Il direttore del Corriere condannato a 5 mesi per avere diffamato Craxi

lì direttore del Corriere condannato a 5 mesi per avere diffamato Craxi Alberto Cavallari dovrà inoltre versare 100 milioni alla fondazione Tobagi lì direttore del Corriere condannato a 5 mesi per avere diffamato Craxi E' stato invece assolto dalla stessa accusa nei confronti di Salvo Andò, perché il tribunale di Roma ha riconosciuto che ha agito «in stato d'ira determinato da fatto ingiusto» ROMA — Novanta minuti in camera di consiglio e Carlo Serrao. il presidente, alle 14.50 legge veloce la sentenza. • In nome del popolo italiano il Tribunale Alberto Cavallari, direttore del Corriere della Sera, il gomito destro appoggiato alla transenna che separa la panca degli imputati dall'aula, ascolta impassibile. Serrao va in fretta: «... condanna Cavallari Alberto a mesi cinque di reclusione con il beneficio della condizionale per diffamazione aggravata nei confronti di Craxi Benedetto Condanna, dunque. Condanna «a/fresi al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di lire cento milioni Saranno destinati — «e qualcuno dirà che è retorica-, aveva anticipato il legale rappresentante di Craxi — alla •Fondazione Walter Tobagi-. Ma Serrao non ha ancora concluso la lettura: • Visto l'articolo 599 assolve Cavallari Alberto dal reato di diffamazione a danno di Andò Salvatore...-. L'articolo 599 dice che non 6 punibile il reato commesso -nello stato d'ira determinato da fatto ingiusto: Il Tribunale se ne va e l'aula si svuota in fretta. Il deputato Salvo Andò, che aveva accusato Cavallari di -cooptazione- piduista, non commenta: -E' per una questione di buon gusto-. Franco Coppi, difensore di Cavallari: -Ricorreremo in appello-. Il direttore del Corriere intanto è nel corridoio che porta all'uscita, 11 loden abbottonato, le mani In fondo alle tasche. Contento proprio non è: «JVon ?ni piace, non mi piace...; ripete. E' una sentenza che già accende discussioni, pareri discordi. Resta da attendere la motivazione, ma il dispositivo letto dal presidente della VII sezione del Tribunale |>cnale lascia intendere una sorta di mediazione tra le lesi di Andò e Craxi da una parte e quella di Cavallari dall'altra. SI, il direttore del Corriere della Sera ha esagerato nella sua polemica giornalistica nel confronti di Andò: però la sua reazione è comprensibile e non punibile: ha esagerato incomprensibilmente, invece, con il psi e il suo segretario. Lasciato Palazzo di Giustizia, Cavallari si è appartato in un ristorante di piazza Fontanella Borghese. E qui ha scritto 11 testo del suo coni-' mento. •Ho affrontato due querele, due processi, due sen- ' terne — è l'inizio della sua valutazione —. La prima querela e il primo processo tendevano a infangare la direzione del Corriere, sostenendo cfte l'onorevole Andò avesse ragione di affermare che la mia nomina a direttore nascesse da una "cooptazione Gelli-Ortolani"-. •Andò — prosegue Cavallari — esce sconfitto: la sua diffamazione nei miei confronti è provata, l miei articoli sul Corriere contro la sua diffamazione sono stati giudicati come una reazione legittima a un fatto ingiusto. Posso quindi dire di aver difeso l'onorabilità del Corriere, fugando tutte le insinuazioni dei suoi avversari. La seconda querela, sporta da Bettino Craxi, segretario del psi e oggi anche presidente del Consiglio, è approdata invece alla mia condanna per diffamazione grave di un partito^. Cavallari attende la motivazione della sentenza, ma ritiene, comunque, che «si è voluto entrare nel cuore di una questione essenziale: quella del diritto di critica e di rispo-. sta del giornalismo rispetto ai comportamenti del potere politico. Tanto più che i miei giudizi sul psi erano stati provocati dalla diffamazione-. Se perplessità dopo questa sentenza arrivano dal segretario della Fnsi Sergio Borsi (•la doppia motivazione appare a prima lettura abbastanza contraddittoria-), non manca il consenso del psi. che in aula aveva chiesto un risarcimento danni di 300 milioni. -La cosa più importante in tutta questa vicenda — ha dichiarato Salvo Andò, che si è detto "sorpreso" delle affermazioni di Cavallari — è che il mio partito esce da essa vincitore. Chi aveva voluto offendere gravemente il psi, prendendo a pretesto una presunta ingiuria, è stato giudicalo diffamatore. Ogni ulteriore commento mi pare superfluo. L'unica co-' sa incontestabile, infatti, nella ridda di interpretazioni piùo meno polemiche di questasentenza, è che il direttore delpiù grande giornale italiano sia stato giudicato da un tri-' bunale della Repubblica come diffamatore: g". c.

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