Reagan: ora con Mosca ci vuole «un po' di diplomazia segreta»
Reagan: ora con Mosca ci vuole «un po' di diplomazia segreta» Prime caute reazioni al discorso di Gromyko alla Conferenza Reagan: ora con Mosca ci vuole «un po' di diplomazia segreta» Il portavoce della Casa Bianca: «Quella del ministro sovietico è una risposta, non la totalità delle risposte che potrà darci il Cremlino» - Mediazione di Kissinger? DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — La Casa Bianca ieri ha reagito cautamente al discorso di Oromyko a Stoccolma, rinviando un commento esauriente a oggi, dopo che avrà ricevuto un rapporto da Shultz. E' chiaro tuttavia che, al di là della rigidità formale dell'Urss, Washington continua a sperare in una ripresa del dialogo tra le superpotenze, sebbene lenta e faticosa, e soprattutto mantiene 11 proprio Impegno al disarmo. Parlando brevemente ai giornalisti, durante un incontro col premier della Malaysia, Mohammad, il presidente Reagan ha dichiarato: iNon ho avuto l'oppotunità di aggiornarmi sull'intervento del ministro sovietico. Non esprimo perciò un giudizio-. Il suo portavoce Speakes ha aggiunto più tardi: 'Quella di Oromyko è una risposta, non la totalità delle risposte che il Cremlino potrà darci». La voluta cautela dell'Amministrazione repubblicana nel confronti dell'interlocutore russo non diminuirà nei prossimi giorni. Stando al Dipartimento di Stato, il presidente è giunto alla conclusione che sia opportuna «un po' di diplomazia segreta». Quanto avverrà pubblicamente tra Stati Uniti e Urss potrebbe essere molto diverso da quanto si svolgerà dietro le quinte. A Washington continuano a correre voci di piccole aperture compiute da Shultz verso Oromyko — ad esempio la fine del bando contro i voli delYAeroflot in territorio americano — e di una mediazione clandestina di Kissinger, che Ieri era a Stoccolma, ufficialmente per colloqui col premier svedese Palme. Queste impressioni sono state confermate dal negoziatore Usa per le armi di teatro a Ginevra, Nitze, che martedì pomeriggio ha conferito con Reagan alla Casa Bianca. Nitze ha detto che «pur sema concessioni di principio, gli Stati Uniti sono alla ricerca degli strumenti migliori per indurre l'Urss a tornare alle trattative». Egli ha escluso una fusione tra i negoziati sulle armi di teatro e quelli sulle armi strategiche «perché rendererebbe le cose più. difficili e non sarebbe in realtà nell'interesse americano». Ma ha aggiunto di non considerare un'aggravante inaccettabile l'introduzione di nuovi mis¬ sili in Oermanla Orientale e In Cecoslovacchia: 'Agli effetti dell'equilibrio In discussione per l'Europa non fa molta differenza». Nitze non ha nascosto che le speranze di un sollecito recupero dello «spirito di Ginevra» sono fievoli, ma ha insistito che non esiste alternativa al disarmo e che l'Urss finirà per prenderne alto. La Ca- sa Bianca ha accennato alla possibilità che riprendano per prime le trattative di Vienna sulla riduzione delle armi convenzionali; che seguano altre sulla messa al bando delle armi chimiche; e che si trovi qualche compromesso per tornare a discutere delle armi di teatro. Nessun segno, invece, di una disponibilità di Reagan a un vertice con Andropov, Sul fronte Interno 11 comportamento guardingo del governo non ha posto tregua agli attacchi di cui il presidente Reagan è oggetto per la sua politica di riarmo. Due ex negoziatori, quello di Nixon, Smith, e quello di Carter, Warnke, lo hanno criticato per la sua pubblica denuncia delle violazioni dei trattati atomici commesse dai sovietici: 'Questi problemi si risolvono in via riservata», hanno detto, »reclamiezarli significa solo dare munizioni a chi è contro il disarmo». I candidati democratici alla Casa Bianca sono inoltre tornati alla carica contro le spese militari, notando che 11 Pentagono ha chiesto per 1*85 finanziamenti per la ripresa della produzione delle armi chimiche e. c.
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