Piramide di vetro al Grande Louvre

Piramide di vetro al Grande Louvre Perplessità ma anche entusiasmo per il progetto del cinese Ming Pei Piramide di vetro al Grande Louvre PARIGI — Qualche perplessità, un po' di sconcerto 'perfino, tra gli architetti dei 'monumenti storici di Parigi*. Ma il progetto è interessante, st riconosce. «Rivoluzionarlo», sostiene qualcuno. «Esplosivo», insinuano altri. Certamente nuovo, insolito, curtoso: una grande piramide in vetro, venti metri d'altezza, contornata da altre tre più piccole, pochi metri appena. E al centro del cortile di Napoleone, di faccia all'entrata principale del Louvre. L'idea è dell'architetto sivo-amerlcano leoh Ming Pei (tra i più prestigiosi d'oltreatlantico, autore tra l'altro dell'ala Est della National Gallery, a Washington). Incaricato della ristrutturazione del più famoso museo parigino, di una riforma radicale della sua organizzazione e del suo funzionamento. Della rinascita del .Grande Louvre-. Una provocazione? Niente affatto, ribatte Ming Pei. «Ci vuole una super-struttura contemporanea che abbia va¬ lore di simbolo, che annunci da lontano l'entrata al museo». Nulla di 7iuovopuò èssere aggiunto a un'opera gigantesca come il Louvre — sostiene Pei —: ìiltlmata sotto Napoleone terzo e con una continuità di stile che nasconde gli apporti del tempo, gli inserti e gli ingrandimenti compiuti ìlei secoli. L'unico ìtiodopossibile per «caratterizzare l'impronta di questi nostri anni» è dunque una rottura: di metodo e di stile. In attesa di vedere un modello in legno — ma a grandezza naturale — die l'architetto si è Impegnato a presentare al responsabili dei 'monumenti storici parigini-, il direttore del progetto 'Grande Louvre-, Emile Biasini, trabocca d'entusiasmo e d'orgoglio: «Una perla, straordinario. L'emergere di un iceberg». // resto è nascosto sotto questa gran lanterna di cristallo. Un immenso territorio sotterraneo: dove accanto a un parking per mille posti-auto, si snoderanno passaggi e corridoi. Ma lustri, senza il lugubre, chiarore delle gallerie di metrò (la piramide servirà anche a rinfrescarli di luce naturale). Con ristoranti, chioschi e negozi d'arte, librerie, un audltorlmn, saloni per proiezioni e conferenze. E, proprio al di sotto del cortile di Napoleo¬ ne, una gran sala d'incontro: di qui, su scale mobili, sard possibile saiire at padiglioìii del museo. Nel 1986 torneranno al Louvre i saloni oggi occupati dal ministero delle Finanze — un'ala intera, lungo la rue de Rivoli —. £ il museo sarà di nuovo il più grande del inondo, quasi duecentomila metri quadrati di gallerie: dove troveranno posto, finalmente, tutti i tesori nascosti negli scantinati. Un patrimonio immenso, si dice, ma invisibile, negletto. Il gran progetto prevede anche una riorganizzazione dei percorsi interni: lunghi, interminabili, spesso faticosi e difficili a seguirsi (per raggiungere l'ala Richelieu dal padiglione di Flore si cammina quasi due chilometri). I visitatori — sempre numerosi, ma inferiori a quelli del Centro Pompidou, per esemplo — saranno accolti meglio, guidati con più cura, facilitati nella ricerca degli autori preferiti. e. n.

Persone citate: Emile Biasini, Flore, Ming Pei, Ming Pei Piramide

Luoghi citati: Parigi, Washington