Protestano le donne nei partiti « Vogliamo poter contare di più » di Alberto Rapisarda

Protestano le donne nei partiti « Vogliamo poter contare di più » Condivise in tutti i gruppi le rivendicazioni delle rappresentanti del pri Protestano le donne nei partiti « Vogliamo poter contare di più » La percentuale della rappresentanza femminile in Parlamento è la più bassa d'Europa - «Potremmo portare nella politica contenuti diversi, perché siamo più concrete degli uomini» ROMA — Il problema l'hanno riaperto le donne repubblicane alla loro assemblea di Rimlni: i partiti sono ancora troppo in mano agli uomini. Ventun milioni di elettori sono rappresentati in Parlamento da 875 deputati maschi e 23 milioni di donne contano su una striminzita rappresentanza di 65 femmine. •Spadolini è venuto a dirci, a Rimini, che il pri non è un partito maschilista, ma non ha cotwlnto nessuna» dice Alessandra Ossenigo, segretaria del pri di Fano. «abbiamo una sofà parlamentare, Susanna Agnelli. Non è sufficiente». Stesse lamentele e grida di guerra si levano dai settori femminili degli altri partiti, ora che si avvicinano i congressi e le elezioni europee. Ma questa volta, la voce delle donne che si occupano di politica sembra più sicura e comincia ad avere una eco maggiore che in passato. Soprattutto, sembra che le donne stiano cominciando a perdere quella sorta di «complesso di Cenerentola» che le portava comunque ad accettare che le massime cariche nei partiti dovessero toccare agli uomini, «i nati per la politica». Questo mito dell'uomo animale politico scrlcciola e si sfalda. «Ho l'impressione che le donne comincino ad interessarsi di più alla politica attiva, perché sono stanche di delegare. Non si fidano più. Son diventate sospettose» spiega Alessandra Ossenigo. «7o penso che le donne non arriverebbero a riprodurre la degenerazione della "partlto- crazia" della quale oggi ci si lamenta». •Ho una convinzione, e la vedo confermata ogni giorno nel mio partito — aggiunge Costanza Pera, responsabile del coordinamento donne liberali —. Le donne sono molto più concrete degli uomini. L'esperienza che ho fatto nel comitato delle donne del vari partiti per non far passare il referendum contro l'aborto. Malgrado le diverse idee e appartenenze, abbiamo trovato i punti di accordo. Un comitato di uomini non ci sarebbe riuscito, perché sarebbero prevalsi la lotta ideologica e il desiderio di portar acqua al mulino dei rispettivi partiti. Il fatto è che le dotine portano nella politica contenuti diversi, perché hanno una mapaiore attenzione per ì problemi sociali». «Gli «omini sono di tante parole e di pochi fatti», aggiunge Patrizia Procaccini, viceresponsabile della commissione per 1 diritti civili del psdl. I motivi per queste requisitorie antiniaschili ci sono e sono vecchi. E' irrisoria la rappresentanza in Parlamento (quasi 11 7 per cento contro il 25 per cento della Danlmar- ca), a fronte di qualche progresso nell'organizzazione interna dei partiti grazie a nor- ' me che impongono una percentuale minima di donne nel vari organi direttivi: 11 15 per cento nel psi, il 1Q per cento nel psdi, per esempio, -vi partire da circa cinque anni è cominciata la risalita e ora in Parlamento siamo alla stessa quota del 1948 — spiega la senatrice Elena Marlnucci. che dirige le donne socialiste —. La quota delle donne nel Parlamento italiano è la più bassa dei Parlamenti europei, comprese Spagna e Portogallo». Queste cose le donne le sanno da tempo. Oggi però le dicono con maggiore convinzione forse perché percepiscono meglio degli uomini il calo di credibilità del sistema politico. C'è 11 bisogno di meno parole, meno messaggi cifrati per iniziati e più fatti. Cosi le donne vogliono mettersi in proprio in politica. Ci sono quelle che rifiutano per principio anche i posti riservati «perché non vogliamo regali», come dice Costanza Pera. Ci sono le parlamentari comuniste, che dovrebbero essere le più soddisfatte di tutte avendo la più alta rappresentanza (44) tra Camera e Senato, eppure anche loro studiano nuove forme di organizzazione. Deputate e senatrici del pei e della stilista indipendente hanno creato da poco un gruppo di coordinamento per cercar di ottenere autonomia di lavoro all'interno dei rispettivi gruppi. •Siamo in guerra, ma non siamo pessimiste» assicura la senatrice Marlnucci esprimendo lo stato d'animo che pare serpeggiare tra tutte le donne che vogliono dedicarsi alla cura della cosa pubblica. Alberto Rapisarda

Persone citate: Alessandra Ossenigo, Costanza Pera, Patrizia Procaccini, Spadolini, Susanna Agnelli

Luoghi citati: Europa, Fano, Portogallo, Rimini, Roma, Spagna