Il papà dei cuori malati piemontesi

Il papà dei cuori malati piemontesi Il papà dei cuori malati piemontesi Il prof. Termet di Lione è venuto per una conferenza e ha trovato molti ex clienti - Un • pace-maker nucleare in una ragazza di 17 anni - Dieci trapianti, ma non ne è convinto Massiccio e sorridente, accoglie a braccia aperte il colonnello che è andato a salutarlo nell'atrio dell'albergo vicino a Porta Nuova dove è appena sceso. «Mi ha ridato la vita*, lo ringrazia l'ufficiale, e racconta l'operazione al cuore di alcuni anni fa. La moglie del colonnello incalza: «Ricorda professore, una stenosi valvolare molto stretta, aveva detto?-. Poi si fa avanti una signora in pelliccia di persiano: il marito, orefice, aveva una malformazione congenita. «Ora va a sciare, lavora, fa vita normale-. Il professore sorridente e un po' paterno (ha 59 anni) è ' Huber Termet dell'ospedale cardiovascolare Pradel di Lione. A Torino e in Piemonte è molto noto. Invitato dal presidente del Lions club di Chivasso dott. Martorano per una conferenza sul futuro della cardiochirurgia, ha incontrato molti ex pazienti che sono andati a salutarlo. Nel cuore di quanti piemontesi ha messo le mani? Non lo sa nemmeno lui, ma dice che il 75 per cento degli italiani operati a Lione sono piemontesi e gli italiani sono ! adesso il 15-20 per cento dei 1500 che vengono operati a cuore aperto ogni anno. Lui fa personalmente 300-350 interventi. Di tutti i tipi: congeniti, valvolari, by-pass aortocoronarici. Oltre all'inserimento di pacemaker. Una ragazza di Torino aveva 17 anni, nel '77, quando le applicò la macchinetta che regola 1 battiti del cuore. Si è sposata, ora é madre. «Le ho applicato un pacemaker eterno, funziona con una piccolissima sorgente radioattiva, un isotopo del plutonio-. Non é pericoloso? «Neanche per idea, dà una quantità di radiazioni inferiore a quella ette riceve chi si sottopone a una radiografie, l'anno. Questi pacemaker li applico solo ai giovani, per chi ha più di 40 anni uso i tradizionali-. I costi? Calcola in franchi mentre il dott. Sebastiano Conio, torinese, suo collaboratore, fa i conti: 4 milioni quello al plutonio, 2 circa il tradizionale. E- quanto costa, nel complesso, un intervento a Lione? «Mediamente un'operazione al cuore richiede una degenza in reparto di 15 gior¬ ni. La retta, comprese operazione, valvole e medicine, è di 4 mila franchi il giorno. Più o meno, il costo di un intervento sfiora i 12 milioni-. Ha fatto anche una dozzina di trapianti (costo, 60 milioni), ma non ne è troppo entusiasta: «Se dici a un uomo che devi cambiargli il cuore, lo distruggi psicologicamente. E poi resta sempre in paurosa attesa del rigetto. No, per il trapianto ci vuole un kamikaze-. Allora, il futuro sarà il cuore artificiale? «Soltanto V America potrà realizzarlo. Ma " problema è l'energia per un'energia inter-' il muoverlo na-. Nucleare? «Alle conoscenze attuali occorrerebbe un congegno troppo grosso e troppo pesante. Il cuore artificiale non è un pacemaker-. Quello di Lione è uno dei quattro -ospedali del cuorefrancesi (gli altri sono a Lilla, Bordeaux, Nantes), ha 450 letti, dieci sale di emodinamica. Huber Termet ricorda 11 prof. Dogliotti, al tempi pionieristici della cardiochirurgia, nella sala rianimazione di Lione. «Era un grand' uomo, un grande maestro-. Si era battuto, a Torino, per un •ospedale del cuore-, ma non é riuscito a smuovere l'indifferenza politica, E ora il Piemonte continua a essere tributario all'estero (Lione, Marsiglia, Nizza) per le operazioni che non riesce a smaltire pel Centro torinese. Con tutto ciò, anche Lione ha una lista d'attesa lunga due mesi. Domenico Garbarino

Persone citate: Dogliotti, Domenico Garbarino, Huber, Martorano, Massiccio, Sebastiano Conio