lavoro — ben più elevato di quello che accusano 1 nostri concorrenti. Il secondo, di cui ancora non è stata valutata l'importanza, scaturisce dall'avanzata del semilavorati e dei prodotti finiti nella nostra importazione. In sostanza. l'Italia starebbe perdendo quel ruolo .storico» di paese trasformatore di materie prime in prodotti finiti, per passare a una posizione simile a quella degli altri paesi più industrializzati, che importano ed esportano merci. 'Questo fatto — ammonisce Ratti — che da un punto di vista astratto ci potrebbe anche far piacere, non sarà, in pratica, senza effetto sulla nostra struttura industriale». Un'altra materia, questa, da portare all'esame del governo, degli imprenditori e del sindacati. Mario Salvatorelli DOVE VA IL " MADE IN 1TALY " Composirione geografica (Quote percentuali - lotitle) BPaesi [ndusutalìitati I di cui: CEE a 10 Paesi in via di sviluppo IPVS' di cui: OPEC Paesi socialisti iPEPi FeiToni, Mandtlli e Merloni al vertice della Confindustria: la ripresa industriale arriva dall'export h itt aggiore vigoftti Cillt i t d 25 t h li Sti
Persone citate: Cipolletta, Giuseppe Ratti, Innocenzo Cipolletta, Mario Salvatorelli, Merloni, Ratti
Luoghi citati: Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia, Pordenone, Roma, Stati Uniti, Vienna
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