Il kolossal su Wagner? Uno show

Il kolossal su Wagner? Uno show Il kolossal su Wagner? Uno show Impegno massiccio, ma compromesso deludente tra biografia non oleografica e divulgazione Impressioni sulla nona e ultima puntata di Wagner in onda stasera su Raiuno: cantiere di Bayreùth con Wagner che dirige tutto e chiede soldi a tutti; il musicista che va in bestia a sentire il nome di Brahms e che strapazza Nietzsche; pazzia galoppante di re Ludwig che assiste a L'oro eie) Reno con gli occhi testa immaginali-. | àii mVESéfV'dtiftnc sott'acqua" con generose chiappe ignude e fiorenti poppe: l'abate Liszt die gioca a briscola con Wagner e sembra uno scemo; Venezia, Siena, Rovello; la morte, i funerali... Così termina un kolossal die più kolossal di cosi, sotto ogni punto di vista, non poteva essere. Sulla sontuosità niente da eccepire: luoghi autentici, ricostruzioni accuratissime, coslumi splendidi. Si sono arruolati attori di fama risonante a cominciare dal protagonista Richard Burton (dopotutto un mattatore non scatenato: probabilmente Wagner lo era più di lui) cui sono stati affiancati Vanessa Redgrave. Laurence Olivier, John Gielgud e poi Marthe Keller e Ronald Pick-up (il Verdi di Castellani, qui nei puniti di Nietzsche). E alla direzione della colonna sonora è stato chiamato un maestro quale George Sotti. Dal canto suo, il regista Tony Palmer ha sfoderato grosse ambizioni: valendosi di una fotografia eccellente, ha realizzato eleganti quadri d'epoca immersi iti una luce ora calda ora -diafinta e si è sbizzarrito, sin,troppo, in sequenze nervose e in tutta una gamma di inquadrature dal sotto in su, dall'alto in basso. di sghembo ecc. ecc. L'impegno è stato massiccio su ogni fronte. E i risultati? Concesso il riconoscimento ai valori formali, c'è da dire che il kolossal è apparso dominato e "travagliato da una costante incertezza, ossia dal compromesso tra una biografia non oleografica, in prospettiva, estrosa, affidata anvite alia pìvvbógfònc'dtiiih^ maginiuèdté'come 'iap^pirntl'» o -suggerimenti», e la necessità di condurre attraverso il l'ideo per milioiti di spettatori itila dettagliata opera di informuzibne e divulgazione. Ma il compromesso, al solito, ha generato'un pateracchio, seppur lussuoso e di livello raffinato. Da una parte il tentativo di scavare il titanico protagonista è rimasto a mezz'aria, e con parecchie presunzioni (su modelli vagamenti- atta, ^Visconti e alla Ken Russell): dall'altra itoti ha funzionato bene la divulgazione che si è sbriciolata in personaggi stereotipati -da sceneggiato» 'e- in notizie frammentarie e, insufficienti noti legate da un preciso discorso musicale di fondo (che per altra non ha avuto un supporto adeguato di brani). Chi in Wagner non era ferrato, di Wagner, del suo genio e della sua megalomania, della sua grandezza incontestabile e del suo'egotxiho meschino non ha potuto capire mólto. Dopo nove puntate di ko lossul gli conviene leggersi una voce di enciclojtcdia o un capitolo di storia della musica, e asvoltare dei dischi, ite trarrà per la-sua cultura un giovamento maggióre. Uro Buzzolan

Luoghi citati: Siena, Venezia