Una trama di accordi fra società mondiali
Una trama dì accordi fra società mondiali Nuovo modo di concepire il capitalismo moderno Una trama dì accordi fra società mondiali 11 198? si era aperto con l'annuncio in gennaio di un maxi-accordo tra la giapponese Toyota e l'americana General Motors. Si è chiuso con l'annuncio di un altro maxi-accordo, quello tra l'italiana Olivetti e l'americana^ Att. Nei dodici mesi trascorsi tra l'uno e l'al-ì tro, si sono conlati almeno un centinaio di intese tra due o più imprese, fusioni ejoiitl ventitré* di rilevante importanza a livello internazionale. Tutti questi sviluppi sono caratterizzali dall'assenza di egemonie ben definite, di una precisa volontà di dominio di un partner sugli altri, e dalia volontà di ottenere vantaggi in comune, sotto forma di economie ed innovazioni, da sfruttare poi separatamente sui propri singoli mercati. Si c cosi chiaramente affermala nel 1983 una tendenza già emersa negli anni scorsi: quella alla maggiore importanza del «progetto-' rispetto al cpotere». Dieci anni fa, molti pensavano che. entro la fine del secolo, un numero ristretto di grandi società multinazionali si sarebbero sparlile il dominio dell'economia mondiale. Oggi si può forse dire che il capitalismo si sta concretando in un certo numero di grandi progetti, di grandi filoni di investimento ai quali partecipano, in misura v ariabilc e con modalità diverse, società grandi c piccole, unite per l'occasione e talvolta pei sino in concorrenza tra loro. Il 1983 ha fornito molti esempi di evoluzione in questo senso. Si va da accordi a due per innovazioni costose, come quelle per il nuovo cambio automatico che sarà sviluppato in comune da Volkswagen e Renault (e che sarà pertanto montato su automobili in concorrenza tra loro) o quello per un sistema di satelliti per telecomunicazioni, concluso tra la tedesca Mbb e la francese Aérospa'iale, fino al consorzio Ira diciassette imprese elettroniche, tra cui Hitachi. Memorex e Canon, per produrre un nuovo disco di computer, e a quello Ira cinque imprese di cinque Paesi diversi (Rolls-Royce. Prati & Whitncy, Fiat. Mtu, Acro Engine) per un nuovo motore di «jet» di grande portata. Le intese superano i confini nazionali ed anche quelli continentali proprio perché i nuovi progetti si giustificano solamente su scala mondiale. Ne sono esempi non solo i grandi accordi, come quello tra Montedison e Hcrcutes per il polipropilene ed i farmaceutici, o tra Rolls-Royce e Creusot Loire per un nuovo tipo di turbine elettriche, ma anche la rete fittissima di intese più limitate tra produttori medi e piccoli da una parte all'altra del mondo industrializzato. Almeno una decina, ad esempio, è stata conclusa in pochi mesi tra Italia e Giappone. E' attorno a questi poli che si aggregano le energie ed hanno origine gli investimenti Non e un caso che» nel oorsQujieJ 1983 si sia sempre più diffuso il cosiddetto project fman~ eing. che permette di raccogliere finanziamenti non più per una detcrminata impresa, bensì per un particolare investimento che può essere effettualo in comune tra più gruppi industriali e gode di vita autonoma rispetto ad essi. La slessa formula del venture capital, in cui imprese di grandi dimensioni procurano risorse finanziarie per imprese piccole ed innovative, invece di cercare di fagocitarle, può essere considerata un aspetto di questa ♦progettualità» del capitalismo moderno. Una delle molle che muoveva sia l'antico capitano d'industria sia le burocrazie manageriali che ne hanno preso il posto era il desiderio di esercitare un potere effettivo e visibile, rappresentato dalla facoltà di prendere decisioni importanti per centinaia di migliaia di lavoratori, dalla diffusione sempre più vasta di un prodotlo. di un marchio, di un'organizzazione, dall'aumento delle quote di mercato. Questo motivo, per quanto ancora ben presente, sembra perdere terreno di fronte alla vastità degli orizzonti aperti dalle nuove tecnologie ed alla difficoltà di sfruttare da soli le nuove possibilità. Al «controllo» di un'impresa sulle altre si sostituisce 1'«intreccio», una vera e propria ragnatela di accordi, una nebulosa di imprese si sostituisce in parte agli im.peri industriali del passato. Marlo DeagHo Il presidente dell'A.T. & T., Charles L. Brown
Persone citate: Charles L. Brown, Loire, Rolls, Rolls-royce
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