Ebbene sì, in Urss c'è la droga
Ebbene sì, in Urss c'è la droga Dopo il tragico dirottamento in Georgia, il partito lancia un allarme Ebbene sì, in Urss c'è la droga DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Dal tragico di-\ rottamento aereo avvenuto in] Georgia a metà novembre, Inj cui sette persone morirono, hai tratto spunto il capo del partito di quella Repubblica She-\ rardnadze. che è ancìie membro candidato del Politbjuro sovietico, per lanciare in ter-\ mini d'urgenza una campa-] gna contro la droga di fronte ai quadri del partito. L'argomento è di quelli che raramente affiorano in Urss, e sui quali non si pubblicano statistiche, né si organizzano tavole rotonde. Già a novembre si era detto che tra i dirottatori, tutti ragazzi di .buona famiglia-, c'erano anche dei drogati: la necessità di combattere quella minaccia, ha detto l'alto esponente politico in un chiaro riferimento a quella vicenda, «emerge anche da un recente fatto molto amaro, da cui sarebbe bene trarre le più serie conseguenze». Da quando fu introdotta, nel 1974, su scala nazionale, una nuova e più severa legge purtroppo avviene nelle grandi città dell'Occidente, resta fenomeno circoscritto ai figli della nomenklatura — come sembrerebbe confermare la vicenda del dirottamento aereo in Georgia —e a quel rami un po' particolari delllntelligentslja che sono il mondo dell'arte e dello spettacolo. Anni fa si diceva che la maggior parte delle droghe 'pesanti- vendute in Urss fossero prodotte di frodo nel laboratori di Stato, da tecnici disonesti; sta di fatto che nel 72 uno scienziato moscovita fu arrestato in un istituto della capitale per avere prodotto un chilo diìsA. Un ruolo determinante può avere, nel trattenere'sotto cute questo bubbone, la severità delle leggi. Sono previste condanne fino a 15 annt di reclusione per chi faccia commercio di droga; per chi ne fa uso, invece, c'è soltanto una multa di 50 rubli (poco più di 100 mila lire), con l'obbligo di sottoporsi a cure disintossicanti, e di essere quindi bollato per la vita. t. gal. l'Unione Sovietica erano in cura «due o tremila persone dedite all'uso di droghe pesanti», /immise anche che la marijuana era diffusa «su modesta scala». Da allora, forse, la situazione è peggiorata. Un contributo al maggior uso di droga può derivare direttamente dall'invasione sovietica dell'Afghanistan, grande produttore di oppio e delirati. Pare che la droga — anche se ciò no» è mai emerso a livelio ufficiale — fosse una delle foci del contrabbando che alcuni militari sovietici svolgevano (ci sono state recentemente alcune condajine a morte) nascondendo la merce nelle bare, dei caduti che venivano riportati in patria. A parte la Georgia e le Repubbliche asiatlclie, dove i giovani in servizio di leva avrebbero contribuito a introdurre la droga anche nell'ambiente militare, la tossicodipendenza resta in Urss un fenomeno d'elite. Esclusa dal massiccio apparalo di controllo la possibilità di un traffico alla luce del sole, come pei punire i trafficanti di stupefacenti, questa è la prima volta che l'argomento viene trattato a così alto livello. La Georgia, terra soleggiata del Sud, è ambiente ideale per la coltivazione della marijuana; con le Repubbliche asiatiche dell'Urss (Uzbekistan, Kazachstan. Tadzhlkistan) ha anche, se vogliamo, una tradizione popolare che fa dello -spinello- un'abitudine quale potrebbe essere, altrove, il caffè dopo cena. .Non combattiamo come dovremmo — ha detto Shevardnadze — 11 problema della droga, che non solo danneggia la salute, ma porta anche a una degenerazione spirituale». A suo avviso la lotta «non deve ridursi a dichiarare che si tratta di un grave male sociale»: occorre «salvare concretamente persone e famiglie da quella tribolazione». Le ultime indicazioni ufficiali risalgono al 79. Un funìtonarlo del ministero della Sanità rivelò, in occasione di un incontro con alcuni congressmen americani, che nel¬
Persone citate: Shevardnadze
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