Negli Usa già partita la corsa alle concentrazioni petrolifere

Negli Usa già partita la corsa alle concentrazioni petrolifere Secondo il senatore Metzenbaum resteranno solo cinque grandi compagnie Negli Usa già partita la corsa alle concentrazioni petrolifere Non c'è solo la Getty-Texaco: negli ultimi tre anni 325 fusioni per un valore di 65 miliardi di dollari (oltre centomila miliardi di lire) - In «lista di attesa» per nuovi accordi Gulf, Phillips, Kerr Me Gee. Superior Oil DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — L'acquisto della Getty Oil Company da parte della Texaco per quasi 10 miliardi di dollari, 17 mila miliardi di lire, non è stato ancora completato: la Pennzoil, che aveva tentato per prima l'operazione, e alcuni degli credi della fortuna Getty, hanno infatti presentato ricorso in tribunale. Ma gli ambienti petroliferi americani sono in subbuglio perché, sulla scia di questa fusione, se ne prevedono numerose altre nei prossimi mesi. Tra le società che potrebbero essere assorbite dalle più potenti delle' «sette sorelle» si trovano nomi famosi: la Gulf, per esempio, che ha di recente ceduto al Kuwait la sua filiale italiana, la Phillips Petroleum, la Kcit McGee e la Superior Oil. Le fusioni hanno caratterizzato l'industria del petrolio Usa negli ultimi tre anni: tra grandi e piccole, se ne sono contate 325, per un valore fil quasi 65 miliardi di dollari, oltre 100 mila miliardi di lire. Stupisce gli osservatori 11 fat¬ to che esse siano aumentate proprio nel periodo di eccedenza del greggio e di caduta del prezzi. Ma il senatore Howard Metzenbaum considera logico il fenomeno: -E' ima questione di sopravvivenza — dice — ciascuno cerca di rafforzarsi ai danni degli altri-. Egli prevede che la tendenza si accentuerà e che "forse, alla fine del secolo, resteranno negli Stati Uniti solo cinque grandi compagnie, in poslzlonedi monopollo-. Secondo Metzenbaum, le fusioni non avrebbero avuto luogo se i governi stranieri non avessero na' ' realizzato buona parte dell : lserve petrolifere delle società, e se le «sette sorelle» e le. loro rivalipiù agguerrite aveisereo scoperto nuovi giacimenti in territorio americano. «Le prandi compagnie scornano nelle fusioni una scorciatoia alla so-'1 luzlone del problema», commenta. Il caso Texaco-Getty sembra dargli ragione: con l'acquisto della Getty, la Texaco ha raddoppiato le riserve c si è collocata al secondo o terzo posto, non è chiaro (insieme con là Mobil e la Socal). nella graduatoria dei colossi del settore. Per il momento, l'operazlo-, ne Texaco-Getty, la massima della storia della finanza americana (il record precedente apparteneva a quella Du Pont-Conoco, di 8 miliardi di dollari, 2 anni fa) ha fatto salire le azioni in Borsa della Gulf, della Phillips Petroleum e delle altre possibili candidate alla vendita. Ma 11 senatore è convinto che esse presto scenderanno: - La Texaco si è indebitata per comprare la Getty, e se il prezzo del greggio si abbasserà, come è probabile, essa avrà serie difficoltà-, sottolinea. Metzenbaum tenie anche un altro pericolo: e cioè che in condizioni di quasi monopolio le grandi compagnie smettano di cercare greggio. Il pericolo è concreto: acquistando la Getty. la Texaco ha pagato 0 dollari per ogni barile di petrolio nuovo, contro i 14 che gli sarebbe costato uno scoperto ed estratto in circostanze normali. Non è tutto: se le «sette sorelle, e le altre società adotteranno In blocco questa strategia, a media scadenza torneranno a essere alla mercé del greggio mediorientale. Il senatore ricorda che l'ultimo ritrovamento di rilievo negli Stati Uniti fu quello di Prudhoe Bay in Alaska nel '68. -Non possiamo rischiare un'altra crisi tipo quella del '73 o quel- ! la del 78 — ha concluso —. // i governo dovrebbe indagare i sul retroscena delle fusioni-, i John McKinley, il presidente ! della Texaco, esprime giudizi | opposti. Egli ritiene clic i prezzi del greggio stiano per stabilizzarsi, e le fusioni siano perciò proficue. Sostiene Inoltre che esse, accomunando le varie risorse, diminuiscono la dipendenza degli Stati Uniti dal Paesi arabi. -Non a caso — dichiara — negli ultimi sette anni le nostre importazioni di petrolio dui Medio Oriente sono scese di due terzi... Egli elenca gli ultimi c più promettenti trivellamemi. dal bacino di Santa Maria nella California meridionale alla zona Du \ Mukluk nel Mare di Bering. ' dove un consorzio comprendente la'stessa Texaco e la Shell hanno investito in ricerche 1 miliardo e 700 milioni di dollari, quasi 3000 miliardi di lire. «Siamo in uno fase di transizione — proclama — non in ritirata-. Ennio Cai-etto

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