E' morta la figlia di Carapellese da 12 anni prigioniera della droga di Paolo Lingua

E' morta la figlia di Carapellese da 12 anni prigioniera della droga Per collasso a Genova, l'autopsia dirà se le è stata fatale una dose E' morta la figlia di Carapellese da 12 anni prigioniera della droga NOSTRO SERVIZIO RAPALLO — Il calvario di tossicodipendente di Daniela Carapellese, 31 anni, figlia dell'ex ala sinistra della nazionale, del Torino, della Juventus e del Genoa, Riccardo Carapellese, è durato quasi dodici anni: è morta alle 6 di ieri mattina, al Pronto soccorso dell'ospedale di Rapallo, pochi minuti dopo il ricovero. Il referto provvisorio parla di collasso cardiocircolatorio provocato da cause non accertate. Non si può ancora dire se 1' I abbia stroncata un «buco.,1 oppure se il suo cuore, sfibrato dalla droga, abbia ceduto di colpo. Sembra, dalle prime indagini, che non siano state trovate tracce di siringhe o di droga nella sua camera, e che sulle sue braccia non vi fosse segno di iniezioni recenti. Tutto comunque sarà chiarito nei prossimi giorni, con l'autopsia ordinata dal preto-( re. Intanto la Squadra Mobile indaga tra gli spacciatori della zona, per individuare amici e conoscenti di Daniela e ricostruire le sue ultime ore, fino a scoprire da chi eventualmente avesse acquistato una dose fatale. L'ultimo atto del dramma di Daniela si è svolto nell'abitazione dei genitori, a Rapallo, in via Arplnatl 31, dove lei viveva ridotta a un'ombra della splendida miss che all'inizio degli Anni Settanta fu spesso fissata in immagini dai fotografi ai bagni Lido. Abitava con padre e madre, che l'hanno sempre alutata e protetta, e il fratello minore, Massimo. La giovane donna non sarebbe uscita di casa la sera di martedì Alle 5,30 del mattino, la madre, Costanza, si è svegliata in preda a inquietudine: forse nel sonno aveva avvertito un lamento. E' entrata nella camera della figlia e l'ha trovata In agonia. ' La luce era accesa. La corsa in ambulanza all'ospedale di Rapallo è stata inutile: Daniela è giunta al Pronto soccorso priva di vita. La famiglia si è chiusa nel dolore. Da dodici anni, dal primo ricovero della ragazza, la loro esistenza era scandita dalla lotta contro la droga. Riccardo Carapellese, du quando si era ritirato dal calcio (gestisce a Oenova un negozio di coppe e medaglie), cambiò più volte abitazione, sempre per i problemi della figlia. Da qualche anno si era spostato da Oenova a Rapallo, perché qui la questura aveva fissato la residenza obbligatoria per la ragazza. Ricorda l'ex calciatore: «Sperano di mandarla in Svezia, perché il mio amico Gren, con il quale ho giocato nel Genoa nell'ultima stagione della mia attività, mi aveva parlato di un istituto di recupero dalle terapie efficaci, quasi miracolose. Invece non c'è più nulla da fare-. Il nome di Daniela Carapellese comparve nelle cronache nel gennaio 1972, quando fu accompagnata dai genitori, per la prima volta, in ospedale, già tossicodipendente. Si seppe che era stato il giovane di cui era innamorata, Andrea BaccareCda Boy,' figlio del direttore della clinica dermatologica dell'Università di Oenova, a iniziarla alla droga. Prima erba, poi eroina. Una storia come tante. Nel '73, nel '74 e poi ancora nel '76, Daniela fu denunciata, arrestata, incarcerata, condannata per spaccio e detenzione di droga o per reati comuni — furto, truffa — commessi per procurarsi gli stupefacenti. Dopo l'ultima scarcerazione, nel '76, tentò 11 suicidio, fu salvata in extre mis. La ragazza rese una drammatica tegm<mmmmm cesso contTO3accaredda airinizlò'ffegll XfinTSettknTa, quando finirono sul banco degli accusati molti giovani dell'alta borghesia genovese, tutti incensurati. Il gruppo aveva organizzato un traffico in grande stile di hashish ed eroina tra l'Olanda e l'Italia. Anche Baccaredda Boy, dopo aver scontato una prima dura condanna, venne poi arrestato per furti e rapine. Daniela sembrò decisa a chiudere con 11 passato. Si sottoponeva a cure disintossicanti, si faceva ricoverare, sempre con l'affettuoso aiuto del genitori. Partecipava a : una comunità per il recupero del drogati, ma continuava a vedere gli amici di un tempo, quelli con la bustina in tasca. Dalle indagini emerge che frequentò per un certo periodo anche Flavia Sulfaro, ragazza della buona borghesia genovese, morta due anni fa per overdose. Della figlia del celebre asso degli Anni Cinquanta — ispesso portata in campo i come mascotte — non restavano ormai, su un volto scavato e consumato, che due grandi occhi, gli stessi già malinconici che si colgono nella sua foto più diffusa: sognante adolescente abbracciata a un ombrellone chiuso su quella spiaggia del Lido dov'era la teenagers più corteggiata. . Paolo Lingua T Genova. Una immagine di Daniela Carapellese, figlia dell'ex calciatore, ritratta in questura dopo un «fermo» (Tel. Ansa)

Persone citate: Andrea Baccarecda, Carapellese, Daniela Carapellese, Flavia Sulfaro, Gren, Riccardo Carapellese

Luoghi citati: Genova, Italia, Olanda, Rapallo, Svezia