Lungo colloquio Glemp-Wojtyla Novità nei rapporti con l'Est?
Lungo colloquio Glemp-Wojtyla Novità nei rapporti con VEst? Varsavia vuole allacciare rapporti diplomatici col Vaticano Lungo colloquio Glemp-Wojtyla Novità nei rapporti con VEst? Segnali di movimento, oltre clic dalla Polonia, anche da Ungheria e Cecoslovacchia Questi governi preferirebbero trattare i problemi comuni direttamente con la Santa Sede CITTA' DEL VATICANO — Un colloquio straordinariamente lungo fra il Papa e il primate di Polonia Glemp, ha confermato ieri che la visita del porporato polacco a Roma non rientra nella routine abituale dei contatti Informativi fra il Pontefice e il -suo» episcopato. Tutto 11 quadro dei rapporti vaticani con l'Est europeo sembra percorso da tensioni e attese che forse nel futuro non lontano si tradurranno in fatti, politici e dlplo- matlcl, concreti. Rientra In questo scenario anche la .mediazione indiretta» lanciata fra le grandi potenze dalla Santa Sede; e molti osservatori, anche' all'interno delle mura vaticane, pensano che la presenza alla Conferenza di Stoccolma dell'arcivescovo Achille Silvcstrlnl, di prammatica, possa favorire un approccio di alto livello, sempre In vista della • mediazione-. Indiretta perché essa consisterebbe, nelle parole del segretario di Stato, card. Casaroli. nel -trovare i modi pratici per far incontrare delle buone volontà (o almeno delle volontà) che a mio avviso esistono quasi necessariamente-. Prima di partire per Stoccolma, o al suo ritorno, mons. Sllvestrini si incontrerà con Olemp; e naturalmente il primate di Polonia avrà colloqui anche con il segretario di Stato, dopo quello, che si pensa molto lungo, con Giovanni Paolo II. L'udienza a Glemp è stata l'unica concessa nella mattinata da Wojtyla, che ha poi trattenuto a pranzo l'ospite. Tanta attenzione potrebbe avere una spiegazione assai semplice: che mai come in questo momento 1 fatti polacchi possono rappresentare un punto importante nel gioco diplomatico vaticano della ricerca della pace, e della ricerca di dialogo con Interlocutori tradizionalmente ostici. Jaruzelskl vuole un suo ambasciatore In Vaticano. La Polonia sarebbe il primo Paese socialista ad avere relazioni .normali» con la Santa Sede, un gesto del genere porrebbe fine all'emarginazione internazionale e aluterebbe il regime all'interno. E, elemento non trascurabile, 11 generale tratterebbe con 1 palazzi pontifici senza l'intermediazione dell'episcopato. I catto¬ lici polacchi si rendono conto delle insidie insite in questo schema, e premono per l'approvazione di uno schema di legge (in pratica un concordato) che regoli i rapporti fra 1 due poteri. Ma il governo di Varsavia nicchia. E il Pontefice? La prospettiva dl'rlaprire le relazioni diplomatiche fra Vaticano e Polonia lo trova favorevole; ma desidererebbe l'approvazione della legge quadro per non Indebolire troppo la posizione dell'episcopato nazionale. D'altronde l'importanza di un'ambasciata dell'Est presso la Santa Sede è Incalcolabile, se la si osserva nell'ottica Bella diplomazia vaticana. L'impulso che 11 papato di Giovanni Paolo II, e la gestione della segreteria di Stato di Casaroli, hanno dato all'attività diplomatica della Chiesa trova un riscontro nel numero cre¬ scente di Paesi che hanno creato una rappresentanza diplomatica oltre il portone di bronzo, o hanno elevato di rango quella già esistente. Solo il blocco socialista, a dispetto di anni e anni di Ostpolitik, si é 1 inora mostrato irriducibile. Ma, oltre alla Polonia, esistono segnali incoraggianti in altri Paesi: Ungheria, per esemplo, e Cecoslovacchia. Entrambi i governi hanno detto, o fatto capire, che preferirebbero (orse trattare direttamente con la Santa Sede 1 problemi di comune interesse, più che con le singole conferenze episcopali. Se Varsavia, come è probabile, spezzasse il ghiaccio di una tradizione negativa più che trentennale, il suo esemplo iwtrebbe essere seguito, in un gioco del .domino* diplomatico, dalle capitali ..sorelle... Marco Tosatli
Persone citate: Achille Silvcstrlnl, Casaroli, Giovanni Paolo Ii, Glemp, Vest, Wojtyla
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