Tokyo sul «treno» della ripresa boom delle esportazioni nell'83 di Vittorio Zucconi

Tokyo sul «treno» della ripresa boom delle esportazioni nell'83 L'industria del «iliade in Japan» nel mondo fattura 238 mila miliardi di lire Tokyo sul «treno» della ripresa boom delle esportazioni nell'83 DAL NOSTRO CORRISPONDENTE TOKYO — Puntuale e preparato, ancora una volta primo della classe, il Giappone si presenta allo sportello della ripresa economica internazionale e incassa i giusti dividendi della propria seria organizzazione socio-industriale: nell'anno appena chiuso. l'B3, che ha visto profilarsi (neppure consolidarsi) gli albori di un nuovo ciclo economico positivo, l'industria del "iliade in Japan» ha venduto nel mondo per un totale di 139,8 miliardi di dollari, al cambio attuale pari a oltre 238 mila miliardi di lire. Lo dicono le cilre ufficiali dilfuse venerdì scorso dal ministero del commercio e dell'industria (Miti). Il secondp miglior risultato dopo il record storico di 148 miliardi riell'81. Più che mai perfetto «animale economico... il Giappone sta dunque profittando delle nuove, favorevoli circostanze internazionali. Innanzitutto la forza del dollaro, che men- tre in Europa è vissuta come quotidiana .Caporetlo.. finanziaria, consente invece all'«economiadi scala» nipponica di mantenere altissima la competitivita dei prodotti, specialmente sul mercato americano, all'ombra dello yen sottovalutato. Poi la ripresa dei consumi, che ha trovalo gli esportatori di Tokyo pronti con gli inventari e i prezzi necessari per soddisla>re la domanda. Infine l'arresto e il declino dei prezzi del prst <-olio che ha etfcltivamenl Sotto il conto energetico qui. essendo gli incassi delle importazioni per il 70% In dollari. Cosi, mentre l'introito da esportazione sfiorava i 140 miliardi di dollari, la .Iattura., da importazioni si fermava a 113,4 miliardi, lasciando nelle casse nazionali un utile commerciale di 2G.G miliardi di dollari. Rispetto al 1982. il conto petrolifero e sceso a 36 miliardi di dollari, una diminuzione del 14% che si è tradotta', per quanto a un italiano questo possa apparire incredibile, in una flessione dei prezzi della benzina al dettaglio. L'aVer ridotto l'esborso per il greggio è un risultato tanto più straordinario per essere avvenuto in un anno di ripresa industriale, quando cioè inevitabilmente si registra, in paesi privi di risorse naturali come il Giappone, una crescita dei consuini di materie prime. Al vertice delle esportazioni sta ancora una. volta l'automobile, che ha venduto per un totale di 2H miliardi di dollari, il 3.8% più dcll'82 nonostante le continue professile (li crisi e le crescenti resistenze tarili urie e non tariffarie nei paesi Importatori. Ma i risultati più eclatanti, seppure prevedìbili, sono Ventiti dall'elettronica, che lia visto raddoppiare, in un solo anno. Ir vendite di computarli e salire del 617. le esportazioni di » semiconduttori», i componenti base di ogni apparecchio elettronico. Ancora torte (4 16%) la vendita di televisori e soprattutto videoregistratori, di cui i giapponesi sono in pratica monopolisti, ma qui le prospettive sono appesantile dti massicci stocks di invWJCl!!!-o. Com'era stalo lacile prevedere, nel corso dell'83. i giapponesi si sono dunque messi in condizioni di sfruttare le occasioni ollerle dalla nuova congiuntura economica internazionale, allargando ancor più la distanza clic orinai li separa dalle nazioni industriali deboli, come Italia o Francia. Una distanza che sta divenendo, paradossalmente, non solo il segno del succèsso nipponico, ma ormai il pericolò maggiore che lo minaccia. Molli a Tokyo continuano a chiedersi lino a che punto le nazioni più deboli, industriali o in via di sviluppo, continueranno ti pagare il conto commerciale della schiacciante superiorità giapponese, e lino a quando anche i paesi più forti, come gli Usti e la Germania, tollereranno disavanzi con Tokyo degni di economie del Terzo Mondo. Naturalmente, le cilre ìndicale dal .Miti.,, il ministero del commercio' e ' cléli'lnclus'tria MiìiióUMY'mW còl.le-f slate dalle altre nazioni, che lo accusano di timidezza e di eccessiva modestia, voluti! per far apparire meno intollerabili gli sbilanci commerciali. Gli americani considerano sui esempio più vicino ai 30 che ai 40 miliardi di dollari il loro deficit con Tokyo, e prevedono addirittura 34-36 miliardi nell'anno in corso. Una cifra che, in questo 1984 di elezioni presidenziali, diverrà oggetto di manipolazioni e attacchi politici da parte dei candidati aliti Casa Bianca. E' possibile davvero che l'industria e l'economia giapponesi affrontino il rischio di scoppiare letteralmente di salute: ma sarà sempre più difficile ridurre un guadagno che trasformare un passivò in attivo. Vittorio Zucconi