La Thatcher, ho favorito solo l'Inghilterra

La Thatcher, ho favorito solo l'Inghilterra con l'Oman Il primo ministro nega in tv di avere aiutato il figlio a firmare un contratto La Thatcher, ho favorito solo l'Inghilterra DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — La signora Thatcher sarà sottoposta oggi a una prevedibile raffica di accuse ai Comuni da parte laburista sull'imbarazzante affaire che ha avuto come protagonista suo figlio Mark. L'opposizione ha presentato una serie di interrogazioni dopo le rivelazioni dell'Observcr il quale ha scritto che durante una visita ufficiale nel sultanato di Oman a capo di una delegazione governativa, il primo ministro caldeggiò, nella primavera '81, un appalto per la costruzione di una nuova università die doveva essere realizzata da una ditta inglese, della quale il giovane Mark Thatcher (in Oman contemporaneamente alla madre) era consulente. Nessuno giunge a insinuare die dalla conclusione dell'affare (del valore di circa 700 miliardi di lire) la famiglia Thatdier abbia tratto un illecito tornaconto. Ma il caso è egualmente fonte di imbarazzo per il primo ministro, al quale non s'intende perdonare alcuna svista, alcuna leggerezza, foss'anche veniale. Appena tirata in ballo dall'autorevole settimanale, Margaret Thatcher è stata perciò costretta a spiegarsi in pubblico.1 durante un'intervista alla tv, e un comunicato ufficiale diramato da Downlng Street ha, poi puntualizzalo la situa-, zione. Secondo la tesi governativa, dunque, la signora Thatcher' avrebbe semplicemente caldeggialo presso il sultano Gabus Ibn Saud la scelta di una società inglese di costruzioni, la «Cementation International», per la realizzazione della locale università «agendo nel pubblico . interesse, come avrebbe fatto qualunque primo ministro, per influire sulla assegnazione dell'appalto a una ditta britannica». Inoltre, si aggiunge a Whitehall, la'società candidata alla costruzione dell'ateneo era l'unica in lizza e quindi non si può proprio sostenere die il primo ministro «abbia favorito una compagnia piuttosto di un'altra». La signora Tliatcher ha poi vigorosamente difeso la sua azione parlando alla tv: «Sono contenta di quel contratto come di qualunque altro. Il mio ruolo è di batienui per l'Inghilterra, anche per queste commesse. E non faccio alcuna differenza fra le società inglesi. Non posso,. Afa sul nodo centrale, del problema, l'interesse diretto del figlio nell'affare, non è giunto alcun chiarimento. Questo palese imbarazzo c' servito da supporlo alle accuse che si levano dal fronte dell'opposizione. Preannunciundo una salva d'interpellanze al governo, il portavoce dei laburisti, Bryan Gould, ha accusato la signora Thatcher di non osservare «la linea di separazione tra la sua pubblica funzione e gli interessi commerciali privati della sua famiglia». E Gould ha ricordato come in passato anche il marito del primo ministro, Denis, avesse usato ima carta da lettere intestata Downihg Street per una raccomandazione. Ma daìwcro il premier non ha osservato questa regola di condotta? La domanda cruciale riguarda il ruolo di Mark Tluilchcr, il trentenne figlio della «dama dì fèrro» che un paio d'anni fa aveim gettato nell'angoscia i genitori sperdendosi durante un rally automobilistico nel deserto del Sahara. Duvveto Mark si è avvantagglato dell'influenza materna per assicurare un ghiotto affare alla sua società? Ieri il direttore della Trafaìgar House (proprietaria della ditta di costruzioni), Horace Francis, ha negato che Mark Tliatcher abbia mai avuto rapporti di lavoro con la sua società. Ma secondo JObscrvcr, il figlio del primo ministro era «associato» al responsabile della «Cementation International' in pman. Francis si è limitato a dire che non poteva essere al corrente di tutte le conoscenze dei suoi collaboratori, ma ha aggiunto che sarebbe stato «molto imprudente., far andare Mark Thatcher in Oman proprio durante la visita ufficiale della madre-primo ministro. Imprudente forse, sostengono ora gli niwrsarf del governo, ma di certo redditizio. Paolo Putì uno

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