L'« amico Fritz» contro Reagan

L'« amico Fritx» contro Reagan Walter Mondale, già vice di Carter, è in testa nella corsa alla nomination democratica per le presidenziali L'« amico Fritx» contro Reagan I suoi sostenitori hanno inventato per lui un soprannome che risponde al «presidente-tipo» stile Ford, simpatico e buon padre di famiglia -1 suoi avversari lo hanno ribattezzato «Mister noia» - Secondo il «New York Times» ha condotto la campagna più efficiente del secolo - Ma se la designazione da parte del suo partito sembra scontata, altra cosa sarà lo scontro con il leader repubblicano DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — E' dal '76! che Walter Mondale, detto Frltz dagli amici e Mister noia' dal nemici, studia da presidente. Quell'anno, 11 leader democratico, allievo di Humphrey e senatore d'avanguardia, fu spazzato dalla campagna elettorale dal ciclone Carter. Riuscì ad afferrarlo per la coda, e si ritrovò alla Casa Bianca come number tivo. L'esperienza, sebbene amara, gli insegnò 11 piacere del potere. Rimasto senza tetto nell'80, dopo il ciclone Reagan, non pose tempo in mezzo. La sua candidatura risale all'81. Mentre Carter si leccava le ferite ad Atlanta, e 11 suo glorioso partito, in un impeto di autolesionismo senza pre< cedenti nella storia america na, se ne Infliggeva altre, Walter Mondale programmava la propria rinascita. Oggi, /'amico Frite è 11 front runner indiscusso, 11 corridore di testa della pattuglia del candidati democratici alla presidenza. I sondaggi d'opinione lo danno favorito col 65 per cento contro 1130 per cen-' to del voti su John Olenn, un : altro senatore, ma di mezzo/ celebre soprattutto per essere [ stato 11 primo astronauta Usa; in orbita. Il comitato per la' sua elezione ha raccolto circa 30 milioni di dollari, 17 miliardi di lire, e ne ha ricevuti metà dai fondi statali. Si sono pronunciati a suo favore la confederazione sindacale, Afl-Cio, l'organizzazione nazionale delle donne (Now), numerose associazioni di colore. Per le «primarie» delle prossime settimane egli annuncia un Fritz bitte che dovrebbe congelare Olenn e gli altri sette suoi avversari, tra cui il negro Jackson. L'ascesa di Mondale fa già parte della mitologia politica. Si racconta che nell'81 egli dovette ipotecare la sua casa nel remoto Minnesota per sopperire alle spese personali. Lo salvò John Relly, il suo migliore amico, offrendogli un incarico in un prestigioso studio di avvocati a Washington. . Con alle spalle uno stipendio di mezzo milione di dollari ogni anno (850 milioni di lire), Mondale potè fondare un suo gruppo di azione, «Il futuro dell'America-. Il suo assalto agli elettori gli avrebbe frut- tato le somme di cui sopra, consentito di appropriarsi della macchina partitica, e permesso di impostare quella che 11 New York Times ha definito -la campagtia più efficiente del ventesimo secolo». Paragonato a lui anche John Olenn, il suo più vicino inseguitore, appare un poveraccio disorganizzato. Per un laico, il colpo di mano di Mondale all'interno del partito democratico non ha nessuna spiegazione. «Frltz» è l'antitesi del leader carismatico. L'aspetto è quello dell'oste di provincia, rubizzo, a disagio negli abiti domenicali, piatto come un vino senza corpo. Il suo linguaggio appartiene all'anteguerra, e già vent'anni fa faceva sembrare anacronistico 11 suo maestro, Hubert Humphrey, 11 «nu;nber tino, di Johnson. Ha scarsa comunicativa: come ha osservato New sweek, neppure dopo quattro anni di governo gli americani sono riusciti a entusiasmarsi. La sua politica è priva di Immaginazione: si sa che sarà vago ancora prima che apra bocca. Se non vi fossero le votazioni del Senato a indicare che appartiene alla sinistra democratica, non lo si capirebbe certamente. Diverso è 11 giudizio degli tnslder, gli addetti al lavori del partito. Per loro, Mister «ola è il re dell'apparato. Non lascia nulla al caso. Pianifica ogni sua mossa alcuni mesi prima, calcola ogni alleanza con la bilancia del farmacista, esegue una ricerca di finanziamenti capillare. Giorno e notte c'è qualcuno che risponde al telefoni de! quartiere generale, e nessun suo spostamento avviene senza codazzo giornalistico. Preferendo al coraggio la cautela, non ha mai corso rischi, e non ha mai sbagliato mossa. Persino sugli uomini punta solo sul sicuro. New sweek ha descritto Relly come -il consigliere- di una potente mafia, e l'altro uomo chiave, il giovane Jim Johnson, come un enfant pro- dige, un secondo Ham Jordan, 11 georgiano che consegnò a Carter la vittoria nel •76. Probabilmente la fortuna di Mondale è di essersi trovato contro un Edward Kennedy ancora angosciato da problemi personali, e un John Olenn più di casa nelle navicelle spaziali della Nasa che nel meandri della politica statunitense. Ma è significativo che nel sondaggi d'opinione egli sia giudicato 11 protocandidato del partito, non l'uomo più capace di sconfiggere il presidente Reagan*. Qui, inopinatamente, lo precede Olenn. Il motivo è ovvio: In elezioni dominate dal mass media come quelle americane, l'ex astronauta riuscirebbe a destare l'attenzione popolare. Mondale, riferiscono le sue coorti, affronta le primarie con lo spirito del k.o. La sua strategia è di mandare al tappeto l'avversarlo entro 11 13 marzo, quando, dopo lo Iowa e l'Hampshire, si voterà nel profondo Sud. Se la strategia fallisse, Olenn passerebbe al contrattacco nell'IUinols, 11 20 marzo. Ma sono pochissimi quelli che credono che l'ex astronauta resisterà alla fase finale del frlte bitte. Negli Stati Uniti, da alcune settimane, si proletta un film, The rlgìit stuff, la materia giusta, sugli albori del programma spaziale americano: esalta Olenn, non poteva esistere pubblicità migliore in un anno elettorale. Ma il senatore non è ancora riuscito a decol lare: si trova nella stessa posizione In cui si trovò nei confronti di Oagarln 22 anni fa, quella del segugio che non afferra la lepre. I politologi più spregiudicati spiegano il successo di Mondale dentro i confini del partito In chiave di passato. A differenza di giovani tecnocrati, come il senatore del Co¬ lorado Oary Hart, forse 11 «number three* tra gli aspiranti democratici alla Casa Bianca. Mondale è un -yesterday man», un uomo di Ieri, ossia l'esponente dell'assistenzialismo e del sindacalismo, del Welfare State e dell'Immobilità del lavoro. Il suo bagaglio Ideologico deriva dal laborlstl inglesi e dai socialdemocratici scandinavi (è di discendenza norvegese), con gualche apertura pacifista. Il suo entourage proviene dai .liberate», 1 grandi sconfitti a cavallo del '70, come Eugene McCarthy o George McGovern, un buon poeta, l'altro uno straordinario pilota di guerra, di cui si dice che avrebbero fatto meglio a restare tali: non nasconde nessuna personalità esaltante. 1 «Frite con la nomination in tasca-, come lo ha ribattezzato un caustico conservatore di New York — James Buckley — ha presentato il suo programma al New York Times qualche giorno fa. Eccone 1 punti principali. Disarmo: gli Stati Uniti dovrebbero proporre all'Urss una moratoria reciproca e verificabile. Superpotenze: vanno istituzionalizzati vertici annuali tra 1 loro leaders. Il deficit del bi¬ lancio statale: Mondale lo pareggerebbe rlducendo l'aumento annuo delle spese militari al 4 per cento e rialzando le tasse. Medio Oriente: la ricetta è il ritiro dei marlnes dal Libano e la loro sostituzione con le forze dell'Onu. Centroamerlca: 1 democratici cesserebbero gli aiuti al contras, o controrivoluzionari, In Nicaragua e imporrebbero il rispetto dei diritti umani al Salvador. Rellly e Johnson sono convinti che -il treno Mondale* travolgerà 11 Presidente per 11 semplice motivo che la sua piattaforma elettorale è quel- la della ragione. Essi attribuiscono all'americano medio stanchezza e risentimento verso le privazioni imposte da Reagan all'Interno degli Stati Uniti e gli oneri da lui assunti all'esterno. Ignorano i sondaggi d'opinione che danno 11 capo dello Stato favorito contro 11 suo rivale. Evidenziano Invece gli applausi scatenati dal sarcasmo di Mondale («baste con le esenzioni fiscali per quelli che viaggiano in Rolls Royce*) e il delinearsi di una coalizione delle minoranze, donne e negri, studenti e lspano-amerlcant, più stabile di quella antl-Watergate e anti-Vletnam di Carter. Guardando al di là delle primarie, «Mister noia» medita già sulla linea da adottare alla Convention. Egli deve sbarazzarsi della pesante eredità carterlana: il presidente georgiano è rimesto nella memoria yankee come un simbolo di sfortuna e di sconfitta. Deve liberarsi dell'ipoteca sulla vlcepresldenza del pastore nero Jackson, «lanciato» s) dalla liberazione del tenente Goodman (il pilota catturato a dicembre dai siriani), ma odiato dalla potente lobby ebraica, e sospettato di radicalismo dalla massa fluttuante. Deve colpire la pubblica Immaginazione con qualche progetto o qualche scelta di collaboratori che rievochino l'età d'oro kennediana. I partigiani più accesi di .Frite» sono i familiari. Pare che, nell'intimità, il leader democratico sia un uomo estremamente simpatico, dotato di un notevole senso di umorismo, «ragazzo* con i suol tre figli, Theodore di 26 anni. Eleanor di 23 (una avvenente aspirante attrice) e William di 21, appassionato sciatore. Il ritratto domestico è assai slmile a quello di un presidente ad interim di dieci anni fa, Jerry Ford, con cui Mondale sembra condividere anche una certa goffaglne, un profondo senso della propria dignità, e l'umiltà delle origini (i genitori erano contadini). E' questo che allarma gli esperti di -public relatlons* del partito: che gli elettori vedano in lui un altro Insipido, mediocre Ford. Sarebbe ingiusto per l'avvocato ed ex senatore che ha combattuto con onestà e Idealismo battaglie cruciali Ennio Caretto Washington. Il senatore Walter Mondale è in testa nella corsa per la «nomination» democratica alla Casa Bianca (G. Neri)