Consiglio comunale vuole dimettersi « Non potete mandarci dei mafiosi »

Consiglio comunale vuole dimettersi « Non potete mandarci dei mafiosi » Valdieri, nel Cuneese, si ribella all'invio di un soggiornante obbligato Consiglio comunale vuole dimettersi « Non potete mandarci dei mafiosi » DAL NOSTRO INVIATO CUNEO — «Sarei il primo a ribellarmi se in paese arrivasse un mafioso». Lo dice Vicenzo Liguori, 37 anni, nato a Palma di Montechlaro (Agrigento) condannato a scontare due anni di soggiorno obbligato a Valdieri, in Valle Gesso. E' giunto giovedì pomeriggio alla stazione di Cuneo con due valigie ed un sacchetto con le scarpe pesanti. Agli agenti che lo aspettavano ha consegnato il passaporto: nessuno aveva pensato di ritirarglielo dopo la condanna. Il giorno dopo è salito a Valdieri e ha fatto scoppiare un pandemonio: sindaco e consiglio comunale si dimetteranno se lo sgradito ospite non sarà dirottato altrove. Vincenzo Liguori è imbarazzato, gli occhi che si sente puntati addosso gli pesano terribilmente. «Ma posso capire la popolazione — dice — è il provvedimento... come dire, la legge che è sba¬ gliata. Mi rendo conto che la mia presenza contamina la tranquillità di questo paese. Poi c'è stata anclie la storia della bambina rapita a Cuneo. I responsabili li ammazzerei tutti». Vincenzo Liguori racconta volentieri la sua vita: «Per fortuna sono un tipo molto equilibralo, accetto anche le ingiustizie senza ribellarmi». E' di pochi centimetri sotto il metro e ottanta, robusto come una quercia, baffetti e capigliatura estremamente curali. Ha lavorato cinque anni in Germania, era emigrato da Palma di Montechiaro quando aveva 17 anni: «Ero ancora un bambino». Ha avuto una figlia con una ragazza tedesca e le ha dato il suo nome. Poi la nostalgia lo ha fatto tornare in Sicilia dove ha conosciuto una prostituta: «E ho fatto fino a quando sono riuscito a toglierla dalla strada. Ma nel frattempo sono stato denun¬ ciato per sfruttamento e per rapina in banca. Da quest'ultima accusa sono stato poi assolto con formula piena, avevano catturato il vero responsabile. Ma da allora la giustizia non mi ha più mollato Liguori racconta di essere tornato altre volte a lavorare in Germania: «Procuravo mano d'opera al mercato nero, in sette mesi mi sono fatto 380 milioni». Con questa somma in tasca è tornato ad Agrigento e ha fatto la vita del gran signore. «Auto di lusso, frequentavo bei locali, mi sono mangiato tutto al gioco. E nel frattempo i carabinieri non mi mollavano, volevano die li informassi sui giri della malavita. Ma sono sempre stato pulito, se ho combinato qualcosa di male l'ho fatto in Germania, non c' ero in Sicilia». Vincenzo Liguori dice di essere un perseguitalo: «Non necessariamente devo essere un 7tjafioso solo perché ho degli amici che forse sono ?;iafiosi». Processato, è stalo condannato a due anni di confino da scontare a Valdieri. Venerdì i ragazzi delle medie hanno sospeso le lezioni e sono scesi in piazza per manifestare il loro disappunto in quanto il Liguori avrebbe dovuto alloggiare in una stanza della scuola. «Posso dare loro torto? — commenta il presunto mafioso — se il giorno prima proprio in una scuola di Cuneo era stata rapita una bambina?». Liguori comunque ha subito trovato una stanza presso una signora dove abiterà per una settimana: «Poi, se sono vere le voci die sento in giro, dovrebbero trasferirmi altrove perché qui nessuno mi vuole». Mario Rabbia, assessore al turismo, spiega che il paese non ce l'ha con Vincenzo Liguori, «die per quanto ne sappiamo potrebbe anche essere una degnissima persona, ma con la legge die per togliere dal proprio ambiente una persona pericolosa per la sicurezza pubblica o per la moralità pubblica la trasferisce in un altro luogo dandole la possibilità di creare delle sacche delinquenziali». Aggiunge il segretario comunale, Carmine Fontana: «A Valdieri non c'è delinquenza, solo qualche furtarello. Perché imporrì un presunto mafioso?». Sabato cittadini e amministratori andranno a manifestare la loro protesta davanti alla Preiettura di Cuneo e se Liguori non se ne andrà, dimissioni in Municipio. Nel frattempo lo sgradito ospite si muove rasentando i muri: « Vorrei essere piccino piccino, non farmi notare». Si augura che tutto finisca bene: «Sono rassegnato a tutto, mi buttino dove vogliono». E corre verso casa perché è arrivato l'elettricista elle gli sistemerà sul tetto l'antenna della tele visione. Aldo Popaiz