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Il fascino discreto di tempere e disegni

Il fascino discreto di tempere e disegni LE MOSTRE D'ARTE Il fascino discreto di tempere e disegni Novecento italiano: disegni e tempere. All'insegna della qualità, Paolo Tonin ha riunito alla Galleria .Mantra. (via S. Maria 2) una trentina di disegni e tempere che consentono di gettare uno sguardo gratificante sulle avventurose vicende dell'arte italiana del nostro secolo. Da un lato si risale a due Figure, meditato controluce di Pellizza da Volpedo, per trovare all'estremo opposto l'astratta esplosione segnica d'un inchiostro di Spazzapan. Tra i due estremi si fa però posto al Futurismo con un significativo Balla datato del 1918 da Maurizio Fagiolo, un Dottori del "13 e un ben toccato Depero cui può accostarsi 11 precedente Urlo (1915) di R. Romani. Una Natura morta acquerellata riassume le più fini qualità pittoriche di Morandi mentre il Disegno per bagnante di Fontana rievoca il momento delle sue figurali ricerche strutturali comuni alle sculture del periodo. Da Viani a Sironi e a Campigli, da Casorati e de Pisls a Beverini e Capogrossi, la mostra conta personalità spiccatissime e diverse inflessioni formali che non ignorano i valori emotivi del segno reso a volte anche più espressivo dalla sua immediatezza, come avviene nella Mondana di Scipione: pagina rara, in cui una sottile ironia si mescola ad una singolare tensione baroccheggiante. Mino Maccari («Accademia», via Accademia Albertina 3) iondatore de ■ il Selvaggio», di cui fu anche il più fecondo illustratore, e solilo riassumere nel tratto di matita o di inchiostro una rara carica di polemista nato. Si direbbe che il mondo intero gli si sia rivelato come una grande, gigantesca farsa, in cui egli riesce a sublimare anche la cronaca. Guarlotti alla «Narciso». Con Giovanni Guarlotti, alla galleria di piazza Carlo Felice 18, ritorna il tardo Ottocento tipico del .piccolo maestro» di Galliate che attinse i suol temi - tra acque e monti:, da una natura in cui si specchiavano le tenui ambizioni d'un pittore che tutto sommato intese l'arte come immagine d'una tradizione. Nei suoi dipinti, in cui predomina 11 paesaggio, come nelle aule della scuola in cui insegnò, egli si è fatto quindi banditore ed interprete d'un .vero» ch'era non soltanto il brano di natura, ma anche il riflesso d'una conforme sua umanità. Mariangela Capra («Ideogramma», corso De Gasperl 35). Allieva di Francesco Casorati e di Nino Aimone appare, consapevole o no. nella scia d'una ricerca ch'ebbe le più tempestive e originali manifestazioni in Piero Rambaudi e più tardi In Sergio Agosti, ma si dimostra capace di costruire con rara sensibilità le sue Immagini: an. dra.

Luoghi citati: Galliate, Volpedo