Primadonna fra le rose

Primadonna fra le rose DALLA BELLE EPOQUE TORNA UN LIBRO SUI GIARDINI ITALIANI Primadonna fra le rose Che gran peccato: un'occasione sprecata. L'editore Passigli di Firenze ha pensato — ed ha pensalo bene — di far tradurre e pubblicare il libro di Edith Wharton (scrittrice c romanziera americana vissuta ira il 1862cil 1931) Le.ville italiane e i loro giardini. Non che il libro edito da Passigli non sia slato stampalo nel modo migliore: bella la caria, i caratteri, ricchissima la scelta delle illustrazioni, in bianco e nero c a colori, tra cui alcune poco noie: ma chi conosce l'edizione originale del libro, pubblicato nel 1904 da Bodlcy Head, non può che rimpiangere che non si sia pensato a riprodurre l'opera originale così com'era — era splendida — senza l'intrusione di altre illuslrazioni che non siano quelle del 1904 di Maxifeld I'arrish che ornavano l'originale, se non ricordo male 26, di cui molte a colori. Sir Harold Aclon nell'introduzione all'edizione italiana le considera datate; ma non sono certamente — se di datato è il caso di parlare — meno datate del testo. Dall' epoca in cui la Wharlon scrisse il suo libro ad oggi sono uscite sulle ville dei giardini rinascimentali italiani non poche opere, tra cui quella di Gcorgina Masson, di J. Shoperd e G. Jellicoc, lesjardins dit ivngc di Emanuela Kretzulesku-Quaranta, per non parlare dei molli saggi dedicali ai singoli monumenti da insigni storici stranieri ed italiani, di fronte a cui il testo della Wharlon, che ha un carattere soprattutto descrittivo e non pretende di essere un'opera critico-storica, è ben poca cosa. Nessuno pensa con questo di fare una colpa alla scrittrice. Ma il libro della Wharlon. ove fosse sialo pubblicalo seguendo l'edizione originale, più che costituire una descrizione di quei giardini, poteva essere una testimonianza mollo più fedele della sensibilità con cui era slato visto e vissuto il soggetto — il giardino della villa italiana rinascimentale, toscana soprattutto — dall'autrice e dal suo illustratore clic appaiono — in quella ■— armonicamente conicdue aspetti di un medesimo modo di sentire le cose. Il cenacolo Che può certamente apparire datato alla luce della ricerca storica, ma che proprio perché datato costituisce per lo storico un soggetto degno d'interesse — non tanto le nostre ville quanto il modo come sono stale sentile — perché aggiunge un altro particolare a quel quadro complesso di vita e d'incontro di una numerosa colonia di inlelletttiali inglesi c americani. Era il tempo in cui regnava sovrano ai Tatti Bernard Berenson, in cui quei luoghi, bisogna dire, anche quelle persone costituivano la materia e l'atmosfera di opere narrative come WÌiere Angcls Fear Tiead ( 1905) e A Room wilh a Mr'w(1908)di E. M. Forster, solo per nominarne due. E infatti nella prefazione di Sir Harold Aeton più ancora che dall'opera stessa emergono in unta la loro prepotente possanza di primedonne letterarie (quali in realtà erano) 1" autrice c la sua amica, Vernon Lee (Violct Paget) con i loro giudizi categorici e i facili paradossi ad effetto («/ giardini non hanno niente a che vedere, o non motto, con la mimmo scrive Vernon Lee). E' vero, per esempio, come afferma la Wharton, (cheper godere e apprezzare l'arte del giardino all'italiana .si deve sempre tener presente che essa non si basa sulla coltivazione dei pori», ma è altrettanto erralo — come si è fatto da molte parti, probabilmente anche suggestionati dagli scritti di autori, come la Wharton e Vernon Lec, i quali reagivano, anzi intendevano reagire, al gusto allora ancora prevalente e dominante del giardino all'inglese (ma la loro operazione era puramente intellettualistica ed elitaria e servi soltanto a dare origine a quello stile neo-rinascimen¬ tale d'esportazione di cui abbiamo diversi esempi in giardini inglesi ed americani di quel tempo): dicevo che è altrettanto sbaglialo pensare al giardino rinascimentale italiano senza colori né fiori : basterebbero le moltissime testimonianze pittoriche dell' epoca, per non parlare delle letterarie, a provare il contrario. Luci attenuate Come è ancora la sua sensibilità crepuscolare che spinge Vernon Lee a pensare (cosa che contesta anche Aeton) che i progettisti e i proprietari originali traessero soltanto un piacere limitato dai loro giardini; è sempre il vecchio equivoco di scambiare lo scenario a luci attenuate — ed amarlo così — dopo che s'è svolto l'ultimo atto, per il dramma o la commedia cui è servito da spazio. Il torto più grave di questa edizione resta comunque di aver eliminato le illustrazioni di Parrish ed in omaggio al formato di averle — le poche riprodotte — tanto malamente ritagliate e mutilate, che si possono dire rovinate. E infine ancora di aver tralasciato' . la sia pur scarna bibliografia e le sia pur sommarie notizie date dall'autore sugli artisti che quei giardini hanno crea-> ' to. > Ippolito Pizzetti

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