La balalaika umiliata da dzhaz e rok di Fabio Galvano

La balalaika umiliata da dzhaz e rok Turba i sonni del Cremlino Tanglo-russo. il gergo in voga tra i giovani sovietici La balalaika umiliata da dzhaz e rok DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — «Girla (girl, ragazza), oggi i purenty (parente, genitori) mi hanno lasciato il fri fret (free pai. appartamento libero): penili- non vieni a ilrinkat (drink, bere) con il luo umico ilrumer (diiiminer. batterista) che è mi simpatico jungovyj mcnerok (yoimg man, giovanotto), e che ieri mi ha procurato un magnifico itoteli) (walcb, orologio), un fantastico laiter (lightei; accendino) e un paio ili eccezionali lìvais (Lcvi's) più belli ili tutti i miei altri dzltinxi (jeans)?». Clic cosa la girla potrà rispondere a un invito così poco romantico ha, in fondo, scarsa importanza. Potrà offrire di portare i suoi diski ili dzhaz (jazz) e teak, le kasely (cassette) prese a prestito da suo fazer (falher, padre), non certo di organizzare quello slriptiz casereccio nel quale forse i due giovanotti sperano; per l'occasione, comunque, indosserà le nuove stiasy' (slioes, scarpe), i suoi fruiisera (troiuers, pantaloni) più alla moda, quella camicetta firmennaja (prodotta da una finn estera, cioè di marca) che ha i boni (butlvns, bottoni) sul brest (breast. seno). Uno scioglilingua? No, solo una piccola antologia concentrata di quel fenomeno — assai preoccupante per i moralisti sovietici — che è l'anglieizzazionc del russo; di quel linguaggio, insomma, che si e ormai affermato soprattutto fra gli studenti ed è sempre più in voga fra coloro che si definiscono chuilaifisl (da high Ufi; noi con un altro americanismo diremmo jet set). E' un gergo che trova i suoi mementi di massimo splendore nel turpiloquio dei dormitori universitari, purtroppo da tralasciare in questa sede per motivi di decenza c per evitare che molti lettori decidano di zakolut (cali, telefonare) per protesta. Limitiamoci a dire, clic c'è un bellissimo fakaj otsjiukì che rende alla perfezione il fuck off anglosassone. «Una parte dei mairi giovani è orientata verso l'Occidente», si dispera la zliurnalistka sovietica Blcna Losoto in un recente articolo sulla Komso- molskaja Pravda, osservando che molli giovani, addirittura, si firmano in caratteri latini e non in cirillico. «Talune delle lettere che ricevo — scrive la Lesolo — sono sature di parole inglesi». Ed è, secondo lei, un grave problema: l'adozione da parte della gioventù sovietica di mode straniere — peggio se americane — significa l'abbandono di «ideali nazionali e sociali» a favore di inquinamenti «degenerali». Bene riassumendo gli umori dei non più giovanissimi, i quali vedono l'ingresso dell'inglese russificato con lo stesso amore che suscita in Occidente il gergo dei giovani punk, la Losoto rivolge un monito ai suoi lettori: «Tagliare i pli che vi legano a una nazione e a una società le quali vi hanno dato tutto il possibile è un'autodecapilazione, un'autodistruzione». Ma, forse, molti giovani russi non concordano con le sue premesse. Di fallo, lo spiraglio aperto dalla stampa ufficiale sovietica sul problema del linguaggio usalo dai giovani rientra in quella vasta campagna che da anni mira a dimostrare l'assurdità di ogni moda d'importazione, nella lotta costante contro l'inquinamento culturale ai danni di quella chimera che rèsta l'uuomo nuovo» sovietico. La stessa stampa ufficiale, però, è almeno linguisticamente vittima dello stesso vizio. Sporismen è ormai parola d'uso corrente in campo sportivo, finalnyj match significa senza dubbio incontro di finale, basketbolnyj turnir non può essere che torneo di pallacanestro. Ma almeno, sembra concedere la Losolo, per i giornalisti sportivi quel linguaggio non rappresenta — al contrario di quanto avviene fra i giovani — un biasimevole ed automatico amore per lutto quanto è occidentale. L'elitismo della gioventù sovietica, che si esprime attraverso i beni di consumo occidentali ottenibili quasi esclusivamente a borsa nera, è uno dei fenomeni che maggiormente preoccupa l'Urss di Andropov, e disturba i sonni dell'ideologo Ccrnenko. C'è un magnifico neologismo per indicare quei generi, ed è firmennyj leibl (la prima parola, si è già visto, viene da fimi, marca; la seconda da label, etichetta; quindi etichetta di marca). Lo stesso firmennyj si è evoluto, c oggi indica qualsiasi prodotto occidentale e quindi desiderabile; ugualmente dzhayvisisach (dalla sigla elettronica giap-' poncsc jvc) sta per tutti gli impianti sterco. Con qualche sforzo, forse, la moda del frutto «esotico» potrà essere estirpata. Ma non la trasformazione — sia pure privata degli attuali eccessi — della lingua. Cortemaggiore, dopo gli sforzi di Mussolini, è ridiventata Courmayeur, ed è difficile vedere in quale altro modo i russi possano chiamare la pop kultura o i gangstery. Senza parlare dei benefici dcll'anglicizzazione, che hanno consentito a una impronunciabile vychislitelnaja mashina di diventare un più abbordabile compjuter. Fabio Galvano

Persone citate: Andropov, Mussolini

Luoghi citati: Cortemaggiore, Courmayeur, Mosca, Urss