Tra i khomeinisti di Casablanca

Tra i khomeinisti di Casablanca In Marocco la situazione torna alla normalità dopo la rivolta del pane Tra i khomeinisti di Casablanca Il re ha accusato loro (non i rincari) di aver scatenato la sommossa -1 «rivoluzionari islamici» esultano, e non si nascondono - Ridono del sovrano, che si vanta di discendere da Ali, genero del Profeta - «Se per ripulire il Paese dovrà scorrere il sangue, pazienza» - Gli espatriati accusano: 400 morti nella repressione PARIGI — La revoca degli aumenti di generi alimentari, gas liquido, elettricità, benzina e tasse scolastiche, annunciata da re Hassan domenica sera, sembra aver riportato la calma in Marocco, dopo dieci giorni di violenta «sommossa per II pane». Le città dove gli scontri sono stati più violenti, Nador e Tetouan, nel Nord, continuano a essere off llmits per I giornalisti stranieri, ma I quotidiani del Paese hanno Incominciato Ieri a commentare 1 fatti. Solo a Berkane, vicino al confine con l'Algeria, lunedi sarebbero avvenuti nuovi Incidenti, con un numero lmpreclsato di vittime. A Nador uno sciopero generale Indetto dalla sinistra (accusata dal sovrano di aver organizzato la rivolta con «khomelnlstU e «sionisti») è riuscito solo parzialmente. Secondo, le Associazioni dei marocchini In Francia, che rappresentano mezzo milione di Iscritti, Il bilancio della sommossa sarebbe di oltre 400 morti, NOSTRO SERVIZIO CASABLANCA — .Come vede, tutto va avanti normalmente. Nemmeno un negozio chiuso, 11 solito traffico. Treni, taxi, autobus funzionano». Parla un alto funzionario marocchino che mi accompagna in auto per i quartieri di Casablanca, il porto più grande del regno, megalopoli di oltre tre milioni di abitanti. Nei giorni precedenti, a Rabat, altri responsabili governativi avevano sostenuto la stessa tesi, mostrando la gente che faceva le cose di sempre in quella città di un milione d'abitanti divenuta invochi,anni capitale,amministrativa. Ma ogni tanto, a Casablanca come a Rabat, ad un angolo si vedevano uoynini delle brigate antlsommossa, con tuta mimetica, casco di plexiglas e bastone. E poi, i disordini più provi non sono avvenuti in queste città. I giovanissimi, quelli non ancora ventenni, liceali o disoccupati, sembrano essere i più eccitati dai •fatti», conte il chiamano qui. Secondo una voce non confermata, nel Nord, soprattutto a Tetouan, dove la rivolta è stata più violenta, «I soldati hanno dato 1 fucili ai manifestanti». Circolano altre voci, favorite dall' assenza assoluta di notizie ufficiali (giustificata dal governo, non senza faccia tosta, con lo svolgimento del Vertice islamico, che però si è concluso il 19, mentre il silenzio è durato sino a domenica sera, 22 gennaio): parlano di «cen¬ tinaia di morti a Marrakesh». / disordini non sembrano essere stati scatenati dal fautori di una rivoluzione all'iraniana (che pure esistono), ma dall'insopportabile costo della vita; ora, però, gli integralisti marocchini, come i loro compagni in Egitto e in Tunisia, esultano, senza quasi nascondersi. Ne ho incontrati nella Medina di Casablanca (c'è un nuovo albergo di lusso per turisti danarosi, ma la gente del quartiere aspetta V acqua corrente da oltre 20 anni); e mi hanno detto chiaramente che il cammino verso lo Stato islamico in Marocco è agevolato «dall'incuria del governo». A lungo si è pensato, almeno all'estero, che l'origine cherifiana del re del Marocco — la genealogia della dinastia alauita risale ad AH, genero di Maometto — e il fatto che Hassan porti il titolo di «principe del credenti», rendessero questo regno meno permeabile dei Paesi vicini alle influenze integraliste. Invece, le oripini e le qualifiche islamiche del sovrano fanno ridere di guvsto i miei quattro interlocutori. Sono barbuti, come conviene a militanti dell'Islam fieri di esserlo; indossano jellaba fiammanti e scarpe europee di buona marca; dicono di essere studenti e figli di commercianti, parlano un ottimo francese,, e non sono mai usciti dal Marocco. Secondo loro, gli eccessi sanguinosi della rivoluzione iraniana sono «invenzioni della stampa francese e sovietica»; e comunque, «se per purificare 11 Marocco deve scorrere 11 sangue, pazienza. Ne uscirà un gran bene per 11 mondo Intero, sarete 1 primi ad ammetterlo». L'attuale disastro economico dell'Iran non sembra turbare questi «rivoluzionari islamici», I quali riconoscono die, comunque, «vi saranno sempre ricchi e poveri, ma un buon musulmano ricco non può essere considerato un nemico da un correligionario povero». La gente sembra averlo dimenticato, ma proprio in questo Paese, dieci anni fa, fu commesso uno dei primi delitti in nome dell'integralismo: la vittima fu l'avvocato Omar Benjelloun, un liberale di sinistra oppositore della politica del governo, cui però gli integralisti non perdonavano le posizioni moderniste. Proprio mentre il Marocco vive questi momenti difficili, al teatro Mohammed V di Rabat andava in scena, In anteprima mondiale (era venerdì scorso) un'opera del regista Tayyeb Saddiki tratta dal Libro dei piaceri di Abu Hayyan, moralista iracheno del X secolo. Un'opera satirica che pare fatta su misura per la nostra epoca: c'è un visir oggetto dello scontento popolare che disserta pomposamente sul concetto di sazietà, mentre i cittadini gridano che hanno fame e delle povere madri vengono accusate di complotto perché parlano in gruppo della loro miseria. Alla fine, compare una specie di ayatollah armato di mitra che ripristina la «concordia». J.-P. Pcroncel-IIugoz Copyright «Le Monde» e per 1*11 attiri < I .a Stampa»

Persone citate: Berkane, Omar Benjelloun, Profeta, Treni