«Una riserva naturale trasformata in poligono di tiro per l'esercito » di Giuliano Marchesini

«Una riserva naturale trasformata in poligono di tiro per l'esercito » Belluno, il Wwf denuncia presunti sconfinamenti della brigata Cadore «Una riserva naturale trasformata in poligono di tiro per l'esercito » DAL NOSTRO INVIATO BELLUNO — Il WWF è impegnato in una .battaglia» nel Bellunese. Conflitto ecologico con 11 comando della brigata alpina Cadore: gli esponenti del Fondo mondiale per la natura contestano all'autorità militare uno «sconfinamento» di alcuni reparti in attività addestratlva in una zona di riserve naturali. Il responsabile della sezione del WWF di Belluno, Paolo Samplerl, ha spedito lettere al ministri dell'Ecologia, Biondi, e dell'Agricoltura e delle foreste, Pandolfi. Secondo le voci raccolte e confermate, ha scritto Samplerl a Biondi, «per ben tre volte reparti della brigata Cadore in esercitazione, forti di centinaia di uomini, sono entrati nei territori delle riserve Monte Pavione, Vette Feltrine. Piani Eternt-Errera-Val 'Falclna». Aggiunge il rappresentante bellunese del Fondo mondiale per la natura che all'ingiunzione delle guardie forestali di abbandonare immediatamente 11 territorio delle riserve, il comandante della Cadore, generale Jean, rispondeva sostenendo il diritto di utilizzare la vasta area delle riserve naturali bellunesi «j>er marce, esercitazioni e come poligono di tiro». 'Ella, responsabile di un dicastero sul quale si appuntano le sperarne certamente fondate delle associazioni protezionistiche e di tutti indistintamente gli amanti della natura, comprenderà certamente la gravità di quanto è accaduto-, dice Samplerl al ministro dell'Ecologia. E rileva le conseguenze dell'«intrusione» del reparti alpini in quest'area che dovrebbe es-, sere oggetto di tante premu-; re: disturbo degli animali,' che dandosi alla fuga fuori dai confini delle riserve finiscono sotto il tiro dei cacciatori, e poi aumento dei pericoli di incendio, tracce lasciate dal passaggio di tanti uomini. «Tutto ciò è la premessa per far naufragàré^defiiittlììa^ mente quello che è stato fatto finora per là protezióne àegì( ambienti delle Dolomiti bellunesi e per far tramontare l'idea stessa del parco. I militari della brigata Cadore possono e devono trovare dei siti più adatti per le loro esercitazioni,». Qui si aspetta ancora la costituzione del parco nazionale delle Dolomiti bellunesi, per il quale il disegno di legge prevede un'estensione di 30 mila ettari. . Questo parco — dice Nadia Mioranza, del WWF — poteva essere realizzato almeno dieci anni fa. Invece, per vicissitudini burocratiche, non s'è fatto niente. Ci sono già circa. 1,7 mila èttari di riserve naturali statali, in questo territorio: quindi, non dovrebbe essere difficile mandare avanti il progetto». Aggiunge un'altra esponente del Fondo mondiale per la natura, Ivana Dell'Agitola: -Una delle nostre più grosse battaglie è questa, per il parco nazionale delle Dolomiti bellunesi. Certo, alcune difficoltà nascono dalla burocrazia. Ma ci sono altri ostacoli, come quelli costituiti da reparti di alpini che iwnno a fare esercitazioni in riserve, Le zone in cui gli uomini della Cadore svolgono «aMivitù addestratlva» fanno parte della rete europea di riserve biogenetiche, che è sotto 11 controllo del Consiglio d'Europa. In questi angoli di natura che dovrebbe restare incontaminata vivono circa 1500 camosci, centinaia di caprioli: e cervi, alcune coppie di aquile, galli forcelli e cedroni, altri animali bisognosi di protezione. Dice chi si occupa delle riserve: -E' facile disturbare la fauna ». E la polemica nei confronti del generale Jean è piuttosto dura: «Si è 7>iesso in mente che le riserve naturali siano delle ottime aree per l'addestramento». Al comando della brigata Cadore si tende comunque a smorbare i contrasti. «Noi non facciamo niente di particolare, dentro quelle riserve. Ci vanno anche migliaia di civili». E ci mostrano lui manifesto che propaganda escursioni in elicottero su quel territorio, sul Monte Pavione. «Per quale motivo non possono andarci anche gli alpini, a fare delle semplici marce?». Perché, si precisa al comando della Cadore, soltanto di marce si tratta. «Assurdo parlare di poligono di tiro in una riserva. Da una trentina d'anni c'è un poligono sul greto del fiume Mis. E le cosiddette campagne di sgombero vengono concordate con i comitati paritetici, di cui fanno parte rappresentanti della Regione Veneto. Può darsi che qualche proiettile di rimbalzo finisca nella riserva: ma è chiaro che si prendono tutte le misure di sicurezza». E lo scompiglio, le fughe degli animali? «Non si vede perché un animale debba spaventarsi vedendo una tuta mimetica e non, per esemplo, alla vista di un maglione rosso indossato da un turista». Giuliano Marchesini Ponte nelle Alpi Marostlca I Il tratteggio indica i confini del futuro parco nazionale

Persone citate: Biondi, Nadia Mioranza, Pandolfi, Paolo Samplerl, Pavione

Luoghi citati: Belluno, Cadore, Ponte Nelle Alpi