L'elevato costo del denaro negli Usa ora minaccia di bloccare la ripresa di Ennio Caretto

L'elevato costo del denaro negli Usa ora minaccia di bloccare la ripresa Tutti gli economisti ammoniscono il presidente Reagan a ridurre il deficit pubblico L'elevato costo del denaro negli Usa ora minaccia di bloccare la ripresa A dicembre '83 è rallentata la crescita dei consumi - Si teme una crisi nell'85 - Proposte più tasse sui prodotti petroliferi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Dicono che ieri, apprendendo dell'Intervista del suo ministro del Bilancio Stock man a Fortune, Reagan lo abbia apostrofato alla Cesare: .Tu quoque...». 11 lamento presidenziale si riferiva a una inquietante previsione dell'enfant prodige del suo governo, e cioè che i tassi d'interesse negli Stati Uniti minacciano di restare troppo alti e non solo di frenare la ripresa dell'economia, ma addirittura di causare una. nuova recessione. La previsione non era la prima né l'ultima del genere: la stanno facendo da tempo, uomini cosi diversi come il consigliere economico della Casa Bianca Martin Folcisi eia e 11 governatore della1 Riserva Federale, Paul Volcker. Essa si riferisce non tanto all'84, che dovrebbe godere ancora dello slancio dell'83, ma all'85, in cui le cassandre incominciano a identificare un anno di crisi. Né Stockman, né Feldsteln né Volcker sono tipi da parlare a ruota libera. I loro dubbi scaturiscono dal fatti. A dicembre, 1 consumi sono aumentati solo dello 0,1 per cento rispetto al mese precedente — un fiasco, data la stagione natalizia —. Una delle due industrie trainanti, quella edile — l'altra, dell'auto, va a goìv fic vele — ha denunciato ad dirittura un calo del 5 per cento della produzione. Per la seconda settimana consecutiva, a Wall Street il mercato è in ribasso. La bilancia commerciale ha accumulato un deficit di circa 80 miliardi di dollari, oltre 135 mila miliardi di lire: l'associazione degli esportatori ha inoltrato una protesta contro l'apprezzamento del dollaro, che ha reso 1 loro prodotti poco competitivi, e quindi con tro gli alti interessi. -Da adesso — ha ammonito—ogni miliardo di dollari perso nell'e xport vorrebbe dire 20 mila posti di lavoro In meno». L'economista Paul McCra cken, che aveva 11 posto di Feldsteln sotto il presidente Nixon, ha additato un altro pericolo: dallo scorso agosto, gli aggregati monetari sono saliti solo dell 1-2 per cento, contro il 13-14 per cento della mela anno precedente. «Da un'impostazione inflazionistica siamo passati a una deflazionistica — ha detto McCracken —11 credito all'industria privata va allargato: abbiamo infatti stabilizzato 1 costi di lavoro e recuperato la produttività». L'economista tuttavia si è guardato dal fare un processo alla Riserva federale: «Paul Volcker — ha aggiunto — è il primo a denunciare la scarsa crescita del circolante e gli interessi alti: ma non può cambiarli finché non viene intaccato il deficit pubblico». E' il giro vizioso della reaganomlcs: da qualsiasi punto vi si entri, li labirinto porta al disa- vanzo del bilancio. Alla rivista Fortune, David Stockman, che due anni fa causò una tempesta con dichiarazioni analoghe al mensile Atlantic, ha spiegato chiaro e tondo che -non rimane nulla da tagliare dalla spesa. Chi pensa di poter imporre nuovi sacrifici è un sognatore» ha asserito riferendosi al colleglli della Casa Bianca. Per non inimicarsi 11 presidente ha evitato di aggiungere che bisognerebbe ridurre il bilancio militare e accrescere le tasse, come viene invece dicendo apertamente Feldsteln, se si vuole davvero pareggiare il bilancio dello Stato. In compenso ha affermato che soltanto ridimensionando 11 deficit si potranno abbassare 1 tassi d'interesse, e si potrà garantire 11 mantenimento dell'espansione economica. In caso contrarlo, ha concluso, essa sarà di breve durata. Feldsteln è stato più esplicito, come indicato. Il consigliere economico della Casa Bianca ha posto In rilievo che dal disavanzo di 195 miliardi di dollari dell'83. circa 330 mi-, la miliardi di ilre, nelle intenzioni di Reagan gli Stati Uniti dovrebbero passare a uno di 100 miliardi di dollari, 170 mila miliardi di lire nell'88. «Senza misure dirette a questo scopo —ha ammonito — tale dimezzamento sarà impossibile». Feldsteln si sta battendo affinché nel bilancio preven¬ tivo dell'85 sia inserita una sovrattassa di 5 dollari per ogni barile di petrolio, e sia aumentata del 5 per cento l'imposta sul reddito. A suo parere l'effetto deflazionistico del provvedimenti, che ridurrebbero 11 deficit a 150 miliardi di dollari, verrebbe ricompensato da un automatico ribasso del tassi d'interesse. Paul Volcker, ha confidato Feldsteln, non sta aspettando altro. Che accadrebbe al dollaro, e quindi alle monete europee? La Riserva federale si aspetta un deprezzamento marginale della valuta Usa, 11 5-6 per cento, nulla di più grave, perché il vigore dell'economia supplirebbe all'eventuale ritiro di una parte del capitali europei affluiti sul mercato americano negli ultimi anni. La mlnlscossa avrebbe d'altronde un effetto benefico in campo internazionale: stabilizzerebbe i mercati monetari, consentirebbe il decollo delle economie in Europa, e allontanerebbe 11 rischio di una recessione in lutto 11 mondo, soprattutto di un crack del Paesi terzi più gravemente inde- bltatl. Ennio Caretto 1964 1965 1966 1967 1968 1969 1970 1971 1972 1973 1974 1975 1976 1977 1978 1979 1980 1981 1982 1983 Nel grafico è evidenzialo l'indice della produzione industriale durame le ultime cinque presidenze americane

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