Marocco, sarebbero più di cento le vittime nella «rivolta del pane»

Marocco, sarebbero più di cento le vittime nella «rivolta del pane» La popolazione esasperata dagli aumenti dei prezzi: è il contagio tunisino? Marocco, sarebbero più di cento le vittime nella «rivolta del pane» MADRID — Sarebbero più di cento le vittime della «rivolta del pane» scoppiata in Marocco. Nel silenzio ufficiale di Rabat (re Ilassan parlerà stasera alla nazione) le notizie rimbalzano da Menila, l'enclave spagnola sulla costa marocchina, che dista solo 14 chilometri da Nador, uno degli epicentri della protesta. Ma gli incidenti si sono estesi a molte altre località: da Marrakech a Tetuan, da Oujda a Meknes. Le prime proteste sono scoppiate il 5 gennaio a Marrakech dopo l'annuncio di un nuovo aumento dei prezzi di molti generi di prima necessità. La scintilla che, tre giorni fa, ha riacceso gli incidenti e venuta, però, dagli studenti che sono scesi in piazza a Nador per protestare contro l'aumento delle tasse scolastiche per i licei. Ai dimostranti che gridavano «Il popolo vuole vivere», «Basta con gli aumenti» si è opposta la polizia che ha sparato contro la (olla. NOSTRO SERVIZIO PARIGI — Anche il Marocco è stalo contagiato da quella -rivolta del pane- che in Tunisia, dopo incidenti e vittime. Ita costretto il governo ad annullare gli aumenti dei prezzi di molti generi alimentari di prima necessità. Le cause sono le stesse: la miseria di almeno la metà dei venticinque milioni di marocchini che sopravvivono in condizioni spesso disperate. E non si può nemmeno escludere che la protesta sia stata incoraggiata proprio dalla vittoria ottenuta dalla rivolta in Tunisia. In Marocco i prezzi di quasi tutti i prodotti di prima necessità hanno subito un primo aumento nell'agosto scorso: lo zucchero del 18%. l'olio del 30%, il burro del 67%. la farina del 35%. Un altro rincaro c'è stato all'inizio di gennaio e un terzo se ne annuncia. Il Paese sta vivendo una crisi economica che non ha cessato di aggravarsi dopo 1' inizio del conflitto nel Saha- ra occidentale, nell'autunno del '75. Duramente colpito dalla siccità nel '79 e nell'81. il Marocco è stato danneggiato. nell'83. dal crollo dei prezzi dei fosfati dei quali è il terzo produttore (dopo Usa e Urss) e il primo esportatore, e dalle restrizioni poste dalla Cee sulle importazioni dal Marocco di frutta e di tessili. Il governo di Hassan è stato costretto a tagli severi delle spese pubbliche, a svaluta¬ re il dirham e ad adottare numerose misure di austerità per adeguarsi alle raccomandazioni del Fondo monetario internazionale e poter accedere, cosi, a nuovi prestiti. Tra l'altro. Rabat ha chiesto al «Club di Parigi» la ricapitalizzazione del suo debito estero che ha raggiunto gli 11 miliardi di dollari nel 1983. Se a questo quadro si aggiunge il crescente esodo dalle campagne, che ha avuto come risultato lo svilupparsi di enormi bidonvilles attorno a Casablanca (capitale economica del Paese) e alle altre città, si comprende come la situazione possa essere considerata davvero esplosiva. Nessuno in Marocco ha dimenticato la rivolta di Casablanca, nel giugno cicli'81. che costò 65 morti e 110 feriti, secondo le cifre ufficiali, e un numero dieci volte superiore di vittime, secondo l'opposi- zione- p.b. (<>p> righi i-t* Mondi-'» t- per l'Italia il.a Stampa» SPAGNA H,-i,rri'RB^5J| *■/ - - -A Ijja * s.iièl . fy. r RABAT* Mèknès ''■} -(MAROCCO Mnrrakiich ■ ,.a Ag<njtr IFNf §

Persone citate: Saha